Visualizzazioni totali

martedì 26 febbraio 2019

L'onore del 7 Reggimento Carabinieri "Laives" a Casale Monferrato

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa sera vi scrivo per dirvi con orgoglio che i lettori di "Cuore Alpino" mi danno sempre nuovi motivi per andare avanti. Nella giornata di ieri, 25 febbraio 2019, in quel di Casale Monferrato (Piemonte) un lettore del Blog - nonché mio buon amico - ha messo a repentaglio la sua vita per tentare di salvare quella della signora Caterina Filosi, 87 anni, che purtroppo è rimasta vittima di un incendio scoppiato attorno alle 15:30 in un alloggio di Via Celoria.
Lui, Mirko Delmiglio, Carabiniere Scelto, 29 anni, in forza presso il 7 Reggimento Carabinieri Trentino Alto-Adige "Laives", è stato il primo ad intervenire. Transitava con la sua auto in zona e si è reso conto che dal palazzo provenivano fumo e fiamme. Ha tirato il freno a mano e, sprezzante del pericolo, si è lanciato nell'appartamento per cercare di salvare la vita della signora Filosi. Con lui hanno collaborato Ivan Cecchetto, Volontario della Protezione Civile, che ha suonato tutti i campanelli per invitare i residenti ad evacuare lo stabile, il ViceBrigadiere Ugo Sanna e l'Appuntato Scelto Fabio Vigo della locale Guardia di Finanza, in servizio di pattuglia in quel momento, e gli agenti della Polizia di Stato Alex Li Gioi e Alessandro Costa.
L'eroismo di Mirko e di tutti i succitati, però, purtroppo, non è servito a salvare la signora. Proprio il Carabiniere Scelto Delmiglio, infatti, durante l'ispezione degli ambienti, si è trovato dinanzi ai resti carbonizzati della signora Filosi sdraiata sul suo letto mentre i due militari della Guardia di Finanza con la manichetta antincendio hanno tenuto a bada le fiamme in attesa dell'intervento dei Vigili del Fuoco.
L'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e la Protezione Civile hanno motivo di essere orgogliosi dei loro uomini che, in virtù del loro giuramento, e del loro altruismo, hanno rischiato la vita per salvare quella di una persona in difficoltà.
Come fondatore e curatore di "Cuore Alpino", poi, non posso non congratularmi con Mirko per la grande persona che è. Il Carabiniere Scelto Delmiglio, infatti, in questi giorni si trova a casa perché il 12 marzo partirà per una Missione Internazionale in Iraq ma non è riuscito a stare con le mani in mano. Quando ha visto che c'era una vita in pericolo non ha esitato a mettersi in gioco per evitare che questo accadesse. Che dire? Massima stima e sommo onore a militari con questa tempra e questo sincero spirito di abnegazione per il Tricolore ed il Popolo che esso rappresenta.
Carissimi, sapere che un militare come Mirko segue e legge "Cuore Alpino" sin dalla sua nascita mi riempie di orgoglio e di profonda riconoscenza. Ciò che scrivo su questo piccolo e semplice blog raggiunge anche eroi e soldati da cui posso solo imparare. Vi pare poco? A me no!
L'Italia, ieri, ha avuto un motivo in più per sentirsi una Nazione fiera ed orgogliosa delle proprie Forze Armate. Sursum Corda!
Viva l'Italia, viva l'Arma dei Carabinieri, onore al Carabiniere Scelto Mirko Delmiglio!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

venerdì 15 febbraio 2019

#12febbraio - Compleanno del Caduto Langella

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", il 12 febbraio 1975 a Diano Marina, piccolo comune della provincia di Imperia, nasceva il Caporal Maggiore Capo Scelto Giorgio Langella che, tutti voi, conoscete ormai come Caduto per la Pace.
Nonostante sia caduto in quel di Kabul (Afghanistan) il 26 settembre 2006, noi che non dimentichiamo Giorgio Langella continuiamo a ricordarlo e farlo ricordare nella data del suo compleanno.
Molti ci hanno criticati per questo dicendoci che quando uno muore ormai è inutile "festeggiare" il compleanno. Ma si può davvero affermare che il ricordo sia inutile? Io credo di no!
Non è inutile ricordare in un'Italia dove gli striscioni gialli sono appesi a tutti i balconi comunali ma la memoria dei Caduti è un optional.
Non è inutile ricordare in un'Italia dove ci sono dei decerebrati che il 25 dicembre vanno ad incendiare la tomba di un Caduto.
Non è inutile ricordare in un'Italia dove ci sono personaggi di pezza col cuore di stoffa che il 4 novembre vanno a gettare a terra i fiori che l'Esercito pone sulla tomba del suo commilitone Caduto.
Non è inutile ricordare in un'Italia dove ci sono amministratori locali che confondono chi partecipa alle Missioni Onu e Nato con i mercenari.
Non è inutile ricordare in un'Italia che - il più delle volte - si vergogna del Tricolore tanto da rimuoverlo dai pennoni per far posto alle bandiere arcobaleno.
Giorgio, quando è partito per l'Afghanistan, lo ha fatto con la convinzione e la determinazione di chi sa che, quando si fa il proprio dovere, nulla è così spaventoso da poter fermare il giusto che si mette a servizio della Patria.
Giorgio, quando era in Afghanistan, durante il tempo libero dai turni di servizio, usciva dalla base e andava in mezzo alla popolazione civile per donare giocattoli, cibo e carezze ai bambini afghani. Già, Giorgio amava questi piccoli bambinetti sporchi e impolverati che, anziché poter giocare con serenità, passavano il loro tempo nel terrore e nella paura per i continui attentati e le continue rappresaglie messe in atto dai talebani.
L'Afghanistan, quello vero, è questo: violenza, paura, terrore, islam radicale, ingiustizia sociale, ... e il nostro Esercito Italiano va la per preparare tatticamente e culturalmente le forze di polizia afghane affinché siano pronte a fronteggiare i talebani con forza e fermezza.
Questo ai criminali e ai trafficanti di oppio crea problemi! Il fatto che l'Esercito Italiano vada in Afghanistan per portare pace e legalità da fastidio a molti e, credetemi, spesso ho sentito marocchini, egiziani, tunisini e turchi nati e cresciuti in Italia dire: "se non andassero nei nostri paesi con le armi nulla gli accadrebbe".
Dopo aver sentito più volte frasi come queste mi chiedo: "è davvero inutile ricordare?"
No, non è inutile ma, al contrario, è fondamentale visto cosa accade - ogni giorno - nei paesi in cui la cultura islamica prolifera e si diffonde.
L'odio per l'Occidente, per i Cristiani, per chi ama l'uguaglianza sostanziale fra l'uomo e la donna cresce e prolifera subdolo e silenzioso anche nelle nostre città. L'integrazione nell'80% dei casi rappresenta solo una facciata mal intonacata che, al primo interperio, non stenta a crollare per far posto alla vera natura del cosiddetto "integrato".
Carissimi, non mi stancherò mai di dire che la mia missione è quella di ricordare gli uomini e le donne Caduti nell'adempimento del loro dovere, portarne avanti la memoria affinché le giovani generazioni sappiano che il Tricolore non è una pezza colorata ma la Bandiera orgogliosa di una Nazione composta da eroi. Tutto il resto per me è vano e secondario.
Finché ci sarà anche un solo italiano che non si riconoscerà nei valori della democrazia, della libertà e della gloria nazionale, continuerò a scrivere e girare per le strade spiegando le ragioni del mio impegno e del mio amore per il vessillo italico chiamato Tricolore.
Viva l'Italia, viva l'Esercito, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella