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domenica 21 giugno 2020

Polizia Penitenziaria sempre più sola: africani detenuti a Sanremo danno vita ad una mega rissa.

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa mattina - facendo la mia solita rassegna della stampa locale - mi sono trovato dinanzi ad una notizia che i telegiornali nazionali non danno. 
Ieri pomeriggio, all'interno del Carcere di Sanremo, "una decina di detenuti, di origini africane, che occupavano tre celle, hanno scatenato una rissa dove sono stati usati, come arma, alcuni sgabelli". A fare questa dichiarazione è stato il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (S.A.P.Pe.) che, ancora una volta, si trova a dover rendere noto che la Polizia Penitenziaria è in sofferenza organica. Nonostante ciò, gli agenti della Penitenziaria, sono riusciti a sedare la violenta rissa e a dividere gli aggressivi galeotti.
Michele Lorenzo
, Segretario del S.A.P.Pe. Liguria, dichiara: "Ora auspichiamo che la Direzione intervenga applicando il procedimento disciplinare e anche penale. Ad aumentare il rischio di criticità a Sanremo è la circostanza relativa alla presenza di 270 detenuti invece, dei 230 previsti, oltre alla possibilità offerta ai detenuti di vivere con le celle aperte, quindi liberi di circolare all’interno del loro reparto. Così si amplifica il pericolo che viene originato da una popolazione detenuta particolarmente esagitata oltretutto poco può fare la Polizia Penitenziaria con le poche unità in servizio che ce la mettono tutta per garantire la sicurezza ed incolumità; è bene ricordare che la Polizia Penitenziaria non ha in dotazione strumenti per sedare situazioni simili. Sicuramente la pistola taser sarebbe servita, il solo sapere che tale dispositivo è nelle disponibilità, già sarebbe un elemento di persuasione.
È indiscutibile l’escalation negativa quanto pericolosa della gestione delle carceri liguri, ormai contraddistinti giornalmente da eventi critici come aggressione al personale, risse, autolesionismi, portati a compimento da una popolazione detenuta sempre più predisposta al rigetto delle regole penitenziarie. Quindi cosa si aspetta a rivedere il sistema penitenziario? Serve una rivisitazione che consenta in primis la possibilità ai detenuti stranieri (circa il 30%) di scontare la pena nei loro paesi d’origine, oltre a non detenere in carcere soggetti altamente psichiatrici che poco o nulla assimilano del processo rieducativo collegato alla detenzione.
L’umanità della pena non è certamente quella attuale, oggi è garantita dalla Polizia Penitenziaria, per questo è necessario un potenziamento dell’organico e con la dotazione di strumenti tecnologici
Senza la Polizia Penitenziaria il pianeta carcere crollerebbe". (Fonte: Sanremo News)
Per l'ennesima volta la Polizia Penitenziaria ha dovuto far da sé quel che invece dovrebbe esser fatto in modo organico e sinergico da forze dell'ordine, magistratura e Ministero dell'Interno. E' ormai chiaro che la popolazione carceraria è esageratamente multietnica. Simbolo, questo, del fatto che gli immigrati presenti sul nostro suolo nazionale sono sempre più inclini a violare le leggi e a mancare di rispetto alla nostra cultura ed alle nostre tradizioni. Il 30% della Popolazione Carceraria ormai è composta da immigrati che, oltre ad aver violato le norme, vivono in carceri italiane sulle spalle dei contribuenti italiani che, non c'è bisogno lo scriva io, sono già sufficientemente schiacciati da una pressione fiscale pressoché vergognosa.
Fino a quando dovremo continuare a farci carico della delinquenza degli altri Paesi? Fino a quando dovremo mantenere Centri di Accoglienza, Centri di Identificazione, ...? Gli Italiani - da nord a sud - iniziano ad essere stanchi di dover mantenere queste persone. Siamo pieni di Italiani senza lavoro, genitori che non trovano posto nelle Scuole dell'Infanzia, anziani abbandonati a se stessi... ma continuiamo a sostenere e farci carico degli immigrati. Questa, a mio avviso, è italianofobia!
Carissimi amici e lettori, innanzitutto vi ringrazio per le 239mila657 visite che avete fatto sin ora a questo mio Blog. "Cuore Alpino" esiste grazie a ciascuno di voi e non vi nego che ogni volta che vedo i dati di share mi emoziono perché siete tanti e mi seguite con affetto e stima.
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Viva l'Italia, viva la Polizia Penitenziaria!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

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giovedì 11 giugno 2020

Laura Boldrini si inginocchia per George Floyd ma non onora i molti Caduti della Folgore

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", da qualche giorno non si fa altro che parlare dell'omicidio di George Perry Floyd avvenuto il 25 maggio 2020 a Minneapolis, stato del Minnesota negli Stati Uniti d'America.
Sinceramente trovo disgustoso che un essere umano possa venire ucciso durante un controllo di polizia ma non è compito mio quello di giudicare il "se" e il "come" della vicenda; la Magistratura americana è senz'altro in grado di giudicare gli atti e i fatti secondo le leggi vigenti degli Stati Uniti.
Quello che, però, mi ha letteralmente disturbato è il fatto che - ancora una volta - l'Italia non ha perso occasione per fare dell'insana demagogia e gettare discredito su quanti indossano un'uniforme e sono spesso vittime di aggressioni fisiche e vessazione verbali da parte di persone di colore.
La vicenda di Floyd è stata subito presa a pretesto dall'Onorevole Laura Boldrini, Partito Democratico, per attaccare chi indossa una divisa.
Leggete che cosa la signora Boldrini ha detto in un intervento alla Camera dei Deputati il giorno 09 giugno scorso: "Ritengo importante, anzi, direi doveroso che in questo luogo - che è il luogo della democrazia italiana - venga ricordato George Floyd. George Floyd ucciso brutalmente da un agente di polizia a Minneapolis il 25 maggio scorso. La sua morte, Signor Presidente, ha scaturito, lo sa bene, ha suscitato proteste in tutto il mondo. Lo scorso fine settimana abbiamo visto milioni di persone di ogni credo, di ogni colore, che sono scese in piazza con tranquillità, pacificamente, non solo negli Stati Uniti ma anche in molte città europee ed anche nel nostro Paese. Signor Presidente, a Torino, a Bologna, a Roma, moltissime persone hanno gridato il loro rifiuto verso il razzismo e verso i violenti abusi di potere. Sì, perché il razzismo è presente anche da noi, nel nostro Paese, e perché i violenti abusi di potere sono accaduti ed accadono anche da noi e, allora, è importante ribadire anche in questa sede, in quest'Aula, un "no" forte e chiaro contro ogni forma di discriminazione e come è stato detto ieri molto bene nella bella Piazza del Popolo, io qui lo ripropongo, ' Io non respiro perché sono donna, io non respiro perché sono disabile, io non respiro perché sono immigrata, io non respiro perché sono ebrea, io non respiro perché sono musulmana, io non respiro perché sono gay, io non respiro perché sono lesbica, io non respiro perché ho la pelle nera, black lives matter'. Grazie Signor Presidente". (Fonte: Profilo Ufficiale di Laura Boldrini su Twitter) Al termine di questo intervento l'On. Boldrini ed altri cinque Deputati si sono inginocchiati in segno dimostrativo.
Ho ascoltato e riascoltato questo video. L'ho ascoltato a pezzi per trascriverlo per voi, miei lettori. L'ho ascoltato per ben due giorni prima di mettere giù questo Post e, sin dall'inizio, mi sorgeva un dubbio sulla pertinenza di un simile discorso alla Camera dei Deputati.
Sin da principio mi sono domandato per quale motivo dal 25 maggio si parli ancora di questa vicenda. Floyd non è il primo cittadino del pianeta che viene assassinato e non è nemmeno il primo omicidio della storia. Come mai allora l'On. Boldrini ha ritenuto di dover enfatizzare così platealmente questo e non altri fatti di cronaca anche più efferati?
Dove era l'On. Boldrini quando fu stuprata, uccisa e fatta a pezzi la bianca ed italiana Pamela Mastropietro? L'On. Boldrini sa che questa povera ragazza bianca ed italiana è stata oggetto di un rituale nigeriano che ha portato i suoi aguzzini a berne il sangue ancora caldo? L'On. Boldrini sa che gli assassini della bianca e italiana Pamela Mastropietro erano neri e nigeriani?
Probabilmente sa tutto ma non ha ritenuto di inginocchiarsi in Parlamento e di fare un discorso strappalacrime come quello che ha invece fatto due giorni fa. Come ho ormai ben chiaro a Laura Boldrini interessano solo immigrati, persone di colore e omosessuali. Gli altri non destano la sua compassione ed il suo interesse.
Vogliamo, per esempio, ricordare come l'On. Laura Boldrini, in qualità di Presidente della Camera, il 02 giugno 2017, disonorò la Brigata Paracadutisti "Folgore" ai Fori Imperiali non battendo le mani al loro passaggio?
La Brigata non ha bisogno dell'applauso della "comunista" Boldrini ma lo meritava in quanto stava sfilando con la Bandiera di Guerra. Quella Bandiera di Guerra che la "Folgore" ha portato in tutti i teatri operativi internazionali e per la quale sono Caduti molti, troppi Parà. L'applauso al passaggio della Brigata era, perciò, un modo serio e doveroso per tributare gli onori a quanti hanno fatto grande la nostra Nazione e sono morti per Essa.
Il mancato applauso alla Brigata Paracadutisti "Folgore", è perciò - come titolò "Il Giornale": una "Bestemmia istituzionale". La Boldrini fa sempre "due pesi e due misure" e si indigna ed addolora solo quando la vittima è un immigrato o una persona di colore. Se le vittime sono dei soldati o delle giovani italiane vittime di immigrati e di persone di colore l'On. Boldrini fa finta di non saper nulla.
Carissimi, non avrei mai pensato che il nostro Paese potesse essere così poco patriottico da eleggere persone come la signora Laura Boldrini. Quel che ha fatto due giorni fa alla Camera dei Deputati lo trovo fuori luogo, indecoroso e, soprattutto, lesivo di tutte quelle famiglie che piangono un Caduto che ha avuto una sola colpa: amare il Tricolore e servire la Patria.
Scusate lo sfogo ma non potevo proprio tacere. Doveroso è ricordare e recitare una prece per l'anima di George Perry Floyd ma sarà altrettanto doveroso tributare gli stessi atti e le stesse teatrali manifestazioni parlamentari quando ad essere brutalmente uccisi saranno dei Cittadini bianchi ed italiani. In caso contrario mi vien da pensare che quella del 9 giugno scorso sia stata solo una becera occasione per fare della demagogia a buon mercato.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella