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giovedì 1 novembre 2018

Ciao Luigi, ciao "amico combattente"!

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", sono le 23:31 del 31 ottobre e - mentre gli altri sono a festeggiare Halloween in questa o quella discoteca - io mi trovo nella mia cucina a fissare lo schermo del computer sul quale ho le foto che ho fatto stamattina al funerale del Caporal Maggiore Capo Luigi Sorrentino presso la Chiesa di Sant'Alfonso in Torino.
Non posso ancora credere che tutto questo sia successo. Non voglio credere che Luigi non sarà più con noi.
Molti di voi si chiederanno perché abbia deciso di scrivere di Luigi Sorrentino e molti altri ancora si chiederanno chi sia costui. Bene, è bene che vi risponda.
Luigi Sorrentino era un Alpino, un Alpino con la "A" maiuscola. Luigi Sorrentino prestava servizio al 2 Reggimento Alpini di Cuneo. Luigi Sorrentino, il 26 settembre 2006, era a Kabul su un mezzo dell'Esercito Italiano e - durante una ricognizione come tante - ha visto saltare in aria e morire il nostro amato Giorgio Langella.
Luigi Sorrentino era il fratello che Giorgio non aveva mai avuto e loro si chiamavano reciprocamente "fratello". Oggi, dunque, abbiamo dato l'estremo saluto al fratello di Giorgio.
Non posso descrivervi la sofferenza che ho provato quando, appena smontato dal lavoro, Francesca, la moglie di Giorgio, mi ha telefonato e mi ha dato la triste notizia. Io Luigi l'ho incontrato solo due volte ma quelle due volte mi sono bastate per capire che ero in presenza di un eroe.
Luigi in Afghanistan si ammalò di Leucemia ma la combatté con tutte le sue forze e la sconfisse. Luigi desiderava con tutto se stesso tornare operativo presso il 2 Reggimento Alpini ma il destino sembrava volerglielo impedire. Da qualche anno ormai prestava servizio presso la Scuola di Applicazione ma il suo cuore era ancora al "Doi" e la sua testa pure. Luigi desiderava riabbracciare i suoi commilitoni e continuare a marciare in quel di Cuneo.
Il destino avverso non glielo ha permesso e lui ha sofferto, sofferto tanto. Ogni volta che gli ho parlato, ogni volta che telefonava a Francesca, Luigi dava a vedere una grande forza ma, sotto sotto, dimostrava di soffrire come un cane per quello che la vita gli stava chiedendo. Non aveva avuto paura della leucemia ma aveva il terrore di non poter tornare più al Secondo.
Il suo terrore si è concretizzato. Luigi, il 25 ottobre 2018, nella sua casa di Torino ha deciso di fare i conti col suo destino e si è tolto la vita. Come vi ho scritto poc'anzi, ancora non ci credo. Non posso credere che un combattente come lui abbia lasciato spazio allo sconforto e abbia deciso di chiudere la sua vita in questo modo.
Stamattina ero lì. Ero a Torino, nella parrocchia di Luigi e ho avuto l'onore e il privilegio di poter toccare la sua bara per l'ultima volta e dirgli il mio ultimo ed insignificante "grazie" per esser stato l'ultimo a mettere il cappello alpino sulla bara di Giorgio prima che venisse aerotrasportato in Italia dopo l'attentato.
Stamattina ero a fianco di Francesca, come ormai faccio da anni, e quando l'ho vista piangere mi è caduto il mondo addosso perché so bene che in cuor suo ha rivissuto la morte di Giorgio e i terribili giorni che ne sono seguiti.
Mi sono nuovamente chiesto perché? Perché devono sempre soffrire le stesse persone? Perché in questo mondo ci sono persone che soffrono le pene dell'inferno e altre che stanno benissimo?
Queste sono domande a cui non sono in grado di rispondere e so che solo la fede può dare un senso a tutto questo ma ciò non toglie che - come tutti - io abbia il diritto di pormele.
Anni fa, l'8 dicembre 2010, dinanzi ad una bellissima effige della Madonna Addolorata custodita in un santuario delle montagne ossolane, chiesi alla Madre di Dio di mai più far morire un Alpino del Doi ma di prendere piuttosto la mia vita. Ogni volta che un soldato del 2 Reggimento Alpini posa lo zaino a terra, per avviarsi verso il Paradiso di Cantore, l'Italia perde un brandello della sua Bandiera, il Tricolore perde un po' del suo colore, la società perde un importante membro della sua storia.
Al momento il Signore non ha accettato la mia richiesta ed io accetto la sua sacro santa volontà: fiat voluntas Sua! Ma, oggi, in quella splendida chiesa torinese, ho rinnovato il mio voto. Ho chiesto al Signore delle Cime di risparmiare le sofferenze agli Alpini del Doi e di farmi strumento per esser loro di aiuto e di sostegno.
Luigi ora, da lassù, assieme a Giorgio, potrà aiutarmi ad essere una persona migliore ma, soprattutto, potrà insegnarmi ad essere maggiormente capace di stare al fianco delle Truppe Alpine con special affetto per il Doi.
Carissimi, unitevi a me nella preghiera affinché il Signore accetti il caro Luigi nel Suo Regno e porti a ciascuno di noi un po' dell'amore che egli aveva per l'Esercito, la Patria e le istituzioni tutte.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onore al 2 Reggimento Alpini!
Elia

giovedì 25 ottobre 2018

Il 7 Reggimento Carabinieri "Laives" esempio di Forza Armata

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", ogni anno, nelle più importanti piazze italiane si celebra la Festa Nazionale delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale meglio conosciuta come 4 Novembre (dal giorno in cui viene celebrata).
Come ormai faccio da anni, anche quest'anno, desidero scrivere qualcosa su questa festa facendo particolare riferimento ad una componente delle Forze Armate italiane che svolge la propria attività a servizio del Cittadino in sudditanza al Tricolore.
In questa breve - e sicuramente non esaustiva riflessione - desidero parlarvi di una componente specialistica dell'Arma dei Carabinieri che opera il Alto Adige: il 7 Reggimento Carabinieri Laives.
Il 7 Reggimento è un'unità operativa preposta allo svolgimento delle Missioni Estere anche di alto profilo operativo con compiti che vanno dalla Polizia Militare, al mantenimento della Pace, all'Ordine Pubblico nei teatri operativi più svariati Albania, Kosovo, Macedonia, Eritrea, Etiopia, Iraq, Afghanistan, Libano, Somalia, ...
Il Colonnello Stefano Iasson, comandante del 7 Reggimento dal 2011 al 2015, durante un'intervista fattagli in occasione della cessione del Comando disse che: "C'è del personale molto preparato che per entrare in questo reparto segue dei corsi e supera una selezione. Questo è molto importante per creare un'elitè! Il servizio presso questo Reggimento è stato entusiasmante. Lascio un reparto di uomini molto molto preparati. L'emozione è forte perché lasciare dopo tutti questi anni una serie di fratelli - sono il fratello maggiore ma questi sono dei fratelli - mi pesa dal punto di vista personale".
Il Colonnello Michele Facciorusso, attuale Comandante del 7 Reggimento e successore di Iasson, con non poca emozione ha fatto seguito dicendo: "Ho cominciato nel 2003 con l'Iraq, ho fatto due turni in Iraq, due turni in Afghanistan, un turno in Libano, un turno in Kosovo, un turno in Bosnia, e il mio ultimo incarico è stato a Kabul al Comando Isaf. Con il Reggimento ho lavorato tantissimo; quindi li conosco veramente bene. Conosco bene l'impegno del Reggimento all'estero sia nelle missioni fuori area sia nelle varie Ambasciate dove i nostri ragazzi sono presenti".
Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali dei Comandanti del 7 bisogna dire che questo non è un reggimento come gli altri. Il 7 Reggimento Carabinieri Laives, come recita il suo motto, è "Sempre e Ovunque" presente per aiutare la popolazione, addestrare e formare le forze di polizia delle nazioni estere, fornire sicurezza alle Rappresentanze Diplomatiche italiane nei paesi a maggior rischio, svolgere operazioni di polizia militare ed essere un'unità specializzata Nato che viene impiegata in tutti i principali teatri ed operazioni. La storia militare ci dice che è un'unità specificamente richiesta dai vertici Nato che, in molteplici occasioni, hanno potuto constatare la grande operatività, professionalità e competenza dei Carabinieri di Laives.
All'interno del Reggimento, inoltre, ci sono tiratori scelti, artificieri, soccorritori militari, pattugliatori scelti, sciatori, istruttori di arti marziali, atleti, ... e tutte quelle figure professionali che possono essere impiegate in situazioni emergenziali come sono state L'Aquila (terremoto), Amatrice (Terremoto), Macerata (terremoto), e molte altre località. Quando c'è necessità di competenza e alta formazione di sicurezza il Ministero della Difesa non esita a schierare il 7 Reggimento quale punta di diamante delle Forze Armate italiane.
Carissimi, per molti il 4 Novembre è una festa da abolire, per altri è l'occasione per fare un po' di folclore, per altri ancora è un'occasione per ritrovare ex-colleghi ed ex-commilitoni... Per me, invece, il 4 Novembre è la festa delle feste, l'occasione per essere vicino a tutti quegli uomini e quelle donne che, ogni giorno, sprezzanti del pericolo e delle incombenze della loro professione, indossano un'uniforme e si recano nelle centinaia di caserme del nostro territorio nazionale per garantire agli Italiani ed alle Libere Istituzioni i valori della pace, della democrazia e della legalità.
Il 4 Novembre non è una giornata simbolica e neppure una mera commemorazione storica ma la celebrazione viva e vibrante della maestosità e della gloria del Tricolore personificato e vissuto nei membri delle nostre Forze Armate.
Ogni mattina un militare del 7 Reggimento Cararabinieri "Laives" indossa l'uniforme, infila gli anfibi, saluta la famiglia e va in caserma dove riceve addestramento, formazione, istruzione e tutto quanto gli serve per svolgere al meglio la sua missione a servizio del Paese.
Essere un Carabiniere non è per nulla semplice. Si viene additati come "mercenari", "signori della guerra", "sbirri", ... ma - ci tengo a ribadirlo - dietro all'uniforme a bande rosse c'è un figlio, un fratello, un padre, un fidanzato, un marito, ... che ha una sola colpa: amare la propria uniforme e la propria Bandiera più di qualunque altra cosa! Questo lo sanno bene le spose e le fidanzate di un Carabiniere che devono dividere l'affetto del loro innamorato non con un'altra donna ma con una rivale che non potranno mai battere: la Patria!
A conclusione di questa mia riflessione, voglio chiedervi di vivere il 4 Novembre con lo spirito di chi sa di dover essere riconoscente verso chi spende la sua esistenza per la sicurezza della nostra con una particolare attenzione - quest'anno - per i militari del 7 Reggimento Carabinieri Trentino Alto Adige.
Viva l'Italia, viva l'Arma dei Carabinieri, Sempre e Ovunque!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

mercoledì 3 ottobre 2018

E' vero che i Carabinieri non lavorano?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", in questi giorni ho avuto occasione di parlare con un ragazzo che mi ha detto quanto poco - secondo lui - lavorino i Carabinieri per contrastare le mafie e la criminalità organizzata. Allora, come sempre faccio, mi sono messo in azione per cercare di dimostrargli che quello che ha detto non solo è falso ma, anche e soprattutto, frutto della sua poca informazione.
Mi sono documentato e ho deciso di prendere tre operazioni svolte in questi ultimi giorni per dimostrare al saccente ragazzo che non è importante ciò che crede lui ma bensì ciò che accade nella realtà del quotidiano.
La prima operazione si è svolta nella serata del 21 settembre 2018 ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Torino Mirafiori.
I militari dell'Arma, dopo attenta analisi e monitoraggio del territorio, hanno svolto un'operazione antidroga nei maggiori parchi di Torino: Parco Ginzburg, Parco Lager dei Nazisti, Parco Europa, Parco Ruffini, Parco del Valentino e Monte dei Cappuccini. In questi luoghi, infatti, è nota l'interazione fra spacciatori e fruitori di sostanze stupefacenti che, ahimé, molto spesso, sono minorenni.
L'operazione, portata avanti con l'ausilio del Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Volpiano, ha portato al controllo di diciotto soggetti con:

  • la segnalazione di un 17enne alla Prefettura di Torino per assunzione di marijuana;
  • l'arresto di un gabonese di 32anni in Corso Monte Grappa (zona Parco Ruffini) per possesso di diverse dosi di eroina;
  • l'arresto di un marocchino di 48 anni al Parco del Valentino per possesso di ventinove ovuli di sostanze stupefacenti fra eroina e cocaina.

La seconda operazione si è svolta nella serata del 01 ottobre 2018 ad opera dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna.
Il Colonnello Pierluigi Solazzo, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, ha predisposto una task-force antidroga nelle zone Bolognina, Pilastro, Santo Stefano e Montagnola per mettere fine alle scorribande delinquenziali degli spacciatori cittadini.
I militari del Nucleo Operativo Radio Mobile hanno arrestato due cittadini tunisini di 34 e 29 anni colti in flagrante mentre spacciavano 3 grammi di eroina ad un 32enne italiano in un parchetto fra Via Frati e Via Pirandello.
Poco dopo, i colleghi del Comando Provinciale hanno controllato cinquantasette persone in zona Montagnola e zona universitaria intervenendo su sette soggetti:
due sono stati segnalati per uso personale di sostanze stupefacenti (ex. art. 75 DPR 309/90);
due sono stati segnalati per inosservanza dei Provvedimenti Prefettizi (DASPO Urbano);
un immigrato irregolare è stato denunciato all'autorità giudiziaria per inottemperanza al foglio di via obbligatorio;
due cittadini del Gambia sono stati denunciati per detenzione di sostanze stupefacenti dopo esser risultati in possesso di quindici grammi di marijuana.
La terza operazione si è svolta nella nottata del 02 ottobre 2018 ad opera dei Carabinieri del Comando Provinciale di Genova che hanno controllato le zone di Pré, Piazza Fossatello e Via San Luca.
Il Capitano Michele Zitiello, da poco arrivato al comando della Compagnia Carabinieri Genova Centro, ha impiegato trenta militari per controllare i caruggi genovesi e le zone a maggior rischio delinquenza in modo da far vedere la precisa e puntuale presenza dello Stato a difesa delle persone oneste e per bene.
Tra Via San Luca, Via del Campo e Piazza Fossatello i militari dell'Arma hanno preso in flagrante quattro pusher che stavano vendendo una dose e li hanno tratti in arresto consegnandoli nelle mani della magistratura. Ai dieci soggetti che erano intenti ad acquistare le sostanze illegali, invece, è toccata la segnalazione quali assuntori all'autorità giudiziaria cittadina.
All'interno dell'operazione di vigilanza, i Carabinieri si sono inoltrati nei celebri caruggi controllando cinque esercizi commerciali e comminando quattro sanzioni amministrative per irregolarità pari ad un valore di 15mila600euro. Alle sanzioni si sono aggiunti poi il sequestro di 12kg di alimenti di provenienza estera non tracciata correttamente e la chiusura di un locale poiché gestito da un soggetto non in regola con il Permesso di Soggiorno e presenza di numerosi lavoratori "in nero".
Tutto questo è stato possibile grazie al magistrale lavoro di sinergia che c'è stato fra i Carabinieri della Compagnia Genova Centro, del Nucleo Operativo Radio Mobile, del Nucleo Anti Sofisticazione e del Nucleo Ispettorato del Lavoro coordinati, come suddetto, dal Capitano Zitiello che, in conferenza stampa, ha dichiarato: "abbiamo intenzione di fare del nostro meglio per far vedere quanto più possibile la nostra presenza ai cittadini".
Quello che vi ho scritto quest'oggi non è che la punta di un grande iceberg. L'Arma dei Carabinieri, ogni giorno, svolge operazioni di questo tipo in tutte le regioni della nostra Penisola e, ve lo assicuro, non c'è Comando Provinciale ove non si compia almeno un arresto al giorno.
Purtroppo, poco si parla del grande lavoro svolto quotidianemente dai Carabinieri perché i telegiornali sono più interessati al gossip e al pettegolezzo che alle cose serie. E' più facile sentir parlare della nascita di una foca che di un blitz compiuto dalle forze dell'ordine. E' più comune sentir parlare delle corna che un vip prende da un altro piuttosto che di un Carabiniere ferito in servizio.
L'Italia è una Nazione dalla memoria corta, incline a dimenticarsi di chi fa del bene per far posto a frivolezze e pettegolezzi degni delle più squallide donnette di provincia!
Carissimi, il fatto che non si vedano inseguimenti, sparatorie, perquisizioni, cinofili in azione... non significa che tutto questo non accada. Le carceri italiane sono sovraffollate perché c'è qualcuno che lavora seriamente e quotidianamente per condurvi inquilini.
Quando vediamo un Carabiniere in divisa non neghiamogli né un saluto né un sorriso perché il suo lavoro è la nostra garanzia di sicurezza ed incolumità.
Viva l'Italia, viva i Carabinieri!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

mercoledì 26 settembre 2018

12esimo anniversario della morte di Giorgio Langella

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", come vi ho promesso nei giorni scorsi, vi riporto di seguito il breve "discorso" che ho tenuto al Cimitero Urbano di Boves (Cuneo) sulla tomba del Caduto per la Pace Giorgio Langella nel 12esimo anniversario dell'attentato che ce lo ha portato via.
A nome e per conto della Famiglia Langella porgo il mio più sincero saluto a tutti voi che, per la dodicesima volta, avete voluto essere presenti nel giorno anniversario della morte di Giorgio Langella.
Un affettuoso e rispettoso saluto lo porgo ai cari Alpini qui presenti che, nonostante l'esiguo numero di militari in caserma per via dell'Operazione "Strade Sicure", hanno voluto essere qui per onorare Giorgio e la sua memoria.
Al neo-arrivato Comandante del Doi voglio augurare tutto il meglio per ciò che sarà chiamato a svolgere in questo celebre e glorioso Reggimento che è senza dubbio custode della storia alpina.
Agli Ufficiali, sottufficiali, soldati di truppa e graduati voglio assicurare il mio ricordo nella preghiera, la mia personale vicinanza e l'affetto di tutta la popolazione civile che segue le iniziative e gli scritti del Gruppo "Cuore Alpino" da me fondato.
Dal 26 settembre del 2006 sono passati 12 anni.
12 anni di sofferenza per la mamma Giuliana e per la vedova Francesca.
12 anni di sofferenza per i colleghi, gli amici e i conoscenti.
12 anni che hanno stravolto le vite di Ida, Luigi, Gigi e quanti hanno avuto l'onore ed il privilegio di conoscere Giorgio.
In questi ultimi anni ho iniziato a portare personalmente la storia di Giorgio negli ambienti giovanili e in giro per l'Italia. Sono stato invitato a parlare di lui in molti luoghi e ho messo on-line un Blog per farlo conoscere, amare ed apprezzare.
Di Giorgio si parla nel mondo alpino ma anche e soprattutto in quello dell'Arma dei Carabinieri che, da quando ho iniziato la mia missione, mi è stata vicina e ha collaborato.
Di Giorgio si parla alla Scuola Allievi Carabinieri "Cernaia" di Torino, al 7 Reggimento Carabinieri Trentino Alto Adige "Laives" e negli Stormi dell'Av.Es. ove numerosi amici prestano servizio.
La maggior parte delle persone che parla di Giorgio o che viene devotamente sulla sua tomba non lo ha conosciuto ma sente la necessità di onorare un Caduto che ha avuto una sola colpa: mettere il Tricolore e l'Esercito Italiano in cima alle sue priorità di vita.
Di Giorgio si parla in Repubblica Centrafricana dove noi di "Cuore Alpino" abbiamo donato decine di alberi da frutta ai bambini di Bozoum che sono privi del necessario.
Di Giorgio si parla in Benin, Etiopia, Somalia ed Eritrea dove, grazie ai Frati Minori Cappuccini, noi di "Cuore Alpino" riusciamo a curare i bimbi affetti da malaria.
Di Giorgio si parla all'Ospedale "Bambin Gesù" di Roma dove, grazie alla generosità di Francesca, c'è una macchina salvavita per i bimbi pediatrici colpiti da tumore.
Un motto dice che "nessuno muore davvero fino a quando ci sarà anche una sola persona che lo porta nel cuore". Questo significa che Giorgio è vivo qui, in mezzo a noi, perché nel nostro cuore un posto per lui c'è e ci sarà sempre.
Sono 12 anni che portiamo avanti iniziative in onore di Giorgio. Molti ci hanno criticato per questo. Qualcuno ha rubato le statuette dalla tomba. A Natale di qualche anno fa qualcuno si è preso il piacere di bruciargli la tomba. L'anno scorso qualche solerte bovesano si è rivolto alla stampa locale per far rimuovere l'alberello di Natale fatto allestire con amore dalla moglie ma noi che abbiamo il "Cuore Alpino" non ci rassegniamo.
Concludo con un pensiero affettuoso rivolto a chi in questi anni ha sostenuto la nostra causa e le nostre battaglie.
Un particolare ricordo va al Colonnello Fabrizio Recchi che, per primo, si è speso affinché qui a Boves si intitolasse un luogo al Caduto Langella; ed un ricordo speciale va ai nostri ragazzo del Doi che oggi sono dislocati in varie località italiane per pattugliare e presidiare luoghi sensibili a tutela del Popolo Italiano.
Loro, questi soldati, sono la parte sana della nostra Nazione e Giorgio, il nostro Giorgio, da lassù li protegge.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onori ai Caduti del Doi!
Mentre noi eravamo a Boves per celebrare la Santa Messa e per portare i dovuti onori sulla tomba di Giorgio, in Liguria, a Diano Marina (Imperia), la signora Giuliana e la sua amica Antonella erano con una delegazione dell'Esercito e della Croce Rossa Italiana a rendere i medesimi onori nella cittadina che ha dato i natali all'"Angelo dei Bambini".
Carissimi, a conclusione di questo mio post desidero ringraziare ancora una volta il Colonnello Orsi, Comandante del 2 Reggimento Alpini, per l'affetto e la stima che ha dimostrato stamane con la sua presenza e le sue parole e Don Mauro Cappello, Cappellano Militare del Doi, per le belle parole e la gradita benedizione che ci ha impartito al campo santo.
La memoria di Giorgio vive in questi piccoli gesti fatti da uomini veri che non cercano la gloria ma solo la giustizia sociale e il vero sapore della verità.
Grazie a tutti voi per la pazienza e la costanza con cui seguite tutto ciò che pubblico su "Cuore Alpino"; senza di voi tutto questo non sarebbe possibile. Grazie di cuore. Sempre vostro.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

venerdì 14 settembre 2018

Un militare può avere paura?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", l'altro giorno, parlando con dei colleghi in sala pausa, ho sentito dire che un militare che va in missione all'estero o che esce di notte per sedare una rissa non può permettersi il lusso di avere paura. Ma è davvero così?
Il Comandante Alfa, tra i fondatori del Gruppo Interventi Speciali dell'Arma dei Carabinieri (G.I.S.), una notte, durante una Missione a Nassiryia (Iraq), poco tempo dopo il tragico attentato alla base italiana, ha ricevuto una chiamata del suo Colonnello perché c'è appena stata un'esplosione sospetta in paese. Lui racconta così l'accaduto:
"C'è il rischio si tratti di un'imboscata. Blindato II, III e Mitsubishi in azione. Nessuno ha bisogno di aggiungere altro. Di corsa ognuno raggiunge la propria postazione.
Con noi viene anche la paura. C'è. Esiste. La si sente nell'aria, quasi fosse un odore. Un odore impalpabile, una nebbia che scende fredda e improvvisa nella notte e ti si appiccica addosso senza lasciarti scampo. La sensazione più arcaica tra quelle provate dall'uomo.
La paura dell'ignoto, del nemico, del pericolo, della morte. Riesco a riconoscerne i contorni nel silenzio composto e austero dei miei compagni. Anche questo fa parte di noi. Siamo uomini. La paura fa parte di noi. E' presente nella nostra vita da sempre e giorno dopo giorno abbiamo imparato a conviverci e a tenerla sotto controllo. Non ci si abitua mai all'idea di morire e gli sguardi che s'incrociano tra gli uomini sono dignitosamente silenziosi. Tutti deglutiscono con aria severa. Nel silenzio di riconosce il pericolo a cui ognuno sta andando incontro ma allo stesso tempo la consapevolezza di essere un tutt'uno, la certezza dell'importanza del proprio ruolo, la coscienza di essere realmente in grado di agire e di vincere". (Comandante Alfa, "Cuore di Rondine", Edizioni Tea, Pagine 31-32)
Carissimi, dopo queste poche righe scritte da un grande Luogotenente dell'Arma dei Carabinieri che appartiene al G.I.S. sin dal 1977, penso non ci sia molto da aggiungere. La paura non è un difetto ma una componente fondamentale della vita di ogni uomo. I militari, in questo caso i Carabinieri, non ne sono privi. La differenza fra un buon militare ed un militare mediocre sta nel modo in cui questi affronta la paura.
La mia stima verso chi indossa una divisa cresce di giorno in giorno e spero che, anche grazie a "Cuore Alpino", cresca pure la vostra.
Viva l'Italia, viva l'Arma dei Carabinieri!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langell

lunedì 10 settembre 2018

2 Reggimento Alpini: il Colonnello Fontana cede il comando al Colonnello Orsi

Carissimi amici al "Cuore Alpino", tre giorni fa, il 7 settembre 2018, nella piazza d'armi della Caserma "Ignazio Vian" di Cuneo vi è stata l'importante cerimonia di cambio del comando al 2 Reggimento Alpini.
Il Colonnello Enrico Fontana, dopo un anno e mezzo di valido e riconosciuto impegno militare, ha lasciato al guida del Doi nelle mani del Colonnello Marcello Orsi. Fontana verrà ricordato soprattutto per aver portato, nel secondo semestre del 2017, gli uomini del 2 Alpini in Afghanistan e riaverli portati tutti sani e salvi in Italia.
Il Colonnello Orsi, ancora poco conosciuto in Granda, è preceduto da un importantissimo curriculum che lo vede Ufficiale di comprovata esperienza in Italia e all'estero. Prima di essere assegnato alla guida del 2 Alpini, Orsi operava presso il Dipartimento Impiego del Personale dello Stato Maggiore dell'Esercito.
La cerimonia del passaggio di consegne con il toccante momento dello scambio della Bandiera di Guerra del Reggimento si è svolta dinanzi al Generale Massimo Biagini, Comandante della Brigata Alpina Taurinense e delle massime Autorità Militari e Civili della provincia di Cuneo.
Toccanti le parole del Colonnello Fontana che, come riporta "La Stampa", ha detto: "Lascio nelle mani del colonnello Orsi un’unità alpina e solida, composta da personale addestrato, di forte tempra e provata esperienza, maturata in territorio nazionale e internazionale. 
Attualmente, il 2 Reggimento Alpini opera, con oltre 400 alpini, nelle operazioni di pubblica sicurezza nelle città di Torino, Vercelli, Aosta, Bardonecchia, Ventimiglia, Genova, Roma (Fiumicino) e Brescia".
Carissimi, vi riporto questa notizia pur non avendola vissuta personalmente visto che non ho ricevuto l'invito per partecipare alla cerimonia. Nonostante ciò, però, tengo a dire che la mia vicinanza non è mancata e che la Famiglia del Caduto per la Pace Giorgio Langella, Caduto del 2 Reggimento Alpini, non smette mai di pregare per tutti i membri del Reggimento con particolare attenzione per quelli che prendono parte alle Missioni Internazionali di Pace.
Faccio i miei personali auguri al Colonnello Orsi per il nuovo incarico e porgo un sincero ringraziamento al Colonello Fontana per quanto fatto al Doi e per l'Italia.
Viva l'Italia, viva gli Alpini!
Andrea Elia Rovera
Responsabile per la Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

lunedì 3 settembre 2018

Il sorriso dei giusti. In memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Carissimi amici al "Cuore Alpino", trentasei anni fa l'Italia si è fermata per piangere la scomparsa del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, vittima di un attentato terroristico messo in atto dagli schifosissimi sicari di "Cosa nostra".
Il Generale Dalla Chiesa nasce a Saluzzo, splendida cittadina della provincia di Cuneo, il 27 settembre 1920.  Si innamora da subito dell'Arma dei Carabinieri e nel 1942, a soli 22 anni, si arruola ed indossa la bellissima uniforme a bande rosse. I suoi formatori ed istruttori vedono subito la stoffa di questo giovane carabiniere e lo inviano in Campania dove viene inserito nel nucleo incaricato di dare la caccia al bandito La Marca.
Nel 1968, nel pieno della carriera, il giovane Carlo Alberto viene chiamato ad organizzare i soccorsi per la popolazione civile vittima del terremoto del Belice. La Protezione Civile non esiste ancora e Dalla Chiesa deve salvare vite, rendere sicure città e fornire sicurezza e stabilità ai territori coinvolti dall'emergenza. L'Arma dei Carabinieri resta piacevolmente meravigliata dal suo grande spirito d'iniziativa e i comuni di Montevago e Gibellina gli conferiscono la Cittadinanza Onoraria.
L'impegno, la dedizione e la fedeltà dimostrati da Dalla Chiesa spingono i gerarchi dell'Arma a mandarlo in Sicilia per lottare seriamente e con mano ferma contro "Cosa nostra". Anche qui i risultati non si fanno attendere. Dalla Chiesa si mette ad indagare sugli omicidi del giornalista Mauro de Mauro e del procuratore Pietro Scaglione e, grazie al suo grandissimo acume investigativo, dà vita al "Rapporto dei 114" in cui si possono leggere nomi, indirizzi e informazioni utili sulla maggior parte dei capimafia operanti nell'isola sicula. Fra questi nomi si trovano quelli di Tommaso Buscetta, i cugini Greco di Cianculli, Frank Coppola e Gerlando Alberti.
Questa importante "mappa" della criminalità organizzata colpisce in modo singolarissimo il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri che, dopo attenta analisi, nel 1973 decide di elevare il Colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa al grado di Generale di Brigata con incarico di Comandante della Divisione Pastrengo di Milano incaricata di sgominare e distruggere il gruppo terroristico delle "Brigate Rosse".
Il neo-nominato Generale non lascia nulla al caso e, anche questa volta, riesce a dar prova della sua grande capacità investigativa. Dopo il sequestro del Giudice Sossi di Genova Dalla Chiesa capisce che bisogna dare un forte colpo alle BR ed infiltra uno dei suoi migliori uomini della "Pastrengo", il carabiniere Silvano Girotto, all'interno del sodalizio rosso. Grazie al grande lavoro di quest'ultimo, il Generale trae in arresto i brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini. Ma non finisce qui. Nel 1975, durante una delicatissima operazione militare atta a liberare l'industriale vitivinicolo Gancia, i Carabinieri di Dalla Chiesa uccidono in un conflitto a fuoco Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio, che aveva preso il posto del marito all'interno delle BR.
Ma le BR esistono ancora e riescono ad evadere dalle carceri in cui sono detenute. Dalla Chiesa riesce a ricatturare Renato Curcio e i suoi "compagni" e li sparpaglia nelle Carceri di Massima Sicurezza di Cuneo, Asinara, Favignana, Palmi e Trani.
Il Ministero della Difesa, visti i grandi risultati di questo suo figlio, nel 1981 nomina il Generale Dalla Chiesa Vice Comadante dell'Arma dei Carabinieri (incarico già ricoperto da suo padre) ed il 2 maggio 1982 lo invia con l'incarico di Prefetto in Provincia di Palermo.
Qui, in questo luogo, il 3 settembre 1982, dopo soli 4 mesi di servizio prefettizio, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l'Agente di Polizia Domenico Russo e la Signora Emanuela Setti Carraro, moglie del Generale, vengono barbaramente uccisi in un attentato da parte di "Cosa nostra".
Gli anni passano, i giorni trascorrono frenetici, ogni giorno accade qualche fatto di cronaca ma gli Italiani non possono e non vogliono dimenticare ciò che è accaduto a questo grande uomo che ha avuto l'unica "colpa" di amare il Tricolore e servirLo fedelmente.
Carissimi, ogni volta che incontro un carabiniere, che vedo una gazzella, che sento una sirena o che passo dinanzi ad una caserma, sento forte la presenza del mio conterraneo Carlo Alberto Dalla Chiesa. Come me migliaia di giovani che bramano con tutti loro stessi di entrare nell'Arma dei Carabinieri per mettere a repentaglio la loro vita in favore di chi è povero ed indifeso.
Oggi, 3 settembre 2018, migliaia di Italiani per bene inneggiano alla figura onesta e carismatica di Carlo Alberto Dalla Chiesa e sperano nella sconfitta completa e definitiva delle mafie, che sono il liquame putrido ed olezzoso del nostro paese.
Viva l'Arma dei Carabinieri, viva l'Italia, onore al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

sabato 25 agosto 2018

Guardia Costiera o Costa Crociere?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", quest'oggi - durante la mia consueta lettura dei giornali - mi sono soffermato su un articolo de "Il Giornale" che vede come protagonista Bruno Vespa, Giornalista Rai e conduttore del celeberrimo programma tv "Porta a Porta".
Vespa racconta di esser stato contattato da un ammiraglio della Guardia Costiera in congedo che - sulla questione del migranti - gli ha detto: "Come facciamo a non salvare chi sta in mare? Al di là degli aspetti umanitari, abbiamo l' obbligo giuridico di farlo. E una volta che abbiamo salvato questi migranti, dove li portiamo?".
Vespa, che è un giornalista acuto e pungente, gli ha prontamente risposto che è corretta la sua posizione ma che, al contempo, l'Italia non può permettersi il lusso di avere mezzo milione di migranti che bighellonano per le strade senza far niente dal mattino alla sera e che, spesso e volentieri, vive di delinquenza ed espedienti.
Come fare allora?
Vespa ha proposto una soluzione dolorosa ma forse necessaria che consiste nel "ridurre l'area di pattugliamento in modo da limitare al massimo le possibilità d'intervento dei nostri mezzi. Nessun trafficante deve avere una sorta di appuntamento virtuale con le unità italiane, anche se dall'anno scorso i nostri interventi sono drasticamente ridotti".
Sulla questione dei flussi migratori, purtroppo, l'Italia era e resterà sola. E da sola dovrà sbrogliarsi la matassa. Il Ministro dell'Interno (che a me non è simpatico per nulla) ha portato in questo mese 1737 richiedenti asilo contro i 23.500 del 2017. E' poca cose, certo. Bisognerebbe che non ne entrasse nemmeno uno ma quanti sanno che riportare a casa i migranti irregolari è quasi impossibile?
Le leggi internazionali ed i trattati europei sono stati scritti "coi piedi" ed infatti l'Italia si sta trovando ad affrontare da sola una situazione che definire paradossale è poco.
La Marina Militare Italiana, la Guardia Costiera e le Capitanerie di Porto non sono pagate a traghettare i migranti ma a svolgere un servizio di pattugliamento e sicurezza dei mari e delle coste di pertinenza della nostra Nazione. Le organizzazioni non governative, le onlus e tutte quelle realtà di "volontariato" che fanno avanti e indietro nei mari in cerca di migranti continuino pure... ma, di certo, non possono pensare che gli Italiani continueranno a mantenere chi sbarca quotidianamente.
Bisogna che l'Unione Europea e la massa dei buonisti si rendano conto che la soluzione sta nel fare accordi con la Libia, la Tunisia, l'Algeria e il Marocco affinché venga fermato, aiutato e curato lì chi cerca di mettersi per mare allo scopo di attraccare sulle coste italiche.
Carissimi, l'immigrazione selvaggia sta creando problemi grossi ed incontrollabili. La nostra cultura e la nostra sicurezza sono in pericolo. Oggi più che mai è necessario ricordare che nel Mediterraneo, come sul Piave, "non passa lo straniero".
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

martedì 31 luglio 2018

Cambio del Comandante al 32 Reggimento Genio Guastatori Alpini di Fossano (Cuneo)

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", venerdì 27 luglio nella piazza d'armi della Caserma "Carlo Alberto Dalla Chiesa" di Fossano (Cuneo) si è svolta la cerimonia di cambio del Comadante del 32 Reggimento Alpino Genio Guastatori in forza presso la Brigata Alpina Taurinense.
Dopo anni di intensa attività addestrativa ed operativa il Colonnello Emiliano Vigorita ha consegnato la Bandiera di Guerra al suo successore Colonnello Mario Fabio Pescatrice che ha così formalmente assunto il comando del 32esimo.
Come sempre accade in queste occasioni, sono state enunciate le imprese compiute dal Reggimento sotto la guida del grande Comandante Vigorita. Innanzitutto si è reso noto con quale professionalità il 32esimo si è addestrato sulle montagne cuneesi iniziando a costruire un rapporto intimo con i comuni della Granda. Poi, sono stati enunciati il grande impegno dimostrato nell'Operazione "Strade Sicure" presso il comune di Torino e nelle Missioni Internazionali "Resolute Support Mission" in Afghanistan e "Prima Parthica" in Iraq.
Inoltre, nel solo 2017, il 32 Reggimento ha reso inoffensivi 250 residuati bellici inesplosi in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, è accorso in aiuto della popolazione civile del basso Piemonte durante l'alluvione ed è intervenuto con grande professionalità anche nell' "Operazione Sabina" svoltasi in Centro Italia in occasione del terremoto.
In questi anni ho avuto il piacere di conoscere molti alpini facenti parte del 32esimo e da tutti ho solo sentito parole di stima ed apprezzamento per il Colonnello Vigorita che, con la sua grande professionalità e la sua comprovata preparazione militare, ha saputo guidare il Reggimento in tutte le sfide che si è trovato ad affrontare.
Ora, Emiliano Vigorita sarà chiamato a far parte del Comando nella Missione Unifil in terra libanese. Questo incarico prestigioso ed altolocato non è altro che una minima ricompensa per quanto fatto nell'intera carriera militare e, in special modo, in quel di Fossano.
Carissimi, con questa lettera desidero far giungere al Colonnello Vigorita il mio più sentito "grazie" per quanto fatto in terra cuneese e al Colonnello Pescatrice un grande "in bocca al lupo" per ciò che sarà chiamato a fare con il 32 Reggimento Alpino Genio Guastatori di Fossano.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

sabato 21 luglio 2018

Cuore Alpino in numeri

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", alla vigilia del mio 31esimo genetliaco ho deciso di tirare le somme di quanto fatto sin ora.
Il 9 settembre 2015 ho dato i natali al Blog "Cuore Alpino" per far conoscere la figura del Caporal Maggiore Capo Scelto Giorgio Langella, appartenente alla Brigata Alpina Taurinense, in forza presso il 2 Reggimento Alpini di Cuneo, Caduto per la Pace a Kabul (Afghanistan) il 26 settembre 2006.
In questo Blog, come chi lo segue sa, ho parlato in modo diffuso, puntuale ed approfondito delle Forze Armate italiane, delle Forze dell'Ordine e delle Guardie Particolari Giurate in quanto Incaricate di Pubblico Servizio.
Con questo Blog ho voluto unire - seppur virtualmente - tutte quelle persone che hanno stima e affetto per chi indossa una divisa e ho dato vita a diversi Progetti di Solidarietà che molti tra voi hanno sostenuto con emozionante generosità.
In origine, coadiuvato dal disciolto Gruppo Cvm Cuneo, ho sostenuto la Missione Carmelitana di Bozoum (Repubblica Centrafricana) guidata dal Cuneese Padre Aurelio Gazzera.
In seguito, per dare maggiore attenzione ai bambini di cui Giorgio Langella venne definito "L'angelo", ho deciso di sostenere le Missioni Estere dei Frati Minori Cappuccini delle Marche che si occupano dei bambini del Corno d'Africa.
A loro, grazie al vostro aiuto ed alla vostra collaborazione sincera, ho potuto donare:
480 euro per curare i bambini affetti da malaria
120 euro per sostenere i piccoli presenti nel territorio della missione
E, lo dico con grande soddisfazione, al momento "in cassa" ci sono €uro 369,78 che aspettano solo di essere incrementati e poi destinati per fare ancora del bene nel nome e nel ricordo di Giorgione.
Dal 9 settembre 2015 ad oggi, 21 luglio 2018, il Blog "Cuore Alpino" ha ricevuto 182mila346 visite con una media costante di 174 visite al giorno!
Con un semplice - e nemmeno troppo elaborato - Blog sono riuscito a raggiungere migliaia di persone condividendo con esse l'amore per la Patria, la stima per chi La serve e la sincera sottomissione al Tricolore che, per me, rappresenta una madre, un padre e tutto ciò che di bello si possa immaginare.
Tirando le somme di questi 31 anni mi sono reso conto di non aver fatto grandi cose e di esser stato un italiano piuttosto mediocre. Sicuramente ho messo il cuore in questo progetto e ho cercato, in ogni modo, di far sì che la memoria dei nostri Caduti non finisse nell'oblio e nel dimenticatoio. Spero, almeno in piccolo, di esserci riuscito.
Non so quanti anni il Signore mi concederà ancora ma, questo lo prometto, spenderò ogni giorno a mia disposizione per onorare chi indossa una divisa, chi l'ha indossata e chi indossandola è morto.
Il Tricolore vive in ogni singolo Italiano che ha giurato di servire la Patria ed è presenza reale nelle Caserme, nelle Questure, nei Reggimenti e nei Comandi della nostra splendida Penisola Italica.
Non avendo né famiglia né figli ho deciso, già molti anni fa, di spendere ogni mia energia per amare la Patria, il Tricolore e chi indossa una divisa con particolare affetto per le Truppe Alpine che, per me, sono la rappresentazione fisica del senso di italianità.
Vi ringrazio di cuore per il tempo che dedicate a "Cuore Alpino" e vi chiedo una prece per la mia persona in questo momento non proprio roseo e spensierato.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

lunedì 16 luglio 2018

In memoria del Caporal Maggiore Scelto Maurizio Giordano

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", dopo un mese di assenza, torno a scrivervi di un angelo dell'Esercito Italiano che l'11 luglio ha posato lo zaino a terra ed "è andato avanti".
Il Caporal Maggiore Scelto Maurizio Giordano, in forza presso il Centro Addestramento Alpino di Aosta della Brigata Alpina Taurinense, "ha posato lo zaino" sulla "seraccata degli Italiani", passaggio obbligato per chi vuole raggiungere la vetta del Gasherbrum IV, nella Catena del Karakorum in Pakistan.
Il CMS Giordano aveva 32 anni ed era in servizio effettivo presso il Reparto Attività Sportiva del Centro Addestramento Alpino oltreché apprezzato membro della Sezione Militare di Alta Montagna. Era un soldato preparato, ligio, addestrato e competente ma, ahimé, tutto questo non è stato sufficiente a raggiungere la vetta del Gasherbrum IV a quota 7925 metri sul confine fra Cina e Pakistan.
Il tragico incidente è accaduto quando, assieme ai suoi compagni di spedizione, il CMS Giordano rientrava presso il Campo 1 con la tecnica della calata in corda doppia. Purtroppo, però, durante la discesa un pezzo di seraccata si è distaccato e ha travolto in pieno l'Alpino cuneese non dandogli possibilità di scampo.
Maurizio Giordano era originario di Cuneo, aveva un'alta formazione alpinistica militare e un innato amore per il paracadutismo che ha esercitato per anni quando prestava servizio presso il 4 Reggimento Alpini Paracadutisti della Brigata Alpina Julia.
L'amore per la montagna, però, lo aveva riavvicinato al suo Piemonte e lo aveva spinto ad entrare al Centro Addestramento Alpino di Aosta dove, negli ultimi anni, aveva anche acquisito la qualifica di Aspirante Guida Alpina.
La partenza del Caporal Maggiore Scelto Maurizio Giordano per il Paradiso di Cantore è motivo di tristezza e di vuoto interiore per il Comando Truppe Alpine, per il Centro Addestramento Alpino e per tutte quelle persone che amano gli Alpini ed il loro continuo e costante operato per il bene del Paese.
Come ormai ben sapete, sono una persona che non manda a dire nulla e che valuta con occhio critico tutto ciò che avviene nel mondo Alpino e nel mondo della Difesa in generale.
In questi giorni, infatti, ho parlato con un po' di persone di questa triste dipartita e ho visto facce stralunate perché i miei interlocutori non avevano saputo del triste incidente.
Tutti però - e questo mi fa "incacchiare" non poco - sapevano che la Juventus ha ascquistato Cristiano Ronaldo e si sono dati un gran da fare per condividere la notizia su tutti i Social possibili e immaginabili.
Ancora una volta mi sono tristemente reso conto del fatto che si sentono tutti italiani quando c'è da parlare di sport ma, purtroppo, l'italianità svanisce quando perde la vita un Servitore della Patria che il Tricolore non lo sventola per protocollo ma lo porta cucito in modo indelebile prima sul cuore e poi sulla divisa.
In Italia c'è ancora la triste concezione che chi indossa una divisa non è degno dell'attenzione della popolazione civile e non merita la riconoscenza che, invece, si dovrebbe a chiunque fa qualcosa per il bene di qualcun altro.
Carissimi, nel chiedervi scusa per lo sfogo e per la vena polemica di queste ultime mie righe vi saluto con affetto e vi chiedo di non dimenticare mai nessuno dei nostri angeli che indossano una divisa per il bene della Nazione e dei suoi Cittadini.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onori al Caporal Maggiore Scelto Maurizio Giordano!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

venerdì 15 giugno 2018

Il Generale Franco Cussino "è andato avanti"

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", qualche giorno fa il mondo alpino cuneese ha dato l'estremo saluto terreno al Generale Veterinario Alpino Franco Cussino, classe 1928, Cuneese, diplomato al Liceo Classico "Silvio Pellico" di Cuneo e laureato in Medicina Veterinaria presso l'Università degli Studi di Torino. Presta servizio militare a Bra (Cuneo) per poi partecipare e vincere il concorso per diventare Ufficiale veterinario nel Corpo degli Alpini.
Come prima destinazione da Ufficiale, Cussino viene inviato a prestare servizio presso la Caserma "Mario Fiore" di Borgo San Dalmazzo per poi esser destinato a Torino e all'Accademia Militare Veterinaria di Pinerolo dove fonda una Scuola per Maniscalchi.
L'Esercito Italiano, vista la sua alta competenza e la sua magistrale professionalità, lo invia anche a Napoli e Grosseto dove assumerà l'incarico di Comandante del Centro Quadrupedi. Appassionato di ippica vince numerosi concorsi a livello nazionale con la sua cavalla Vibassa.
Come ogni Alpino che si rispetti, il Generale Cussino era anche un grande appassionato di sci ed è stato istruttore di sci alpino, sci nordico e biathlon.
La comunità alpina cuneese, gli amici della Taurinense e tutti quelli che stimano i militari italiani hanno perso un grande esempio ed un grande comandante.
Carissimi, pur non avendo mai conosciuto il Generale Cussino sento il dovere di parlarne perché le Truppe Alpine che conosciamo oggi non sarebbero tali se non ci fossero stati fior fior di Alpini negli anni che furono.
La memoria storica è il caposaldo del Blog e i molti lettori che ogni giorno frequentano "Cuore Alpino" sono l'anima di questa missione. A tutti voi e a quanti si aggiungeranno nel tempo porgo il mio più sincero "grazie" assieme ad un fraterno saluto.
Andrea Elia Rovera

sabato 9 giugno 2018

Festa del 2 Reggimento Alpini di Cuneo

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", ieri mattina ho preso parte alla cerimonia nella quale il 2 Reggimento Alpini di Cuneo ha celebrato il suo 136esimo "compleanno".
Alle 10:30 gli altoparlanti hanno iniziato a diffondere le solenni note della "Trentatré" e nella piazza d'armi della Caserma "Ignazio Vian" hanno iniziato a fare il loro ingresso la Compagnia Comando di Reggimento, la Compagnia Comando e Servizio Logistico, la 23esima Compagnia, la 22esima Compagnia, la 21esima Compagnia, la 106esima Compagnia e la Bandiera di Guerra del Doi.
Ad attenderli sull'attenti vi era il Tenente Colonnello Claudio Caramia, Comandante del Battaglione Saluzzo, pronto per presentare tutti i reparti schierati al Colonnello Enrico Fontana, Comandante del 2 Reggimento Alpini.
L'emozione è stata palpabile. Vedere tanti Alpini schierati a fianco della Bandiera di Guerra, dinanzi al loro comandante, al Prefetto e alle autorità civili del Cuneese è sempre suggestivo.
Al termine della rassegna il Colonnello Fontana, nonostante una pioggia scrosciante, ha preso la parola ed ha fatto il discorso di rito. In un quarto d'ora ha ripercorso i 136 anni di storia del "Doi", ha spiegato che cosa il Reggimento fa quando va in missione all'estero e ha annunciato che, a breve, il Battaglione Saluzzo verrà impegnato nell'Operazione "Strade Sicure" nelle maggiori città italiane, a fianco delle Forze dell'Ordine, per la sicurezza nazionale e la lotta al terrorismo.
Un buon tempo del discorso, poi, il Comandante lo ha dedicato ai Caduti delle Missioni internazionali di Pace del 2006 e del 2012 e ha rammentato a tutti i presenti che i Caduti devono avere un ruolo privilegiato nella vita del Reggimento e in quella di tutti quelli che frequentano il mondo alpino.
Il Colonnello Fontana si è poi recato con il Signore Prefetto, il Comandante del Saluzzo e il Cappellano Militare al Ceppo in memoria dei Caduti del Doi per deporre una corona d'alloro in segno di sincera e sentita vicinanza del Reggimento alle famiglie degli Alpini "andati avanti".
Al termine di questo significativo momento una soldatessa ha dato lettura della Preghiera dell'Alpino dando così il termine alla cerimonia.
Come sapete, sono ormai molti anni che mi occupo di tener viva la memoria del Caduto per la Pace Giorgio Langella. In moltissime occasioni ho dovuto raccontarvi di come le istituzioni e, ahimé, anche alcuni militari facciano di tutto per negare a Giorgio un luogo per la memoria ed il ricordo. Quest'oggi, invece, con questa riflessione, voglio dirvi che il Colonnello Fontana crede nel valore della memoria storica e nella necessità di postulare i valori degli Alpini Caduti nell'adempimento del dovere, per amore del Tricolore e del Popolo Italiano.
Non respiravo quest'aria dai tempi in cui al Comando del Doi vi era il Colonnello Fabrizio Recchi che, in ogni occasione pubblica o privata, non negava mai un pensiero ai Caduti ed alle loro famiglie.
Carissimi, le Truppe Alpine sono composte da un nutrito numero di uomini e donne che, ogni giorno, mettono a repentaglio la loro vita per servire la Nazione e garantire a noi Italiani pace, sicurezza e prosperità. Cerchiamo di non dimenticarcelo mai e, se ci è possibile, quando incontriamo un Alpino fermiamoci un momento per dirgli una sola e semplice parola: "Grazie". Vi garantisco che gli faremo un gran regalo. La riconoscenza della Popolazione Civile è, per un Alpino, la migliore delle medaglie.
Viva l'Italia, viva il 2 Reggimento Alpini, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

sabato 5 maggio 2018

157 anni di Esercito Italiano e di Memoria dei Caduti

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", con voluto ritardo desidero scrivere qualcosa sul 157esimo compleanno dell'Esercito Italiano festeggiato ieri, 4 maggio 2018.
Non ho voluto spendere parole in tale occasione per non "rubare la scena" a genarali, politici e addetti ai lavori vari. Oggi, però, a cose passate, desidero dire la mia rivolgendomi soprattutto ai giovani che numerosissimi seguono questo mio blog.
Come ogni anno Roma - la nostra capitale - ha ospitato un'intensa cerimonia alla quale hanno preso parte Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, il Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa e il Generale Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
Nell'Ippodromo Militare di Tor di Quinto, che ha fatto da sfondo a questo importante genetliaco, sono stati schierati numerosi reparti dell'Esercito, numerose Bandiere di Guerra dei Reggimenti italiani e diverse delegazioni delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.
Dinanzi a loro hanno marciato il Ministro e i due Capi di Stato Maggiore per la rassegna e, al termine dei soliti discorsi prolissi di rito, sono stati premiati alcuni soldati distintisi durante il servizio, nell'adempimento del proprio dovere, in ossequio al Tricolore.
Oggi, gli uomini e le donne in grigio-verde, sono circa 11mila e, 4mila di loro sono impegnati nelle missioni all'estero e nei teatri operativi più ardui ed impegnativi.
Tra questi, quello che ricordo sempre con maggiore affetto, senza nulla togliere agli altri, è l'Afghanistan ove nel 2006 è Caduto nell'adempimento del proprio dovere il Caporal Maggiore Capo Scelto Giorgio Langella in forza al 2 Reggimento Alpini di Cuneo. In quel di Kabul è colato il suo sangue, le strade polverose e desertiche dell'Afghanistan hanno avuto l'onore ed il privilegio di esser macchiate del sangue di un Alpino che, come i suoi colleghi, aveva l'unico desiderio di servire l'Italia e portare la Pace ove ancora non c'era.
Il terrorismo islamico in quell'occasione ha trionfato ma chi è credente come me sa che il male non trionferà mai e, soprattutto, che l'Esercito Italiano piange i propri Caduti ma da essi trae nuova linfa e nuovo slancio per fare sempre di più e sempre meglio.
Carissimi, in questa solenne e straordinaria occasione nella quale, peraltro, si fa anche memoria della fine della Prima Guerra Mondiale desidero dire "grazie" a tutti quei soldati che ho conosciuto in questi anni di personale impegno accanto agli Alpini.
In modo peculiare e speciale voglio ringraziare il Colonnello Fabrizio Recchi che, da Comandante del 2 Reggimento Alpini, ha presenziato a tutte le cerimonie e commemorazioni in memoria del Caduto Langella. Non lo ha fatto per obbligo istituzionale o per opportunità ma per spirito di Corpo, sincero amore per il Cappello che porta e profonda devozione per la Nazione che serve.
In tanti anni di impegno per la memoria non ho mai trovato un altro militare che sapesse vivere il ricordo dei Caduti come ha fatto lui. L'Italia ha grandi militari e mirabili comandanti. Mai dimenticarselo.
Viva l'Italia, viva l'Esercito Italiano, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile per la Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

domenica 25 marzo 2018

144 euro per salvare 17 bambini dalla malaria

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", da anni "Noi che non dimentichiamo Giorgio Langella", Caporal Maggiore Capo Scelto della Brigata Alpina Taurinense, Caduto durante una Missione Internazionale di Pace nel 2006 a Kabul (Afghanistan), portiamo avanti progetti missionari in favore dei bambini dell'Africa.
Giorgio era conosciuto dalle persone a lui vicine come "L'Angelo dei Bambini".
Sua moglie Francesca desidera ardentemente che questo appellativo arrivi sino ai confini del mondo.
L'amore non muore sinché qualcuno lo porta avanti e lo diffonde come sabbia nel vento.
Con questa specifica raccolta noi che abbiamo il "Cuore Alpino" desideriamo aiutare i Frati Minori Cappuccini che operano nel Corno d'Africa a curare 17 bambini dalla malaria.
In Benin la malaria è uno dei problemi più gravi che colpisce tutti, soprattutto i bambini, a causa della malnutrizione, e dunque della debolezza del loro fisico.
Di malaria si muore ancora, perché, pur essendo curabile, non tutti hanno i mezzi economici necessari per poterlo fare.
Con l'offerta di €uro 30,00 si potrà contribuire ad acquistare tutto ciò che occorre per curarne gli effetti.
In memoria di Giorgio nel gennaio 2016 abbiamo già potuto comprare, al costo di €uro 90,00, 3 di questi kit permettendo la cura di altrettanti bambini.
Nel maggio 2016 abbiamo inviato ai Frati Cappuccini €uro 120,00 comprando 2 kit per la cura della malaria e 2 kit di materiale scolastico permettendo ai bambini guariti di poter anche andare a scuola.
Dopo queste piccole ma importanti briciole di solidarietà Fra Francesco Pettinelli, Segretario del Servizio Missioni dei Padri Cappuccini Piceni, ci ha scritto: "Carissimi, il Signore ricompensi come Lui solo sa fare il vostro impegno missionario e la vostra generosità in favore dei suoi poveri. Da parte nostra vogliamo garantirvi la vicinanza nella preghiera in particolare per il Caporal Maggiore Capo Scelto degli Alpini Giorgio Langella, Pace e Bene".
Oggi, l'obiettivo che mi sono posto e che desidero condividere con voi, è quello di comprare 17 kit per la cura della malaria permettendo a questi piccoli figli di Dio di poter avere una vita lunga e piena di speranze.
La spesa complessiva è di €uro 510,00 ma vi dico già subito che €uro 366,00 li abbiamo già per cui bisogna "solo" più raccoglierne 144,00.
Ciascuno potrà donare ciò che meglio crede e ciò che più riterrà opportuno. Un amico, quando gli ho confidato di aver questo progetto nel cuore, mi ha suggerito di proporre ai donatori una semplice formula matematica: numero anni x 0,10 €uro
Io che ho 30 anni, ad esempio, dovrò fare 30 x 0,10 = 3,00 €uro
La raccolta inizia oggi, Domenica delle Palme, e terminerà il 06 giugno 2018 in concomitanza della Festa del 2 Reggimento Alpini di Cuneo, anniversario dei Combattimenti di Monte Fior e Castelgomberto (1916) dove il Doi si è guadagnata la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Ho scelto questa data perché Giorgio era un militare, è morto da militare e viveva la sua vita privata con rigore e valore militare! Giorgio era un Alpino del Doi e, ovunque avrò occasione di parlare di lui, ribadirò questo suo essere Servitore della Patria e Italiano per bene.
Carissimi, se vorrete prender parte alla raccolta, scrivetemi una mail a ocnss.cn@gmail.com o - per chi ha il mio numero - scrivetemi su WhatsApp.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

martedì 20 marzo 2018

La Polizia Locale contro l'immigrazione clandestina

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa mattina leggendo la solita carrellata di notizie riguardanti le Forze Armate e le Forze dell'Ordine mi sono trovato particolarmente colpito da una brillante operazione di polizia giudiziaria compiuta dalla Polizia Locale del Comune di Vicenza.
Ve la racconto brevemente perché credo sia importante conoscere ciò che i nostri angeli in divisa fanno quotidianamente per mantenere l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale.
Ieri pomeriggio, durante uno dei consueti pattugliamenti cittadini, gli agenti di polizia locale del Reparto Antidegrado hanno identificato un cittadino extracomunitario che consumava una bevanda alcolica su suolo pubblico.
Il soggetto in questione è risultato essere un cittadino di nazionalità nigeriana, senza fissa dimora, non in possesso di regolari documenti. Per prassi i due agenti hanno provveduto a fotosegnalarlo e a sanzionarlo con un'ammenda pecuniaria di €uro 50,00 in ottemperanza all'articolo 6 del Regolamento di Polizia Urbana.
Poco meno di un'ora dopo la stessa pattuglia si è trovata a dover fermare e controllare quattro extracomunitari che "soggiornavano" da giorni nel Park Cattaneo nei pressi del lato d'ingresso degli abbonati.
Non appena i sospetti hanno avvistato le auto di servizio della Polizia Locale hanno tentato una rocambolesca fuga che, però, a poco gli è servita visto che gli agenti li hanno fermati e identificati tutti e quattro.
Dal meticoloso controllo di polizia è emerso che i quattro cittadini di nazionalità nigeriana avevano un'età compresa fra i 27 e i 35 anni, nessuno con una fissa dimora, tre di loro in possesso di permesso di soggiorno e uno sprovvisto di qualsivoglia documento.
Per quest'ultimo gli agenti hanno provveduto immediatamente al fotosegnalamento, per due degli altri tre hanno preparato un bel verbale corredato di sanzione amministrativa di €uro 50,00 per consumo e detenzione di bevanda alcolica, e per l'ultimo - dato lo strano comportamento - hanno proceduto a perquisizione rinvenendo una decina di grammi di marijuana. Come vuole la prassi, perciò, hanno notificato il tutto all'Autorità Giudiziaria deferendo l'extracomunitario per detenzione di sostanza stupefacente a scopo di uso personale.
Molto spesso si sente dire che i Vigili Urbani non fanno bene il loro lavoro. Molto spesso mi trovo concorde con questa affermazione ma stavolta debbo ammettere che non c'è nulla che dire. La Polizia Locale di Vicenza ha svolto un servizio ottimo ed efficiente per la salvaguardia della pubblica sicurezza, del decoro urbano e del rispetto delle norme sull'immigrazione.
Carissimi, questa è la polizia che funziona, questo è quel che si intende per sicurezza, questa è la vera lotta all'immigrazione clandestina che riempie le nostre strade di personaggi senza arte né parte che passano il loro tempo a bere e fumare nelle nostre città.
Viva l'Italia, viva gli Italiani!
Andrea Elia Rovera
Responsabile per la Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

giovedì 15 marzo 2018

Cuore Alpino contro la Violenza sulle Donne. Il Parlamento si svegli!

Carissimi amici al "Cuore Alpino", questa sera ho deciso di trattare un tema scottante quanto disgustoso: la violenza sulle donne.
Da anni, quotidianamente, sentiamo che ci sono donne picchiate, vessate, stalkerate fino ad essere addirittura uccise.
L'Istituto Nazionale di Statistica è arrivato a dire che tra il 2000 e il 2016 le sentenze definitive contenenti almeno un reato di violenza sessuale ai danni delle donne sono passate da 1124 a 1419 e ci dice anche che a commettere tali reati per il 41,6% sono cittadini stranieri.
I reati di violenza maggiormente commessi sono lesioni personali, maltrattamenti fisici e psicologici, violenza privata, atti libidinosi violenti, atti osceni, sequestro di persona e anche, purtroppo, violenza su minorenni.
Il dato allarmante che ha colpito in modo indelebile la mia attenzione è che dal momento in cui la donna sporge querela al momento in cui il magistrato emette la sentenza di condanna passano in media dai 23 ai 29 mesi (più di 2 anni!).
Nonostante tutto quanto appena scritto in Italia negli ultimi 10 anni sono state uccise 1740 donne. Nel solo 2016 i casi di femminicidio hanno raggiunto le 130 unità. Una donna su tre, nel 2014, ha dichiarato di aver temuto per la propria vita. Nel solo 2010 le donne ferite e refertate presso i pronto soccorso sono state il 40,2% delle coinvolte nei sopracitati reati.
Nella sola regione Toscana negli ultimi 10 anni sono state uccise 99 donne e altre 16000 hanno chiesto aiuto ai Centri Anti-Violenza.
Lo Stato Italiano potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di concreto per impedire queste cose. Innanzitutto dovrebbe mettere in atto veri sistemi di prevenzione quali il monitoraggio dei soggetti violenti che le donne hanno già segnalato agli organi di polizia e poi magari accelerare (di molto) i tempi di condanna in modo che i malmenatori possano marcire nelle patrie galere.
Gli strumenti per monitorare i violenti e i probabili assassini ci sono. Dal 2013 il Codice di Procedura Penale consente di controllare a distanza con dispositivi elettronici stalker e violenti. Dal 2015 lo stato è in possesso di questi braccialetti elettronici e ne paga l'affitto alle aziende fornitrici ma non li usa! Come mai?
Al di la dello sperpero di denaro pubblico c'è il principio morale secondo cui lo Stato potrebbe far qualcosa per impedire i femminicidi ma non lo fa. Il problema, poi, diventa ancora più grande quando in Parlamento i signori politici parlano di violenza sulle donne urlando allo scandalo e stracciandosi le vesti. Ma con quale faccia fanno ciò?
Quando gli Italiani e le Italiane vanno alle urne per scegliere i propri rappresentanti nei palazzi delle istituzioni lo fanno per ricevere protezione e tutela. Come può chi siede in Parlamento affittare dei braccialetti che potrebbero impedire omicidi e non usarli?
Personalmente sono schifato e disgustato da questa manica di politicanti senza morale che siede su scranni dorati e gioca a rimpiattino con la vita dei Cittadini Italiani.
La violenza sulle donne urla vendetta al cospetto di Dio! Diamo una sveglia a Onorevoli (di nome ma non di fatto) e Senatori. Firmiamo la petizione lanciata da "Il Tirreno" qui!
Mai più violenza sulle donne. Mai più femminicidi.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

venerdì 2 marzo 2018

Il 4 marzo vota chi vuoi ma difendi la vita!

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", come chi mi segue da tempo sa, questo Blog si propone in primo luogo di far memoria storica del Caporal Maggiore Capo Scelto degli Alpini Giorgio Langella, Caduto per la Pace a Kabul il 26 settembre 2006, ed in secondo luogo di far trionfare la cultura della vita mediante la difesa dei valori intrinsechi alla nostra storia repubblicana.
Oggi, 02 marzo 2018, intendo scrivere una riflessione assolutamente diversa dal solito che - proprio per l'importanza del tema trattato - sono certo mi arrecherà una valanga di critiche e giudizi negativi. Il tema che intendo trattare è quello dell'Interruzione Volontaria di Gravidanza.
Tra meno di 48ore gli Italiani saranno chiamati a recarsi alle urne per scegliere i membri del nuovo Parlamento e il nuovo esecutivo di Governo. In queste settimane ne ho lette e sentite di tutti i colori premettendo che, per quel che mi riguarda, ognuno può e deve votare ciò che ritiene più opportuno. La cosa che però ritengo fondamentale è che quando uno fa un'affermazione la faccia essendo in possesso di prove e documentazioni storiche incontrovertibili.
Durante questa campagna elettorale ho sentito parlare di lavoro, disoccupazione, precariato, immigrazione, pensioni, welfare ma pochissimo - per non dire niente - di vita umana, nascite e tutela dell'infanzia. Questo mi ha contrariato oltreché convinto del fatto che ormai l'Italia è diventata la brutta copia dell'Olanda dove - e non è una battuta - chi abortisce è quasi un modello da imitare.
Da anni leggo, mi informo, partecipo ad incontri e chiacchierate sul tema dell'aborto e sulla necessità di abrogare la famigerata Legge 194 del 1978 che regolamenta l'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) e, nel 2016, sono stato insignito del titolo di "Sostenitore per la vita" dall'"Associazione per la difesa dei Valori Cristiani" nell'ambito della Campagna "Generazione Voglio Vivere".
In virtù ed in ossequio di questo importante riconoscimento ho deciso che da allora in poi (ma in realtà l'ho sempre fatto) avrei sempre votato un partito che si fosse apertamente battuto per la difesa della vita, della famiglia e della crescita demografica per la maggior gloria della Patria. Un'ulteriore spinta a perseverare in questo proposito me l'hanno data le parole di san Giovanni Paolo II che, rivolgendosi ai Cattolici di tutto il mondo, scrisse: "Con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi, dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale. Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa". (Papa Giovanni Paolo II, Enciclica "Evangelium vitae")
Partendo da queste parole ho iniziato a leggere i programmi dei vari schieramenti politici che stanno correndo per accaparrarsi "la cadrega" di Palazzo Chigi e mi sono imbattuto in mille elucubrazioni, in mille teorie ma della difesa della vita manco l'ombra. L'unico programma pro-Vita, pro-Famiglia, pro-Cristianesimo e pro-Patria che ho trovato è stato quello di "Forza Nuova" che a queste elezioni si presenterà in una lista congiunta con "Fiamma Tricolore" denominata "Italia agli Italiani".
Roberto Fiore, Candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, durante uno dei suoi tanti comunicati di questo periodo ha detto che "la lotta contro il genocidio imposto al nostro popolo continua senza sosta e deve passare in primis per la difesa della vita e il sostegno alla natalità. La resistenza alla sostituzione etnica va combattuta chiudendo i confini, espellendo tutti i clandestini, con il rimpatrio degli immigrati, ma anche con la cancellazione totale della Legge 194/1978 sull'aborto e con la difesa dello Stato sociale. Contro chi ci sta uccidendo il nostro popolo, contro chi ci sta rimbambendo con i diritti civili, calpestando quelli naturali e sociali, la risposta deve essere netta e radicale: no alla 194, no allo Ius Soli, no all'invasione, sostenere le famiglia e figli, difendere la vita. Il resto sono chiacchiere. Italia agli italiani è il grido di battaglia".
Mai parole furono più ben proclamate!
A far seguito al pensiero di Fiore c'è anche Giuseppe Vassallo che, con magnifica precisione, scrive: "le statistiche rammentano che, nel 1900, nacquero un milione di italiani, nel 2012 soltanto cinquecentomila. Il guru denatalista Georges Soros e Bill Gates gongolano. Il vespasiano sodomitico si illumina. I nichilisti contemplano i celesti orizzonti di un mondo senza più prolifici conigli. Tuttavia le attuali cinquecentomila nascite – 8,4 per mille, contro il 23 per mille del 1946, secondo le statistiche ufficiali – rivelano che la popolazione italiana si è stabilita sotto la cosiddetta “soglia di sostituzione”, formula che significa l’avviamento di un vero e proprio auto-genocidio.
Il triste futuro degli italiani si comincia a intravedere nelle allarmanti statistiche: cinquantaquattro milioni di italiani a bassa fecondità e a rapido invecchiamento e 4.387.334 (dati ISTAT) immigrati in maggioranza giovani, prolifici e agguerriti.
L’Italia inebetita e disarmata galoppa nella triste direzione di una estinzione spartana e/o bizantina. Infettati dalla retorica onusiana, il potere spirituale e quello politico stanno trasformando gli italiani in disarmati e castrati conigli. I poteri nazionali non sono lontani dalla stupidità squillante sulla bocca larga della famosa e chiacchierata attrice americana, la quale sostiene che l’uomo è il cancro della natura a lui superiore. Se non cambia l’indirizzo autolesionistico della politica e della “cultura” di riferimento, nel giro di cinquanta/sessanta anni l’Italia diventerà una colonia islamica". (Fonte: Democrazia Erodiana)
Da Cattolico e da Italiano non posso che collimare in toto con queste teorie e dichiarazioni. Certamente non voterò un personaggio come

