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domenica 27 novembre 2016

Il mio cuore vicino ai Carabinieri di Corticella a Bologna

Carissimi, quest'oggi ho appreso dai telegiornali che a Bologna dei vigliacchi hanno commesso un attentato esplosivo ai danni della Stazione "Corticella" dell'Arma dei Carabinieri.
Lo schifosissimo ordigno ha creato pesanti danni ma per fortuna nessuno dei militari dell'Arma ha riportato ferite. Secondo alcune ipotesi giornalistiche l'attentato avrebbe matrici anarchiche ma restano comunque in corso necessari accertamenti.
Questa notizia mi ha colto in una giornata in cui il mio morale era già sotto le scarpe e certamente non mi ha fatto del bene.
Come si può anche solo pensare di far del male ad un militare? Come può un Italiano mancare di rispetto ad un individuo che indossa una divisa? Come può un essere umano pensare di far del male ad un altro essere umano?
Queste domande hanno rimbalzato nella mia testa per tutto il pomeriggio e, sono le 23, non hanno ancora trovato una risposta.
L'Italia non può permettere che accadano cose simili perché dentro alla divisa nera con le strisce rosse sui pantaloni ci sono uomini che mettono a repentaglio la loro vita, i loro affetti, le loro gioie per garantire a noi pace, sicurezza e legalità.
Carissimi, a conclusione di questa mia (anche fin troppo lunga) lettera, vorrei chiedervi di vero cuore, di tutto cuore, di recitare - ogni sera - fino al giorno di Natale, un'Ave Maria per i nostri Angeli che hanno giurato di essere "Nei secoli fedeli" all'Italica Bandiera ed al Popolo che essa rappresenta.
Elia

lunedì 21 novembre 2016

La "Virgo Fidelis" protegga sempre i nostri amati Carabinieri

Carissimi, quest'oggi l'Arma dei Carabinieri nelle Legioni, nei Reggimenti, nei Reparti, nei Raggruppamenti, nelle Compagnie e nelle Stazioni, celebra la Solennità della sua Patrona, la "Virgo Fidelis".
In questa giornata di festa, ogni singolo militare appartenente alla "Benemerita" rinnova il proprio giuramento a compiere sempre e comunque azioni benevole nei confronti della Patria rappresentata dai Cittadini Italiani.
Di fronte all'immagine della "Virgo Fidelis" ogni Carabiniere sente il dovere di chiedere Materna Assistenza Spirituale

  • durante i turni di pattugliamento delle strade affinché l'occhio sia sempre vigile e il corpo sia sempre pronto ad intervenire in caso di necessità; 
  • durante l'accoglienza e l'incontro con il Cittadino affinché la sua lingua sappia sempre proferire parole di rassicurazione, di pace e di legalità; 
  • durante le operazioni di formazione, addestramento ed intervento affinché ogni movimento, ogni azione ed ogni dettaglio vengano compiuti con solerzia, precisione e puntualità.

Ma, in modo particolare, il Carabiniere ha bisogno della vicinanza della Madonna quando si veste della propria divisa. In quel momento l'uomo smette di essere un Civile per diventare impersonificazione vivente del Tricolore Italiano. Nel momento in cui un Carabiniere indossa la divisa, infatti, assume su di sé la gravosa responsabilità di tutelare, difendere ed aiutare il Cittadino Italiano che si trova nel bisogno e nell'indigenza.
Chi indossa La divisa dell'Arma non compie un gesto banale, ripetitivo o abitudinario ma, bensì, un vero e proprio rito nel quale rinnova - ogni giorno - "l'entusiasmo di testimoniare, con la fedeltà fino alla morte. l'amore a Dio e ai fratelli italiani" (Da: "La preghiera del Carabiniere").
Carissimi, da oggi innanzi, quando incontriamo un Carabiniere su una gazzella, su un treno, in una stazione, per la strada, di fronte ad una scuola, o in un qualunque altro luogo, ricordiamoci che siamo di fronte ad un Servitore della Patria che mette a repentaglio la sua vita per salvaguardare la nostra e per rendere l'Italia un Paese migliore.
Viva l'Italia, viva l'Arma dei Carabinieri!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

venerdì 11 novembre 2016

Nassiriya, per non dimenticare.

Carissimi, questa sera con la morte nel cuore vi ricordo che 13 anni fa l'Italia veniva ferita, amputata, depauperata di un gran numero di suoi figli.
Mercoledi 12 novembre 2003 alle ore 10:40 (ora di Bagdad) le ore 8:40 italiane, la sede dell'Arma dei Carabinieri di stanza a Nassiriya è stata attentata e dilaniata da fredda e ignobile mano islamica.
I Carabinieri erano stati allocati nell'ex-Camera di Commercio della città. Di fronte alla porta carraia della Caserma si sono presentati un camion cisterna ed un'auto che - guidati da quattro kamikaze - hanno forzato il posto di blocco ed hanno fatto esplodere il tutto con l'ausilio dei circa 300kg di esplosivo che trasportavano. La fortissima detonazione ha fatto sì che esplodessero anche le auto parcheggiate e l'armeria della Caserma.
Questa vile azione terroristica ha strappato alla Patria 12 Carabinieri, 5 Militari dell'Esercito e 2 Civili italiani. In quell'attentato l'Italia ha perso degli uomini, in quel tragico momento l'Italia ha perso degli eroi, dei figli.
Il giorno 17 novembre dello stesso anno un giornalaccio arabo con sede in Londra ha pubblicato una viscida rivendicazione che attribuiva "la carognata" all'organizzazione islamica denominata "Al Qaeda".
Carissimi, a conclusione di questa breve quanto sofferta lettera, vorrei farvi una richiesta: non smettete mai di ricordare le vittime di Nassiriya.
L'effusione del loro sangue non può e non deve essere vana. L'odio propagandato e sponsorizzato dall'Islam non può e non deve trionfare. I nostri eroi che servono la Patria nelle Forze Armate sono la parte sana della nostra Nazione che - senza di loro - varrebbe certamente meno di quel poco che già vale.
Con dolore e costernazione, Elia.

domenica 6 novembre 2016

A Cuneo la giornata delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale

Carissimi, due giorni fa l'Italia ha celebrato il Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.  Come ogni anno vi ho preso parte in quel di Cuneo, mia città e terra di Alpini.
Dopo l'omaggio al "Monumento ai Caduti del 2 Reggimento Alpini" abbiamo fatto una breve processione per rendere i dovuti onori ai "Ragazzi del '99" che hanno perso la vita durante la Prima Guerra Mondiale. Lì, di fronte a questo piccolo lembo di terra - nel quale sono stati posti una colonnina ed una targa - ho visto la commozione ed il rispetto che i Comandanti avevano negli occhi mentre, con la mano al cappello, porgevano il doveroso e sentito saluto a chi è "andato avanti" per amore della Patria.
Successivamente abbiamo percorso tutto Corso Dante e siamo andati al Parco della Resistenza per ascoltare il Messaggio per il 4 Novembre del Capo dello Stato.
Al centro dello spiazzo è stato montato un palco sul quale sono salite le autorità Civili e Militari.
Alla destra del palco vi era il Picchetto d'Onore composto da Alpini, Carabinieri, Finanzieri, Forestali, Poliziotti, Poliziotti Penitenziari, Vigili del Fuoco e Crocerossine.
Alla sinistra del palco, invece, vi erano le Associazioni Combattentistiche ed Arma, la Protezione Civile, il Gonfalone del Comune di Cuneo, il Gonfalone della Provincia di Cuneo e la rappresentanza della Polizia Locale di Cuneo.
Prima di salire sul palco il Signor Prefetto ha ricevuto la resa degli onori da parte di un Tenente del 2 Reggimento Alpini e ha poi, assieme al Comandante del 2 Reggimento, passato in rassegna il picchetto schierato sull'attenti.
Una volta che tutte le autorità hanno preso posto sul palco, un'Alpina - con voce chiara e ferma - ha dato lettura del Messaggio del Capo dello Stato.
Ero lì. Ho ascoltato ed assaporato ogni parola. Mi sono emozionato. Ho sentito vibrare nel mio cuore le parole di Mattarella che, con stima e affetto, ha detto: "Lo strumento militare rivolge la sua attenzione alla salvaguardia della vita dei nostri concittadini e della stabilità internazionale, mettendo in evidenza qualità e capacità professionali e collaborando con Paesi alleati ed amici, per realizzare un ambiente nel quale possano prosperare la pace e lo sviluppo dei principi democratici e dei diritti della persona, nel rispetto delle differenti culture e sensibilità".
Queste parole non hanno bisogno di commento ma solo di tempo per essere assorbite bene da tutto il nostro essere. I militari italiani non sono mercenari, non sono "personaggi strapagati" che "si arruolano solo perché non trovano lavoro"; i militari italiani sono uomini e donne che mettono a repentaglio la loro vita per la "salvaguardia della vita dei nostri concittadini e della stabilità internazionale". Ricordiamocelo sempre!
Al termine della lettura del toccante messaggio del Presidente della Repubblica è stata data la parola al Comandante del 2 Reggimento Alpini che ha tenuto un breve ma emozionante discorso nel quale ha ricordato chi non c'è più e chi - ogni giorno - indossa la mimetica, si rimbocca le maniche e serve la Patria ed il suo glorioso Popolo Italiano.
Carissimi, nello scusarmi per esser stato prolisso e logorroico, vi chiedo di non smettere mai di pregare per i membri delle Forze Armate. A vederli così sono uomini e donne senza paura, senza bisogni, senza timori... ma - ricordiamolo sempre - dietro alla divisa ci sono mamme, figli, sorelle, fratelli, padri, spose che - come tutti - hanno un cuore, un'anima e dei sentimenti. Non lasciamoli soli, non manchiamo loro di rispetto, non giudichiamo ciò che fanno.
Il loro lavoro - che io preferisco definire Missione - è fondamentale per garantire a ciascuno di noi un presente sereno ed un futuro di pace e di prosperità.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella