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mercoledì 25 ottobre 2017

Vivere andando "contro tempo" con i "The Dreamers Band" in memoria di Giorgio Langella

Carissimi lettori di Cuore Alpino, come tutti ormai ben sapete il nostro Giorgio Langella era conosciuto ed apprezzato dai colleghi come "L'Angelo dei Bambini" per il suo amore per i piccoli e gli indifesi. In questi anni nei quali ho curato la sua memoria storica mi sono adoperato per sostenere le missioni dei Frati Carmelitani Scalzi e dei Frati Minori Cappuccini che si occupano dei bambini e della loro formazione scolastica.
Giorgio avrebbe tanto voluto avere dei figli; credeva nei giovani e nel loro potenziale e ogni suo quotidiano gesto era dedicato a loro perché non ha senso comportarsi bene, costruire una buona società se non per lasciarla a chi verrà dopo di noi.
In quest'ottica e in continuità di questo nobile ideale ho deciso di dare spazio a quei giovani di sani principi che vogliono far qualcosa di bello per la nostra Nazione affinché quest'ultima non finisca col diventare una realtà senza futuro e senza speranza. Per questo motivo, oggi, voglio presentarvi un duo musicale che ha delle grandi potenzialità e che, soprattutto, ama l'Italia ed i suoi principi fondanti.
Il nome di questo gruppo è "The Dreamers Band" ed è composto da due giovani: Samuele, voce e testi, classe 1997, e Tiziano, chitarra e partiture, classe 1996.
La loro esperienza è nata e maturata in un piccolo borgo dei Castelli Romani di circa mille abitanti denominato Castel San Pietro Romano. Lì i due giovani hanno iniziato studiando e riproponendo i brani del grande cantautore Rino Gaetano. In quel dei Castelli queste cover sono state molto apprezzate tanto che la stessa famiglia Gaetano ha invitato i due giovani ad esibirsi in un evento dedicato al prematuramente scomparso cantautore.
In modo particolare mi ha colpito il singolo "Contro tempo" nel quale i due ragazzi cantano che "la vita ti prende andando contro tempo vivendo sempre a cento e morendo a stento" e che "non si vive tanto, non si vive a lungo, ma si vive andando contro tempo. Vivi di sorrisi, muori di rimpianti ma tu vivi questi giorni belli e stanchi".
Ho chiuso gli occhi e ho provato a pensare a Giorgio. Ho provato ad immaginare quel 26 settembre 2006, giorno nel quale egli ha rimesso l'anima al Padre a causa di un tragico attentato. Non poteva certo immaginare di "non vivere tanto", "non vivere a lungo" e di andare "contro tempo"... quel tempo che lo aspettava in quel di Kabul per portarlo nel Paradiso di Cantore ove vanno gli Alpini morti nell'adempimento del proprio dovere.
Sentendo questa canzone e pensando a Giorgio mi sono commosso ed ho capito che nella vita non importa indossare la mimetica, non serve essere blasonati o pluridecorati ma importa - senza ombra di dubbio - fare il proprio dovere ogni giorno cercando di aiutare le persone che hanno bisogno.
Giorgio questo lo aveva capito bene ed infatti, durante le missioni di pace, usava tutto il suo tempo libero per portare cibo e giocattoli ai bimbi del posto. Il suo desiderio più grande era quello di rendere felici le persone che lo circondavano. In primis c'erano sua moglie Francesca e il giovane Gigi e a seguire tutti quelli che egli vedeva bisognosi di affetto e di aiuto. Giorgio Langella, al di là della divisa, aveva il Cuore Alpino perché non c'era battito del suo cuore che non fosse speso per la Patria, per la moglie, per i parenti, per i colleghi o per chi gli stava attorno.
In suo onore ed in sua memoria ho deciso di fare lo stesso e ho suggellato questo mio impegno nel cimitero di Boves, sulla tomba di Giorgio, nel giorno del Natale del Signore di qualche anno fa. Ho preso il risoluto impegno di spendere la mia vita per aiutare i giovani e i bambini affinché possano avere una vita felice, dignitosa e ricca di soddisfazioni.
Carissimi, nello scusarmi per la mia prolissità, vi chiedo di cliccare qui per visitare la Pagina Facebook dei "The Dreamers Band" e seguirli nel loro bel cammino musicale e sociale in favore della cultura e dei buoni principi morali.
Nella speranza che lo facciate vi saluto e vi ringrazio per il seguito che date a questo mio piccolo ma grande blog.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

martedì 10 ottobre 2017

Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria

In questi giorni tutti i telegiornali parlano del Ministro Graziano Delrio che ha aderito ad un singolare sciopero della fame atto a far riconoscere lo Ius Soli (cioè il diritto di cittadinanza a chi nasce sul nostro suolo nazionale) agli immigrati che da alcuni anni ci stanno invadendo senza scrupoli.
Questo fatto lo trovo disdicevole oltreché fuori luogo visto che il signor Graziano Delrio non è il ministro del Senegal, della Turchia, dell’Egitto, ... ma bensì - anche se non eletto - dell’Italia.
Da Italiano mi sento offeso e amareggiato dal comportamento che l’esecutivo Gentiloni sta avendo nei confronti del Popolo Italico. Da quando a Palazzo Chigi ha messo radice il Partito Democratico ci stiamo trovando in un vortice buonista senza fine.
Molti Italiani hanno perso il lavoro, molti altri non lo riescono a trovare, ma il Governo Italiano continua a sperperare risorse per gli immigrati che, tra parentesi, oltre a costarci un patrimonio ci portano anche tante “belle” malattie come la malaria, la tubercolosi, la scabbia, ...
In un Paese con il tasso di disoccupazione giovanile che si aggira attorno al 40% - a mio avviso - sarebbe prioritario fare investimenti sulla formazione dei giovani in azienda, sulla decurtazione delle aliquote fiscali alle aziende che assumono un giovane under 35 per almeno 78 settimane, sulla realizzazione di progetti formativi atti ad inserire i soli Cittadini Italiani in specifiche liste di collocamento obbligatorio.
Tutto questo però non avviene perché al nostro Governo fa comodo impiegare gli immigrati così da sentirsi dire “Bravo” in questo o quel vertice europeo.
In Centro-Italia ci sono migliaia di Italiani che hanno perso la casa a causa dei movimenti tellurici degli ultimi anni. Nel Sud-Italia ci sono giovani che, come unica possibilità d’impiego, hanno i concorsi per Volontari in Ferma Prefissata dell’Esercito. Al Nord-Italia ci sono giovani che, nonostante una laurea, sono costretti ad emigrare visto che le grandi aziende del triangolo industriale stanno chiudendo e/o delocalizzando.
Il quadro socio-economico del nostro Paese è inquietante, nonché imbarazzante, ma - a giudicare dallo sciopero della fame in favore dello Ius Soli - al nostro Paese non interessa.
La cosa che l’Italia ritiene più importante è quella di fare bella figura con l’Europa facendosi beatamente invadere da persone che - nella maggior parte dei casi - non fugge da una guerra ma mira a conquistare l’Europa mediterranea per islamizzarla e soggiogarla a qualsivoglia califfato.
L’Islamizzazione dell’Europa - ed in particolare dell’Italia - è già a buon punto. Pensiamo solo al fatto che la celebre “Preghiera dell’Alpino” è stata edulcorata per non urtare i “nuovi italiani” che si sentivano offesi dalle parole: “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria”. Ci sono sacerdoti - e perfino Cappellani Militari - che si vergognano dei nostri ragazzi in mimetica e che ad ogni occasione si affrettano a dire: “l’Esercito non è più quello di una volta. Ormai non ci si arruola più per difendere i confini o per uccidere i nemici”.
Purtroppo hanno ragione. Oggi i militari distribuiscono incubatrici, viveri, vestiti, e quant’altro ai baldi islamici che ci invadranno e stermineranno tutti!
Oggi i militari presidiano le piazze centrali delle grandi città con l’”Operazione Strade Sicure” che - per inciso - è figlia della crescente paura che gli Italiani hanno del terrorismo di matrice islamica. In pratica, ormai, gli ordini di servizio ed il dislocamento del personale militare vengono impartiti a seconda di quanto i terroristi abbiano “sul naso” l’Italia. Ma vi pare normale una cosa simile?
La colpa, però, permettetemi, non è da attribuirsi ai Caporali, ai Sergenti, ai Marescialli, ai Comandanti delle Compagnie, dei Battaglioni o dei Reggimenti. La colpa è tutta del Ministro della Difesa, del Presidente del Consiglio, del Capo di Stato Maggiore della Difesa e di quelli che, come loro, pensano solo a far bella figura con l’Europa e con le ONG sinistroidi.
Per fortuna tutto questo il Comitato Militare della NATO lo sa bene e, per non rischiare che tutta l’Europa diventi filo scafista, non ha nominato come suo capo il Generale Claudio Graziano, già Comandante del 2 Reggimento Alpini, ma bensì il Generale Stuart Peach dell’Aeronautica Inglese.
Di fronte alla disoccupazione giovanile, agli italiani che vivono in container, ai padri separati che dormono in macchina, alle donne vittime di violenze e stupri, agli ospedali con carenza di personale, agli Italiani terrorizzati dalle crescenti minacce terroristiche,... non si può rispondere con il buonismo e con il “politicamente corretto”. Di fronte ad uno scenario apocalittico come questo si deve urlare a pieni polmoni - e soprattutto concretizzare - il: “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria”.
Scusate la franchezza ma "quanno ce vò, ce vò".
Andrea Elia Rovera
Responsabile per la Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella