Carissimi amici al "Cuore Alpino", questa sera ho deciso di trattare un tema scottante quanto disgustoso: la violenza sulle donne.
Da anni, quotidianamente, sentiamo che ci sono donne picchiate, vessate, stalkerate fino ad essere addirittura uccise.
L'Istituto Nazionale di Statistica è arrivato a dire che tra il 2000 e il 2016 le sentenze definitive contenenti almeno un reato di violenza sessuale ai danni delle donne sono passate da 1124 a 1419 e ci dice anche che a commettere tali reati per il 41,6% sono cittadini stranieri.
I reati di violenza maggiormente commessi sono lesioni personali, maltrattamenti fisici e psicologici, violenza privata, atti libidinosi violenti, atti osceni, sequestro di persona e anche, purtroppo, violenza su minorenni.
Il dato allarmante che ha colpito in modo indelebile la mia attenzione è che dal momento in cui la donna sporge querela al momento in cui il magistrato emette la sentenza di condanna passano in media dai 23 ai 29 mesi (più di 2 anni!).
Nonostante tutto quanto appena scritto in Italia negli ultimi 10 anni sono state uccise 1740 donne. Nel solo 2016 i casi di femminicidio hanno raggiunto le 130 unità. Una donna su tre, nel 2014, ha dichiarato di aver temuto per la propria vita. Nel solo 2010 le donne ferite e refertate presso i pronto soccorso sono state il 40,2% delle coinvolte nei sopracitati reati.
Nella sola regione Toscana negli ultimi 10 anni sono state uccise 99 donne e altre 16000 hanno chiesto aiuto ai Centri Anti-Violenza.
Lo Stato Italiano potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di concreto per impedire queste cose. Innanzitutto dovrebbe mettere in atto veri sistemi di prevenzione quali il monitoraggio dei soggetti violenti che le donne hanno già segnalato agli organi di polizia e poi magari accelerare (di molto) i tempi di condanna in modo che i malmenatori possano marcire nelle patrie galere.
Gli strumenti per monitorare i violenti e i probabili assassini ci sono. Dal 2013 il Codice di Procedura Penale consente di controllare a distanza con dispositivi elettronici stalker e violenti. Dal 2015 lo stato è in possesso di questi braccialetti elettronici e ne paga l'affitto alle aziende fornitrici ma non li usa! Come mai?
Al di la dello sperpero di denaro pubblico c'è il principio morale secondo cui lo Stato potrebbe far qualcosa per impedire i femminicidi ma non lo fa. Il problema, poi, diventa ancora più grande quando in Parlamento i signori politici parlano di violenza sulle donne urlando allo scandalo e stracciandosi le vesti. Ma con quale faccia fanno ciò?
Quando gli Italiani e le Italiane vanno alle urne per scegliere i propri rappresentanti nei palazzi delle istituzioni lo fanno per ricevere protezione e tutela. Come può chi siede in Parlamento affittare dei braccialetti che potrebbero impedire omicidi e non usarli?
Personalmente sono schifato e disgustato da questa manica di politicanti senza morale che siede su scranni dorati e gioca a rimpiattino con la vita dei Cittadini Italiani.
La violenza sulle donne urla vendetta al cospetto di Dio! Diamo una sveglia a Onorevoli (di nome ma non di fatto) e Senatori. Firmiamo la petizione lanciata da "Il Tirreno" qui!
Mai più violenza sulle donne. Mai più femminicidi.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella
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