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lunedì 3 settembre 2018

Il sorriso dei giusti. In memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Carissimi amici al "Cuore Alpino", trentasei anni fa l'Italia si è fermata per piangere la scomparsa del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, vittima di un attentato terroristico messo in atto dagli schifosissimi sicari di "Cosa nostra".
Il Generale Dalla Chiesa nasce a Saluzzo, splendida cittadina della provincia di Cuneo, il 27 settembre 1920.  Si innamora da subito dell'Arma dei Carabinieri e nel 1942, a soli 22 anni, si arruola ed indossa la bellissima uniforme a bande rosse. I suoi formatori ed istruttori vedono subito la stoffa di questo giovane carabiniere e lo inviano in Campania dove viene inserito nel nucleo incaricato di dare la caccia al bandito La Marca.
Nel 1968, nel pieno della carriera, il giovane Carlo Alberto viene chiamato ad organizzare i soccorsi per la popolazione civile vittima del terremoto del Belice. La Protezione Civile non esiste ancora e Dalla Chiesa deve salvare vite, rendere sicure città e fornire sicurezza e stabilità ai territori coinvolti dall'emergenza. L'Arma dei Carabinieri resta piacevolmente meravigliata dal suo grande spirito d'iniziativa e i comuni di Montevago e Gibellina gli conferiscono la Cittadinanza Onoraria.
L'impegno, la dedizione e la fedeltà dimostrati da Dalla Chiesa spingono i gerarchi dell'Arma a mandarlo in Sicilia per lottare seriamente e con mano ferma contro "Cosa nostra". Anche qui i risultati non si fanno attendere. Dalla Chiesa si mette ad indagare sugli omicidi del giornalista Mauro de Mauro e del procuratore Pietro Scaglione e, grazie al suo grandissimo acume investigativo, dà vita al "Rapporto dei 114" in cui si possono leggere nomi, indirizzi e informazioni utili sulla maggior parte dei capimafia operanti nell'isola sicula. Fra questi nomi si trovano quelli di Tommaso Buscetta, i cugini Greco di Cianculli, Frank Coppola e Gerlando Alberti.
Questa importante "mappa" della criminalità organizzata colpisce in modo singolarissimo il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri che, dopo attenta analisi, nel 1973 decide di elevare il Colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa al grado di Generale di Brigata con incarico di Comandante della Divisione Pastrengo di Milano incaricata di sgominare e distruggere il gruppo terroristico delle "Brigate Rosse".
Il neo-nominato Generale non lascia nulla al caso e, anche questa volta, riesce a dar prova della sua grande capacità investigativa. Dopo il sequestro del Giudice Sossi di Genova Dalla Chiesa capisce che bisogna dare un forte colpo alle BR ed infiltra uno dei suoi migliori uomini della "Pastrengo", il carabiniere Silvano Girotto, all'interno del sodalizio rosso. Grazie al grande lavoro di quest'ultimo, il Generale trae in arresto i brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini. Ma non finisce qui. Nel 1975, durante una delicatissima operazione militare atta a liberare l'industriale vitivinicolo Gancia, i Carabinieri di Dalla Chiesa uccidono in un conflitto a fuoco Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio, che aveva preso il posto del marito all'interno delle BR.
Ma le BR esistono ancora e riescono ad evadere dalle carceri in cui sono detenute. Dalla Chiesa riesce a ricatturare Renato Curcio e i suoi "compagni" e li sparpaglia nelle Carceri di Massima Sicurezza di Cuneo, Asinara, Favignana, Palmi e Trani.
Il Ministero della Difesa, visti i grandi risultati di questo suo figlio, nel 1981 nomina il Generale Dalla Chiesa Vice Comadante dell'Arma dei Carabinieri (incarico già ricoperto da suo padre) ed il 2 maggio 1982 lo invia con l'incarico di Prefetto in Provincia di Palermo.
Qui, in questo luogo, il 3 settembre 1982, dopo soli 4 mesi di servizio prefettizio, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l'Agente di Polizia Domenico Russo e la Signora Emanuela Setti Carraro, moglie del Generale, vengono barbaramente uccisi in un attentato da parte di "Cosa nostra".
Gli anni passano, i giorni trascorrono frenetici, ogni giorno accade qualche fatto di cronaca ma gli Italiani non possono e non vogliono dimenticare ciò che è accaduto a questo grande uomo che ha avuto l'unica "colpa" di amare il Tricolore e servirLo fedelmente.
Carissimi, ogni volta che incontro un carabiniere, che vedo una gazzella, che sento una sirena o che passo dinanzi ad una caserma, sento forte la presenza del mio conterraneo Carlo Alberto Dalla Chiesa. Come me migliaia di giovani che bramano con tutti loro stessi di entrare nell'Arma dei Carabinieri per mettere a repentaglio la loro vita in favore di chi è povero ed indifeso.
Oggi, 3 settembre 2018, migliaia di Italiani per bene inneggiano alla figura onesta e carismatica di Carlo Alberto Dalla Chiesa e sperano nella sconfitta completa e definitiva delle mafie, che sono il liquame putrido ed olezzoso del nostro paese.
Viva l'Arma dei Carabinieri, viva l'Italia, onore al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

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