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giovedì 1 novembre 2018

Ciao Luigi, ciao "amico combattente"!

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", sono le 23:31 del 31 ottobre e - mentre gli altri sono a festeggiare Halloween in questa o quella discoteca - io mi trovo nella mia cucina a fissare lo schermo del computer sul quale ho le foto che ho fatto stamattina al funerale del Caporal Maggiore Capo Luigi Sorrentino presso la Chiesa di Sant'Alfonso in Torino.
Non posso ancora credere che tutto questo sia successo. Non voglio credere che Luigi non sarà più con noi.
Molti di voi si chiederanno perché abbia deciso di scrivere di Luigi Sorrentino e molti altri ancora si chiederanno chi sia costui. Bene, è bene che vi risponda.
Luigi Sorrentino era un Alpino, un Alpino con la "A" maiuscola. Luigi Sorrentino prestava servizio al 2 Reggimento Alpini di Cuneo. Luigi Sorrentino, il 26 settembre 2006, era a Kabul su un mezzo dell'Esercito Italiano e - durante una ricognizione come tante - ha visto saltare in aria e morire il nostro amato Giorgio Langella.
Luigi Sorrentino era il fratello che Giorgio non aveva mai avuto e loro si chiamavano reciprocamente "fratello". Oggi, dunque, abbiamo dato l'estremo saluto al fratello di Giorgio.
Non posso descrivervi la sofferenza che ho provato quando, appena smontato dal lavoro, Francesca, la moglie di Giorgio, mi ha telefonato e mi ha dato la triste notizia. Io Luigi l'ho incontrato solo due volte ma quelle due volte mi sono bastate per capire che ero in presenza di un eroe.
Luigi in Afghanistan si ammalò di Leucemia ma la combatté con tutte le sue forze e la sconfisse. Luigi desiderava con tutto se stesso tornare operativo presso il 2 Reggimento Alpini ma il destino sembrava volerglielo impedire. Da qualche anno ormai prestava servizio presso la Scuola di Applicazione ma il suo cuore era ancora al "Doi" e la sua testa pure. Luigi desiderava riabbracciare i suoi commilitoni e continuare a marciare in quel di Cuneo.
Il destino avverso non glielo ha permesso e lui ha sofferto, sofferto tanto. Ogni volta che gli ho parlato, ogni volta che telefonava a Francesca, Luigi dava a vedere una grande forza ma, sotto sotto, dimostrava di soffrire come un cane per quello che la vita gli stava chiedendo. Non aveva avuto paura della leucemia ma aveva il terrore di non poter tornare più al Secondo.
Il suo terrore si è concretizzato. Luigi, il 25 ottobre 2018, nella sua casa di Torino ha deciso di fare i conti col suo destino e si è tolto la vita. Come vi ho scritto poc'anzi, ancora non ci credo. Non posso credere che un combattente come lui abbia lasciato spazio allo sconforto e abbia deciso di chiudere la sua vita in questo modo.
Stamattina ero lì. Ero a Torino, nella parrocchia di Luigi e ho avuto l'onore e il privilegio di poter toccare la sua bara per l'ultima volta e dirgli il mio ultimo ed insignificante "grazie" per esser stato l'ultimo a mettere il cappello alpino sulla bara di Giorgio prima che venisse aerotrasportato in Italia dopo l'attentato.
Stamattina ero a fianco di Francesca, come ormai faccio da anni, e quando l'ho vista piangere mi è caduto il mondo addosso perché so bene che in cuor suo ha rivissuto la morte di Giorgio e i terribili giorni che ne sono seguiti.
Mi sono nuovamente chiesto perché? Perché devono sempre soffrire le stesse persone? Perché in questo mondo ci sono persone che soffrono le pene dell'inferno e altre che stanno benissimo?
Queste sono domande a cui non sono in grado di rispondere e so che solo la fede può dare un senso a tutto questo ma ciò non toglie che - come tutti - io abbia il diritto di pormele.
Anni fa, l'8 dicembre 2010, dinanzi ad una bellissima effige della Madonna Addolorata custodita in un santuario delle montagne ossolane, chiesi alla Madre di Dio di mai più far morire un Alpino del Doi ma di prendere piuttosto la mia vita. Ogni volta che un soldato del 2 Reggimento Alpini posa lo zaino a terra, per avviarsi verso il Paradiso di Cantore, l'Italia perde un brandello della sua Bandiera, il Tricolore perde un po' del suo colore, la società perde un importante membro della sua storia.
Al momento il Signore non ha accettato la mia richiesta ed io accetto la sua sacro santa volontà: fiat voluntas Sua! Ma, oggi, in quella splendida chiesa torinese, ho rinnovato il mio voto. Ho chiesto al Signore delle Cime di risparmiare le sofferenze agli Alpini del Doi e di farmi strumento per esser loro di aiuto e di sostegno.
Luigi ora, da lassù, assieme a Giorgio, potrà aiutarmi ad essere una persona migliore ma, soprattutto, potrà insegnarmi ad essere maggiormente capace di stare al fianco delle Truppe Alpine con special affetto per il Doi.
Carissimi, unitevi a me nella preghiera affinché il Signore accetti il caro Luigi nel Suo Regno e porti a ciascuno di noi un po' dell'amore che egli aveva per l'Esercito, la Patria e le istituzioni tutte.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onore al 2 Reggimento Alpini!
Elia