  • Emma Bonino che ottenne la Legge 194/1978, 
  • Paolo Gentiloni che ha portato avanti la Legge sul Testamento Biologico,
  • Matteo Renzi che ha fatto la Legge sulle Unioni Civili,
  • Silvio Berlusconi che ha portato avanti tutte le questioni relative al Gender assieme a Cecchi Paone & Co.
Carissimi, scusate se mi sono permesso di dire la mia e di valutare queste elezioni dal punto di vista cattolico e pro-Vita ma non posso proprio far finta di nulla. La vita umana è la base della società, la base di una nazione la base di ogni cultura. Non possiamo indignarci ogni anno per la Shoah ma poi permettere che ogni giorno negli ospedali di tutta Italia vengano uccisi migliaia di bambini incapaci di difendersi e di urlare la loro voglia di venire al mondo.
Ognuno voti ciò che ritiene più opportuno ma ricordiamoci tutti che il Tricolore sventola per ogni singolo italiano. Per il Tricolore non esistono bambini col diritto di nascere e bambini degni di essere sacrificati. Per il Tricolore tutti noi siamo uguali e preziosi.
Andrea Elia Rovera

giovedì 1 marzo 2018

132 anni di Associazione Nazionale Carabinieri

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa sera vi scrivo per raccontarvi di un sodalizio meraviglioso che esiste nel nostro Paese sin dal 1886: l'Associazione Nazionale Carabinieri.
132 anni fa, precisamente il 01 marzo 1886, a Milano nasce l'Associazione di Mutuo Soccorso fra congedati e pensionati dei Carabinieri. Da questa associazione nasceranno altre realtà simili - per non dire eguali - in tutto il territorio peninsulare.
Il sodalizio milanese ha subito un notevole successo perché permette l'iscrizione sia ai carabinieri in congedo che a quelli ancora in servizio. Questo ha creato un clima di fiducia, fratellanza e solidarietà tra i militari in servizio e quelli che - pur a malincuore - si sono congedati spingendoli a sostenere i soci ammalati, trovare un lavoro ai soci disoccupati, accompagnare il feretro dei soci defunti e presenziare a tutte le cerimonie o commemorazioni in cui siano presenti le istituzioni repubblicane.
Lo Statuto dell'Associazione di Mutuo Soccorso, per ribadire questi principi solidali, ha da subito sancito che "gli associati devono mantenere saldo lo spirito di Corpo e la fratellanza con i militari dell'Arma tuttora in servizio" e che una volta appresa la morte di un militare dell'Arma in servizio attivo, caduto vittima comunque del proprio dovere, "il Presidente disporrà affinché la rappresentanza dell'Associazione intervenga ai funerali con il vessillo sociale a lutto".
Nel 1905 le associazioni che riuniscono i Carabinieri in servizio ed in congedo sono presenti in tutte le regioni ed in tutte le provincie d'Italia. La moltitudine delle divise, dei segni distintivi, dei labari, ecc... stava creando non poca confusione e, così, i presidenti delle varie associazioni si sono messi attorno ad un tavolo ed hanno deliberato - nel 1926 - la nascita di un'unica Associazione d'Arma a carattere nazionale che - prima di chiamarsi Associazione Nazionale Carabinieri - si è chiamata "Federazione Nazionale del Carabiniere Reale", "Federazione Nazionale del Carabiniere Reale in Congedo", "Associazione Nazionale del Carabiniere Reale in congedo", "Cassa di Previdenza fra gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri in pensione e in congedo", "Associazione Nazionale Ufficial dell'Arma dei Carabinieri Reali in congedo".
L'Associazione Nazionale Carabinieri oggi è un sodalizio composto da circa 1700 sezioni di cui circa 1600 in Italia e le altre all'estero. Nelle sue fila annovera la bellezza di quasi 200mila iscritti e 350 organizzazioni di volontariato. Da molti anni l'A.N.C. stampa un proprio organo di informazione denominato "Fiamme d'Argento" che esce ogni tre mesi e si occupa dell'organizzazione del Raduno Nazionale che si tiene in genere ogni due anni in una località diversa del Paese.
L'attuale Presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri è il Generale di Corpo d'Armata Libero Lo Sardo, democraticamente eletto il 20 dicembre del 2008.
Carissimi, ho voluto dedicare queste righe all'Associazione Nazionale Carabinieri perché da quando mi occupo della memoria di Giorgio li incontro spesso a cerimonie e commemorazioni. Devo dire che ogni volta è un piacere vedere con quale compostezza e quale sincera commozione sostano dinanzi ad un monumento per i Caduti o ai piedi del Tricolore durante l'Alzabandiera. Poche associazioni hanno la sincera devozione dell'ANC e dei suoi sodali perciò, come già detto, ho desiderato spendere qualche riga del mio blog per permettere a tutti i miei giovani lettori di conoscere una realtà davvero degna di essere conosciuta.
Viva l'Italia, viva la Benemerita, onore all'Associazione Nazionale Carabinieri!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

mercoledì 28 febbraio 2018

La Capitaneria di Porto a tutela della salute pubblica

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", sono ormai molti anni che in Italia si parla di eternit e di gravi conseguenze per la salute pubblica da esso derivate. Purtroppo, nonostante ciò, ci sono moltissimi delinquenti che continuano a "smaltirlo" e stoccarlo in modo improprio e pericoloso per la pubblica incolumità.
Per fortuna, però, in Italia abbiamo degli "angeli custodi" operativi quanto invisibili; sto parlando degli uomini delle Forze Armate e delle Forze dell'Ordine che, in collaborazione con le Procure della Repubblica, svolgono quotidiana attività d'indagine, monitoraggio e verifica affinché si arrivi alla totale e completa eliminazione dei reati di matrice ambientale.
Una di queste indagini ha trovato compimento in quel di Bagnara Calabra (Reggio Calabria) dove i militari della Capitaneria di Porto, assieme al Direttore dell'Ufficio Marittimo di Bagnara Calabra hanno scovato e posto sotto sequestro un'abusiva discarica di quasi 4.000mq piena zeppa di elettrodomestici esausti, rifiuti e scarti di edilizia, rifiuti chimici utilizzati per le attività di costruzione e svariate lastre di eternit lesionate (quindi altamente pericolose per la possibilità dell'aerodispersione delle fibre di amianto in esse contenute).
Proprio per scongiurare la propagazione dell'amianto i militari della Capitaneria di Porto hanno sigillato l'intera area ponendola sotto sequestro ai sensi del Testo Unico Ambientale che tratta tutte quelle norme che riguardano il modo di gestire i rifiuti, bonificare i siti inquinati e stoccare gli scarti di lavorazione. Custode dell'area sequestrata è il Dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Bagnara Calabra che dovrà anche pianificare e sovrintendere le attività di bonifica.
Questa importantissima attività di repressione dei crimini ambientali è stata convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria con al collaborazione della locale Procura della Repubblica.
Carissimi, questa notizia i telegiornali non l'hanno data perché non fa audience ma è dovere di ogni singolo italiano - e in special modo del sottoscritto - far da megafono al lavoro, all'impegno ed ai grandi risultati che quotidianamente vengono compiuti dagli uomini che servono la nostra Patria come militari, poliziotti, soccorritori, ecc...
Il poeta diceva che "l'Italia è un popolo di santi, artisti e navigatori". Io, dal basso della mia ignoranza, mi permetto di parafrasarlo dicendo che l'Italia è un popolo di santi, artisti, navigatori e angeli in divisa che mettono a repentaglio la loro vita per garantire l'incolumità della nostra.
Viva l'Italia, viva la Marina Militare, onore alla Capitaneria di Porto!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella