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martedì 17 settembre 2019

L'Italia ricordi l'attentato del 17 settembre 2009 in cui persero la vita sei Parà

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", il 17 settembre l'Italia non può non fermarsi un momento per ricordare ciò che è accaduto a Kabul, all'ora di pranzo, esattamente 10 anni fa.
I blindati italiani sono sulla strada per la solita ricognizione atta a garantire la sicurezza alla popolazione civile residente a Kabul (Afghanistan); è quasi mezzogiorno, ora in cui in Italia le massaie stanno mettendo su l'acqua per la pasta e impanando le fettine.
Sulla strada per l'aeroporto un Toyota Corolla bianca, "farcita" da 150Kg di esplosivo, si lancia ad alta velocità contro i blindati dell'Esercito Italiano. Ne scaturisce uno scoppio così forte che si sente il boato a molto kilometri di distanza. Il bilancio è da subito tragico. Sei Paracadutisti della Folgore hanno subito perso la vita e altri quattro soldati, tre Paracadutisti e un Aviere, restano gravemente feriti.
Tutti i soldati coinvolti nell'attentato stanno rientrando al Quartier Generale I.S.A.F. dall'aeroporto dove sono andati a recuperare due Parà in rientro dall'Italia dove sono stati per licenza. I Parà presenti sul primo Lince, nessuno escluso, sono immediatamente morti mentre sul secondo Lince uno è morto e gli altri quattro sono rimasti gravemente colpiti e segnati.
I Paracadutisti - appartenenti al 186 Reggimento Paracadutisti di stanza a Pisa - Caduti nell'attentato sono:
Tenente Antonio Fortunato, 35 anni, Lagonegro (Potenza), Comandante dei due Lince;
Sergente Maggiore Roberto Valente, 37 anni, Napoli;
Primo Caporal Maggiore Matteo Mureddu, 26 anni, Solarussa (Oristano);
Primo Caporal Maggiore Davide Ricchiuto, 26 anni, Glarus (Svizzera);
Primo Caporal Maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, Orvieto;
Primo Caporal Maggiore Massimiliano Randino, 32 annni, Salerno.
I feriti che sono stati prontamente elitrasportati all'Ospedale da Campo Francese sono:
Caporal Maggiore Rocco Leo, 26 anni;
Caporal Maggiore Sergio Agostinelli, 32 anni;
Caporal Maggiore Ferdinando Buono, 30 anni;
Maresciallo Aeronautica Militare Felice Calandriello, 58 anni.
Per loro solo una serie di ferite e tanto shock.
Quegli schifosi che il mondo conosce con il titolo di "Taliban" hanno subito rivendicato l'attentato perché per loro queste cose sono medaglie al merito. Uccidere "infedeli" per loro è un biglietto per stare in prima fila dinanzi ad Allah. Nel comunicato scritto per la rivendicazione si legge: "Guidava l'autobomba un eroe dell'emirato islamico, il mujahid Hayatullah". Della strage di civili accusano i militari: "E' colpa della forza di occupazione che, dopo l'esplosione, hanno iniziato a sparare alla cieca colpendo molti tra i presenti sul posto".
Da quel giorno sono passati 10 anni. In questi anni non avevo mai parlato di questo attentato nonostante il mio amore profondo e sincero per la Brigata Paracadutisti Folgore che sento sinceramente come una mamma per i valori che insegna e le tradizioni che porta avanti. Allora perché ho deciso di parlarne proprio oggi?
Come voi lettori di "Cuore Alpino" sapete bene, il 13 novembre 2018 sono sceso a Roma per prender parte alla Giornata Nazionale dedicata alle Vittime del Terrorismo e le Vittime del Dovere delle Forze Armate. Quando - assieme alla Vedova di Langella - siamo stati portati alla Caserma "Pio IX" per il discordo del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Salvatore Farina, e il pranzo. La Provvidenza ha voluto che al tavolo dove ho pranzato avessi a destra Francesca e a sinistra Ciro Valente, fratello del Sergente Maggiore Roberto Valente, a cui ho promesso che avrei parlato di suo fratello.
Siccome le promesse le mantengo sempre, eccomi qua. Non posso non mantenere la parola data alla Famiglia di un Caduto. Non posso comportarmi come la maggior parte delle istituzioni che colgono ogni occasione per far calare il sipario sulle tristi vicende che hanno visto volare in cielo i nostri angeli in uniforme.
Carissimi, quest'oggi vi chiedo una cortesia personale. Prendetevi sei minuti della giornata, mettetevi ritti in piedi, chiudete gli occhi e fate silenzio assoluto. Ognuno di questi minuti servirà a ricordare Antonio, Roberto, Matteo, Davide, Gian Domenico, Massimiliano e a far giungere loro il nostro "Presente!" umile ma sincero.
Viva l'Italia, viva la Folgore, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

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