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domenica 27 ottobre 2019

Quando l'orgoglio italiano... corre i 100m - Omaggio al Caporal Maggiore Scelto Monica Contrafatto

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa sera mi sono messo al pc per raccontarvi una storia che definire straordinaria è poco. La storia in oggetto si fonda su una donna, una giovane, grande, donna: Monica Graziana Contrafatto, Caporal Maggiore Scelto Ruolo d'Onore del 1 Reggimento Bersaglieri.
Non vi nego che mi tremano le dita sulla tastiera. Parlare di una così grande persona non è facile ed io mi sento il più indegno della terra a narrarvi la vita e le gesta di un militare così eroico e coraggioso.
Monica, la chiamerò solo così, nasce a Gela nel 1981. Si innamora follemente dei Bersaglieri che vede per la prima volta durante l'Operazione "Vespri Siciliani" e da quel giorno decide che anche lei sarà un Bersagliere dell'Esercito Italiano.
Qualcuno di voi si chiederà perché io abbia deciso di parlarvi proprio di Monica. Ebbene, ve lo spiego subito.
Siamo in Afghanistan, distretto del Gulistan, Provincia di Farah. E' il 24 marzo 2012 e un gruppo di schifosi terroristi, alle ore 18:00 (14:30 in Italia), lancia 3 colpi di mortaio contro la Base Operativa Avanzata (F.O.B.) "Ice" presidiata dall'Esercito Italiano sotto comando della Task Force South-East. Monica era di servizio. Si è recata ai mezzi ed in quel momento è stata colpita dalle schegge di un'altra bomba da mortaio che le hanno provocato una ferita all'arteria femorale ed una severa lesione dell'intestino. A seguito di queste ferite Monica ha perso la gamba destra e un bel pezzo di intestino.
Pensate che rimpianga qualcosa? No!
Se le si chiede: "Ma questa perdita così grave non ti ha fatto pensare che hai sbagliato vita?" ci si sente rispondere: "No, no, no. Io sono felicissima di quello che ho fatto perché comunque quando noi andiamo là andiamo a fare aiuti umanitari, andiamo a portare tipo la pace. Cerchiamo di dare la pace. Costruiamo ponti, scuole, portiamo cibo, coperte, facciamo previdenza sanitaria, quindi io ero felicissima di stare là. Ci ritornerei centomila volte. Ci sono stata - prima dell'incidente - altri sei mesi. Il cielo stellato è bellissimo, la notte le stelle ti illuminavano il viso. Gli occhi dei bambini, quando gli davi una bottiglietta d'acqua, una brioches, erano luminosi, felici. Ti riempivano di grazie. Anche le persone adulte che ti aiutavano, ti ringraziavano quando noi li aiutavamo. Io in Afghanistan ho fatto la pace, non ho fatto la guerra. Io nemici non ne ho visti. I nemici siamo noi stessi, secondo me. Io ho perso una gamba. Sarei stata nemica di me stessa se non lo avessi accettato. Vabbé ho perso una gamba ma posso fare sport e sto cercando di diventare brava nella corsa. Sono un Bersagliere e ho ricominciato a correre. Ci vuole tanto allenamento ma ci vuole forza. Io sono in pace con me stessa, sono serena. Sono un militare, sono un soldato".
Quando le viene chiesto: "A parere tuo per l'Afghanistan c'è speranza?". Lei, con quel suo splendido sorriso, risponde: "Penso che per l'Afghanistan ci sia speranza. C'è tanta gente brava là. C'è tanta gente brava che ci ha pure aiutato qualora c'erano degli ordigni sulla strada che facevamo".
E se la si incalza con: "Cosa vuol dire, per te, essere Italiana?". Lei, con sguardo innamorato, dice: "Essere fiera del mio Paese. Io sono fierissima di essere Italiana. Non cambierei la mia cittadinanza per nessun motivo al mondo. Io sono consapevole che quello che facevo, quello che i miei colleghi continuano a fare in Afghanistan, lo fanno per portare la pace e portare del bene. Se la gente la pensa in modo differente per me non è un problema. Ognuno è libero di pensarla come la vuole".
Credetemi, queste parole le ho ascoltate decine e decine di volte. Ogni volta che le ascoltavo la pelle mi si accapponava di più perché pensieri così profondi nascono solo da un cuore puro e una coscienza cristallina.
Monica ha un senso di italianità difficile da eguagliare e quasi impossibile da capire. Come si fa ad essere così radiosi e pieni di speranza dopo aver perso una gamba? Dare una risposta - qualunque essa sia - risulterebbe anacronistico.
La risposta più bella ce l'ha data Monica alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2006 quando, dopo una gara iper-adrenalinica, ha ottenuto la Medaglia di Bronzo stando dietro alla grande Martina Caironi che si è conquistata una meritatissima Medaglia d'Oro.
Monica si è innamorata dell'atletica leggera e dei 100m piani grazie ad una gara di Martina Caironi che vide quando era nel letto con la gamba appena amputata. Monica voleva essere su un podio con il Tricolore per rendere onore all'Italia. Monica ce l'ha fatta. E' salita sul podio e lo ha fatto con il suo idolo Martina Caironi.
A fine gara Monica è stata intervistata dai giornalisti sportivi e ha detto poche e semplici parole: "Il mio sogno si è realizzato. Sono contenta. Grazie a Martina ho cominciato a correre ed oggi è bellissimo vincere insieme a lei. Finalmente una gioia per me. Diciamo che a un certo punto non ce la facevo più però vedevo da lontano la medaglia ed il fatto di innalzare una bandiera in più, insieme a Martina. All'Inno d'Italia - essendo un militare - piangerò sicuro, sappiatelo".
Quello che vi ho riportato, è il piccolo e misero racconto di un Italiano che - dopo aver conosciuto la storia del Caporal Maggiore Scelto Monica Graziana Contrafatto - è ancora più ammirato ed innamorato dell'Italia.
Come sapete nel 2021 la mia Cuneo ospiterà la 69esima Adunata Nazionale dei Bersaglieri e, con questo mio umile Blog, colgo l'occasione per chiedere al Generale Comandante della Brigata Bersaglieri "Garibaldi" ed al Colonnello Comandante del 1 Reggimento Bersaglieri di mandarci - in quell'occasione - il Caporal Maggiore Scelto Contrafatto per farci vedere dal vivo com'è fatto un eroe e che volto ha un Italiano vero. Monica è personificazione vivente del Tricolore e poterla incontrare sarebbe per me un onore senza pari. Probabilmente il mio cuore batterà allo stesso modo nel quale ha battuto quando ho sostato presso il sepolcro del Milite Ignoto.
Carissimi, speriamo questo mio appello raggiunga chi di dovere. Intanto mi congedo da voi con la tastiera ma non con il cuore invitandovi ad urlare con me: "Ictu impetuque primus" che significa: "Primo nel colpire e nell’assaltare".
Viva l'Italia, viva i Bersaglieri, onori al Caporal Maggiore Scelto Monica Graziana Contrafatto!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

lunedì 21 ottobre 2019

Ragazzi col fucile in braccio... per noi. Grazie.

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", per la prima volta da quando il Blog è nato vi riporto la riflessione di un santo Sacerdote che voluto scrivere un'ode ai nostri giovani militari italiani.
Padre Vito, questo il suo nome, scrive: "Per guadagnarsi da vivere si deve essere disposti a lavori pesanti. A volte, per di più, si lavora a rischio della propria vita. E' la condizione di tanti, anche se non di tutti. Tra i lavori più rischiosi c'è quello del militare, che deve impugnare le armi e difendere con queste la vita degli altri, a rischio della propria. Li vediamo spesso, specialmente in città. Dedichiamogli la necessaria attenzione mente sono vivi. Meritano ben di più di un minuto di silenzio - doveroso! - in caso di morte sul posto di servizio.
Difendono i fedeli che si recano nei luoghi di culto più importanti. In effetti non difendono Dio, che non ne ha bisogno, ma il papa, i cardinali, i vescovi, i preti, le suore, i fedeli, i visitatori provenienti da tutto il mondo. Che bello, tutti questi possono pregare tranquilli, perché c'è chi vigila, rischiando al posto loro. C'è una postazione anche a difesa della Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma. Un giorno, passando, non vedevo i due militari che solitamente sono di guardia vicino all'ingresso, a fianco alla loro camionetta. Li trovo, fatti pochi passi, all'ombra dell'obelisco! Ci siamo fatti una bella chiacchierata all'ombra, ringraziando... chi l'aveva commissionato in Egitto millenni or sono, chi l'aveva scolpito e istoriato, e chi l'aveva collocato proprio lì, ai tempi di Costantino, per... proteggere dall'insolazione quel giovane soldato e quella gentile soldatessa.
Difendono i passanti nei luoghi di traffico affollato. Prime fra tutte le stazioni della metropolitana. Il pensiero di trovarsi coinvolti, sottoterra, in un tunnel buio e stretto, su un treno devastato da un'esplosione fa rabbrividire. Speriamo che questi bravi militari aiutati dalle telecamere, dagli addetti ai controlli, sappiano individuare le facce sospette, i bagagli insoliti.
Difendono le case di rappresentanze importanti. Niente mi muove a criticare loro, perché si tratta, per esempio di ambasciatori di altri stati esposti a rischi. Tuttavia, in alcuni casi, i soldati di guardia, a rischio della vita, difendono una casa vuota. Mi è successo, di ritorno da una breve passeggiata serale. Di solito mi fermo e, se non c'è traffico in quel momento, scambiamo qualche parola con i due militari. Giorni fa mi è venuto spontaneo chiedere: "Sapete se in casa c'è qualcuno?". La risposta è stata: "No". Sono rimasto stupito, pensavo che avrebbero diritto di sapere se stanno difendendo persone oppure cose. Due giovani erano lì per ore e ore, sotto un sole cocente, con la divisa imbottita, imbracciando un fucile molto pesante, in una strada stretta, percorsa a notevole velocità da mezzi rumorosi e puzzolenti. E questo per... nulla! Mi hanno fatto una grande pena, accompagnata da un sentimento di disapprovazione. Rosmini chiama questo con un termine preciso: "risentimento giuridico". E' ciò che si prova davanti ad una imposizione che schiaccia e viola la persona e la sua dignità. E' proporzionato alla stima della dignità intrinseca da riconoscere a quelle persone. E' da "rigettare la deformità morale che accompagna quella violazione". Egli auspica "maggiore rispetto, minore violazione di tutti i diritti".
Anni addietro la parrocchia affidata ai rosminiani in Sicilia aveva una colonia al mare, prefabbricata. Da settembre a giugno non veniva utilizzata. Un caro anziano della borgata, che abitava proprio nei pressi, si era incaricato di custodirla, dietro un modesto compenso. Una volta mi chiese se, in caso che notasse dei ladri, era opportuno che egli difendesse la colonia sparando col suo fucile da caccia. Lo guardai e gli dissi: "Ma davvero credi che i letti, i materassi, i tavoli e le sedie, i piatti e le pentole che abbiamo qui valgano più della tua vita o della vita di un'altra persona?". (Padre Vito Nardin, Preposito Generale dell'Istituto della Carità (Rosminiani), su "Charitas - Bollettino Rosminiano", Anno XCIII n. 8-9 - agosto - settembre 2019)
Ho voluto dare eco ed enfasi a questo scritto perché quando l'ho letto mi ha creato una grande emozione. Nelle parole di Padre Vito, con il quale ho avuto il piacere di vivere per un anno al Sacro Monte Calvario di Domodossola, ho ravvisato l'amore ed il rispetto che moltissimi Cittadini hanno nei confronti dei giovani soldati impegnati nell'Operazione "Strade Sicure". Purtroppo sono poche le persone che hanno il coraggio di fermarsi a riflettere sul servizio che questi giovani svolgono a tutela della collettività. Ancora meno sono quelli che, quando li incontrano, perdono qualche momento per un saluto e un sorriso. Questo mi addolora molto perché oggi la riconoscenza sembra divenuta un optional. Sempre più "italioti" hanno il coraggio di dire: "Quando si arruolano sanno a che rischi vanno incontro". Come se uno che fa il falegname sa che potrebbe portarsi via la mano con una sega circolare. Che ragionamenti del ...!
Carissimi, ormai sono anni che mi occupo del Caduto Langella e che racconto le storie di chi, quotidianamente, indossando un'uniforme, spende la sua vita per la nostra incolumità. Da quando ho iniziato ho conosciuto tante brave persone, tanti amministratori locali sensibili e tanti cittadini coscienti. Ma, ahimé, com'è inevitabile, ho incontrato tanti personaggetti che si atteggiano a Capi di Stato Maggiore non essendolo manco alla lontana. Ho conosciuto persone becere e arroganti. Ho avuto a che fare con persone maleducate e supponenti. Risultato? Non ho mai smesso, non mi sono mai arreso e non gliel'ho mai data vinta. Sapete perché? Perché sento di avere un senso di responsabilità verso tutti voi miei lettori ma, soprattutto verso quei ragazzi e quelle ragazze che - anziché stare al sollazzo o sul divano col Reddito di Cittadinanza - donano la loro vita allo Stato per la difesa della Patria e delle Libere Istituzioni.
Senza di voi, dunque, tutto questo non sarebbe possibile ed una sola cosa posso dirvi: Grazie. Grazie di esistere. Grazie per il vostro seguito. Grazie per il vostro affetto. Ad majora!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

giovedì 3 ottobre 2019

Operazioni della Guardia di Finanza in contrasto al lavoro nero

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", è con immensa soddisfazione che dedico il primo Post del mese di ottobre al Corpo della Guardia di Finanza che, in questi giorni, ha messo in atto tutta una serie di azioni atte a contrastare concretamente il lavoro nero.
La Tenenza di Fossano, facente parte del Comando Provinciale di Cuneo, dopo accurate attività investigative, è giunta in un'azienda ristoratrice del saviglianese ove ha rilevato personale impiegato "in nero". Al momento dell'accertamento risultavano sprovvisti di contratto di assunzione e/o di chiamata ben sette operatori in forza lavoro. Questo comportamento messo in atto dal titolare dell'azienda è lesivo della dignità del lavoratore che - con questo trattamento - è stato depauperato dei contributi previdenziali, di un adeguato trattamento retributivo, dell'assicurazione sanitaria e dell'assicurazione Inail che lo tutela in caso di infortunio sul luogo di lavoro.
I militari della Guardia di Finanza, con grande professionalità, hanno inoltre calcolato che oltre il 20% del personale in forza al momento del controllo era "in nero" ed hanno perciò provveduto a segnalare l'anomalia al locale Ispettorato del Lavoro chiedendo che provvedesse alla sospensione immediata dell'attività imprenditoriale come previsto dalla Legge sulla Sicurezza dei Luoghi di Lavoro.
Caso analogo, sempre in questi giorni, è avvenuto a Cecina dove gli uomini delle Fiamme Gialle, appartenenti al Comando Provinciale di Livorno, hanno ispezionato un esercizio commerciale scoprendo che i due dipendenti in forza lavoro erano "in nero" e sconosciuti alla Previdenza.
Anche qui, come nel caso di cui sopra, i militari della Guardia di Finanza hanno allertato l'Ispettorato del Lavoro di Livorno per la sospensione immediata dell'attività.
Sempre in Provincia di Livorno, nel comune di Rosignano Marittimo, la Guardia di Finanza ha ispezionato un Bar senza cucina ove il titolare dell'azienda aveva in forza lavoro un uomo e una donna - entrambi 30enni - senza regolare contratto di lavoro. I militari della Guardia di Finanza, intervistati da "Qui News Cecina.it" hanno precisato che l'imprenditore cecinese - a seguito del loro controllo - "dovrà regolarizzare nei confronti dell'Inps e dell'Erario le inadempienze commesse, pagando una "maxi-sanzione" pari a 5400 €uro".
In questi giorni il Governo Italiano sta mettendo a punto le ultime modifiche alla Legge di Bilancio e in televisione si fa un gran parlare della lotta all'evasione e del contrasto al lavoro sommerso (o lavoro in nero). Le attività pressoché quotidiane messe in atto dalla Guardia di Finanza si inseriscono in modo più che pertinente in un cammino lungo, complesso e tortuoso atto a

  • contrastare i soggetti che, con la loro evasione fiscale, creano effetti catastrofici sull'economia reale;
  • tutelare la sicurezza e l'incolumità di quei lavoratori a cui è stata negata in modo fraudolento la possibilità di avere una posizione previdenziale, assicurativa e contributiva degna e dignitosa.

Carissimi, nel ringraziarvi ancora per il grande affetto con cui seguite "Cuore Alpino", vi invito a ricordarvi sempre che in Italia ci sono grandi eccellenze da onorare e la Guardia di Finanza è una di quelle. Come già ho fatto in altre occasioni vi sprono a fare un sorriso e a dire un "grazie" a quegli uomini e a quelle donne che ogni giorno si alzano dal letto per andare nelle Caserme della Guardia di Finanza a servire la Patria e il Popolo Italiano.
Nec recisa recedit!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli alpini Giorgio Langella