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venerdì 11 settembre 2015

Cappellani Militari della Guerra 1915-1918

Preti - soldati
Ogni qualvolta risuona all'orecchio questa denominazione, subito parmi sentire vibrare nell'animo la parola di Gesù... sal terrae; e la figura evangelica del pugnello di lievito, che fermenta la massa della farina si fa viva nell'animo.
Ho conosciuto i preti soldati negli ospedaletti da campo, nelle trincee e nelle retrovie durante la Guerra 1915-18, ed ho sentito in quel contatto d'anime, come essi, uguali agli altri in tutto, dalla divisa grigio-verde alla gavetta con l'inseparabile borraccia, si distinguevano però da tutti e su tutto.
Dopo pochi giorni di convivenza si capiva che quel soldato non troppo marziale nel comportamento, ma compitissimo in tutto, fatto tutto a tutti, che sorrideva bonariamente e si prestava premuroso e cordiale per ogni necessità ed anche più umile servizio, aveva un qualche cosa che lo contraddistingueva e lo metteva al di sopra di tutti. Era un prete che, ricevuta una cartolina precetto, aveva lasciato il campo del suo lavoro spirituale ed era partito sereno e fiducioso, sicuro che anche sotto le armi, nei pericoli della Guerra, la sua missione continuava.
Prete in grigio-verde con le stellette, con il tascapane, cui era affidato il breviario ed il Vangelo, e l'elmetto e la maschera antigas, era sempre e prima di tutto, sacerdote, cioè colui che da Dio alle anime e le cose sante dell'umanità a Dio; colui che deve insegnare le cose sacre, le verità che illuminando fortificano; colui che deve guidare, precedendo in tutto: Sacra dans - Sacra docens - sacer dux.
Quasi una virtù, un profumo, una luce si tradisca dal prete soldato.
Non aveva privilegi, viveva con il soldato la dura vita di guerra e con lui sopportava privazioni e disagi, forse con lui borbottava... ma quasi per assumere la identica sua forma, al fine santamente apostolico di penetrare più nell'intimo, essere il lievito di vita spirituale, dove più facile era vivere una vita terra terra; fermento di grazia e di forza, la dove le snervanti attese portavano alla demoralizzazione e la carne inferma aveva bisogno di essere confortata e tonificata dal soffio rianimatore dello spirito.
Ovunque il prete soldato faceva sentire la sua presenza; una presenza quasi velata dall'umiltá, ma splendente di preghiera e di carità, aureolata di grazia.
Dal primo mattino, quando, anticipata la sveglia, ritornava con il profumo di Cristo dalla chiesa, dove per breve ora era stato sacerdote nel senso più alto e santo della parola, a sera tarda, quando chiudeva una giornata grave di lavoro, diffondendo attorno la sommessa melodia del suo Rosario, quel soldato aveva fatto sentire ed intravedere la grandezza e lo splendore del sacerdozio Cattolico.
Nulla avevano chiesto, tutto avevano generosamente donato, perché sulla Patria splendessero giornate di gloria: questi i Preti Soldati d'Italia!
Luigi Rota
Carissimi, spero che queste poche righe servano per ricordare e ringraziare i Cappellani Militari di ieri, di oggi e di domani che, con grande spirito di servizio, servono ogni giorno le Forze Armate e il Tricolore.
Un abbraccio, Elia

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