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sabato 25 agosto 2018

Guardia Costiera o Costa Crociere?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", quest'oggi - durante la mia consueta lettura dei giornali - mi sono soffermato su un articolo de "Il Giornale" che vede come protagonista Bruno Vespa, Giornalista Rai e conduttore del celeberrimo programma tv "Porta a Porta".
Vespa racconta di esser stato contattato da un ammiraglio della Guardia Costiera in congedo che - sulla questione del migranti - gli ha detto: "Come facciamo a non salvare chi sta in mare? Al di là degli aspetti umanitari, abbiamo l' obbligo giuridico di farlo. E una volta che abbiamo salvato questi migranti, dove li portiamo?".
Vespa, che è un giornalista acuto e pungente, gli ha prontamente risposto che è corretta la sua posizione ma che, al contempo, l'Italia non può permettersi il lusso di avere mezzo milione di migranti che bighellonano per le strade senza far niente dal mattino alla sera e che, spesso e volentieri, vive di delinquenza ed espedienti.
Come fare allora?
Vespa ha proposto una soluzione dolorosa ma forse necessaria che consiste nel "ridurre l'area di pattugliamento in modo da limitare al massimo le possibilità d'intervento dei nostri mezzi. Nessun trafficante deve avere una sorta di appuntamento virtuale con le unità italiane, anche se dall'anno scorso i nostri interventi sono drasticamente ridotti".
Sulla questione dei flussi migratori, purtroppo, l'Italia era e resterà sola. E da sola dovrà sbrogliarsi la matassa. Il Ministro dell'Interno (che a me non è simpatico per nulla) ha portato in questo mese 1737 richiedenti asilo contro i 23.500 del 2017. E' poca cose, certo. Bisognerebbe che non ne entrasse nemmeno uno ma quanti sanno che riportare a casa i migranti irregolari è quasi impossibile?
Le leggi internazionali ed i trattati europei sono stati scritti "coi piedi" ed infatti l'Italia si sta trovando ad affrontare da sola una situazione che definire paradossale è poco.
La Marina Militare Italiana, la Guardia Costiera e le Capitanerie di Porto non sono pagate a traghettare i migranti ma a svolgere un servizio di pattugliamento e sicurezza dei mari e delle coste di pertinenza della nostra Nazione. Le organizzazioni non governative, le onlus e tutte quelle realtà di "volontariato" che fanno avanti e indietro nei mari in cerca di migranti continuino pure... ma, di certo, non possono pensare che gli Italiani continueranno a mantenere chi sbarca quotidianamente.
Bisogna che l'Unione Europea e la massa dei buonisti si rendano conto che la soluzione sta nel fare accordi con la Libia, la Tunisia, l'Algeria e il Marocco affinché venga fermato, aiutato e curato lì chi cerca di mettersi per mare allo scopo di attraccare sulle coste italiche.
Carissimi, l'immigrazione selvaggia sta creando problemi grossi ed incontrollabili. La nostra cultura e la nostra sicurezza sono in pericolo. Oggi più che mai è necessario ricordare che nel Mediterraneo, come sul Piave, "non passa lo straniero".
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella