Carissimi amici dal "Cuore Alpino", nell'immaginario collettivo l'11 settembre è la data infausta nella quale sono venute giù le Torri Gemelle di New York a seguito di un tremendo attentato terroristico. Per me, che sono solito andare contro corrente, però, l'11 settembre si ricorda il 14esimo anniversario di matrimonio di Giorgio e Francesca.
Siamo nel 2005, a Boves, nella splendida cornice del Santuario di Madonna dei Boschi posto sotto il patrocinio della Madonna della Neve tanto cara agli Alpini. Già, parliamo di Alpini e, più nello specifico, di un grande Alpino che, anche nel giorno del suo matrimonio, ha voluto indossare l'uniforme per celebrare dinanzi a Dio e ai suoi cari il sacramento del matrimonio con Francesca e, al tempo stesso, con l'Italia. Queste mie parole sembrano strane e spropositate ma chi ha conosciuto Giorgio sa che non aveva altro desiderio se non quello di lasciare il suo nome nell'Esercito. Con Francesca parlava sempre di quanto amasse il suo lavoro e di quanto fosse orgoglioso di indossare il cappello con la penna nera a servizio del Popolo Italiano.
Giorgio era così: o tutto o niente! Non era capace di fare le cose a metà e non sceglieva mai la via più breve o quella più comoda. Quando ha conosciuto Francesca, Giorgio sapeva bene che ella aveva già un figlio nato da un precedente matrimonio ma questo non lo ha né spaventato né fermato. Da vero Alpino si è preso le sue responsabilità e ha fatto tutto quanto in suo potere per essere un buon compagno di vita per Francesca ed un buon padre per Gigi che lo adorava come fosse il suo padre biologico. In questo senso mi sento di paragonare Giorgio a san Giuseppe che con umiltà e docilità al volere di Dio ha cresciuto un figlio non suo amandolo sopra ogni cosa e accompagnandolo nel difficile sentiero della vita.
Ma torniamo a noi. L'11 settembre 2005 Giorgio prende in moglie Francesca rendendola la donna più felice e realizzata del mondo. Lei venera letteralmente questo marito che per lei ha mille piccole attenzioni e sollecitudini quotidiane. Chi ha conosciuto questa coppia di sposi sa che ciò che dico è vero. Sembravano - a detta di chi ricorda quei giorni - la famiglia del Mulino Bianco.
Giorgio, però, come abbiamo detto, era un Alpino, un Armiere in forza - da poco - presso il 2 Reggimento Alpini di Cuneo dopo aver servito l'Esercito per 10 anni al glorioso 3 Reggimento Alpini di Pinerolo. Da militare e uomo delle istituzioni è stato chiamato a prender parte ad una Missione Internazionale di Pace in Aghanistan, nel territorio di Kabul. Il suo forte senso del dovere, la sua proverbiale abnegazione verso i più deboli e il suo grande amore per il Tricolore lo hanno spinto a prepararsi al meglio per questa missione e lasciare Francesca e Gigi per qualche mese. Purtroppo, come chi legge questo Blog sa, "qualche mese" è diventato "per sempre" visto che Giorgio in quel di Kabul ha trovato la morte il 26 settembre del 2006 a seguito di un attentato terroristico di matrice islamica.
Il matrimonio da favola di Giorgio e Francesca è durato poco più di un anno. Il tempo di un soffio. Il tempo dell'idillio. A Francesca è crollato il mondo addosso e per Gigi le cose non sono andate meglio. Da quel tragico giorno sono passati 13 anni, lunghi, freddi e interminabili. Il tempo lenisce le ferite della mente, aiuta a lasciarsi il passato alle spalle ma non riesce a sanare e rimarginare le ferite profonde e sanguinolente del cuore e dell'anima. Francesca, ed io che le sono accanto ad ogni anniversario lo so bene, non riesce a cancellare il ricordo di Giorgio, le sue attenzioni, le sue carinerie, le sue improvvisate e le piccole cose che facevano di lui un uomo di burro, nonostante l'imponente stazza.
Quando ci si sposa spinti da un amore travolgente, puro, sincero ed autentico non c'è tempo e non ci sono parole che possano lenire le ferite ed alleviare il peso dei ricordi. Quando si pronuncia con fede autentica, dinanzi a Dio, il "per sempre" non ci sono mezze misure e la morte terrena non cancella né l'amore né la donazione sponsale del superstite.
Prima di scrivere questa riflessione ho pensato e ripensato se fosse stato il caso ma, poi, mi sono detto: se non ricordo io i momenti felici della vita di Giorgio chi lo fa?
Giorgio voleva lasciare il suo nome nell'Esercito ma, a tutt'oggi, purtroppo questo non è avvenuto o, perlomeno, non in modo serio. Di Alpini sinceramente legati alla memoria di Giorgio ed alla sua storia ne ho conosciuti pochi. L'Esercito Italiano (più volte da noi interpellato affinché si creasse uno spazio pubblico dedicato a lui ed a lui solo) ha fatto sin qui "orecchie da mercante". L'Associazione Nazionale Alpini - che poco dopo il tragico attentato - promise a Francesca l'intitolazione del Gruppo Alpini di Boves pare essersi dimenticata di tali parole e la politica... beh, meglio stia zitto.
Quello che Francesca apprezza, e tiene con grande affetto nel suo cuore, è il grande seguito che voi, miei cari amici dal "Cuore Alpino", date a tutte le iniziative e le commemorazioni che - nel nostro piccolo - cerchiamo di tener in piedi per mantenere in vita la figura di Giorgio. Da molti anni, grazie a Francesca e alla generosità di molti di voi, sosteniamo progetti missionari dei Frati Carmelitani Scalzi e dei Frati Minori Cappuccini in favore dei bambini meno fortunati e manchevoli delle risorse economiche per poter studiare e curarsi dalla terribile piaga africana della malaria.
Ogni anno, con non poche difficoltà, continuiamo a far celebrare l'Eucarestia nel giorno anniversario della dipartita di Giorgio e, ogni qual volta è possibile, prendiamo parte alle cerimonie militari a cui - sempre più raramente - veniamo invitati. In memoria di Giorgio ed in rappresentanza di Francesca (che vive e lavora a Roma) cerco di presenziare sempre alla Festa delle Forze Armate (04 novembre), Festa della Repubblica (02 giugno), alla Memoria dei Caduti della Divisione Alpina Cuneense e a tutti quei momenti di memoria e commemorazione che sono doverosi nei confronti di chi ha posato lo zaino a terra per incamminarsi per l'ultima scalata verso il Cimitero di Cantore.
L'11 settembre, perciò, anche se in modo prettamente virtuale è una di quelle date in cui tengo a far ricordare Giorgio che, con grande gioia, si è unito a Francesca nel sacro vincolo del matrimonio diventando così - anche se la legge e la burocrazia storcono il naso - il padre di Gigi.
Carissimi, nella giornata di domani fatemi una cortesia. Prendetevi un minuto di totale silenzio e - oltre a ricordare le Vittime di New York - rivolgete un sincero pensiero anche a Giorgio e Francesca per augurar loro un buon anniversario di matrimonio. Grazie di cuore per la vostra attenzione e per il seguito che date con affetto a questo mio piccolo blog.
Sinceramente vostro, Elia.
Nessun commento:
Posta un commento