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sabato 21 novembre 2020

Colonnello Incursore Giuliano Angelucci: "Io sono del 9 e me ne frego!"

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa sera voglio proporvi un bellissimo discorso del Colonnello Incursore Giuliano Angelucci, Comandante del 9 Reggimento Paracadutisti Incursori "Col Moschin", in occasione del suo fine comando per passaggio a più alti incarichi.

"Questo sarà un discorso diverso da quelli che avete sentito uscire dalla mia bocca. Porgo i miei più cordiali saluti alle autorità politiche, militari e religiose, alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, ai rappresentanti della società civile, sociale e a tutti coloro che hanno voluto condividere con la loro presenza questa cerimonia. Un caloroso abbraccio ed un deferente saluto ai famigliari dei nostri Caduti periti e deceduti in servizio. Grazie di averci omaggiato della vostra presenza. Un benvenuto particolare alle autorità convenute da questa bellissima città. Un subordinato saluto all'Ammiraglio di Squadra Cavo Dragone, Comandante del Comando Operativo Vertice Interforze, ed un subalterno saluto al Generale di Divisione Zanelli, Comandante del Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali e nostro Senior quali Incursori in servizio più alto in grado. Grazie per la vostra volontà di essere presenti. 

Agli ordini signor Generale Caruso, Comandante del Comando Forze Speciali dell'Esercito, benvenuto e ancora una volta grazie per aver deciso di condividere con noi la vostra partecipazione a questa cerimonia. 

"Io sono del 9, io sono del 9", quattro semplici parole in cui è racchiusa la grandezza del 9 Reggimento d'Assalto "Col Moschin"; IL reparto. Una breve frase che in realtà rappresenta la maestosità del senso di appartenenza a questo reparto, IL reparto. "Io sono del 9" a significare che non esiste il "mio 9", il "tuo 9", il "nostro 9", il 9 non appartiene a nessuno di noi; tutti noi apparteniamo al 9: IL reparto. Il 9 appartiene esclusivamente all'Esercito e alla nostra amata Italia. "Io sono del 9", il 9 Reggimento d'Assalto, IL reparto per il quale si deve provare un unico puro e rispettoso sentimento: l'amore incondizionato, uno stadio evoluto dell'amore in cui si offre benevolenza a prescindere del tipo di sentimento nel quale non esistono "come mai", "forse", "se", "ma", "perché". 

"Io sono del 9". Il reparto erede delle tradizioni degli Arditi del 9 Reparto d'Assalto della Prima Guerra Mondiale e del 10 Reggimento Arditi della Seconda Guerra Mondiale dal quale ereditò la Bandiera di Guerra, l'impeto, l'audacia ed il coraggio degli Arditi che implacabili assaltavano le posizioni nemiche donandoci un'eredità indelebile e troppo spesso dimenticata che noi cerchiamo di onorare ogni giorno. Lo facciamo perché assolutamente fieri ed orgogliosi di questo lascito e del legame indissolubile con le origini che sono le nostre fondamenta.  Sono schierati di fronte a voi gli eredi di tale patrimonio. 

"Io sono del 9": IL reparto fiero rappresentante dell'etica militare, leale e fedele alla propria missione ed al proprio giuramento. Reparto creato per l'unico scopo di vincere ad ogni costo per neutralizzare la minaccia, per difendere la Patria, per salvaguardare le libere Istituzioni. 

"Io sono del 9": IL reparto impiegato, fra l'altro, ininterrottamente - per circa 15 anni - nei teatri operativi di interesse a volte molteplici, schierando sia unità esclusivamente composte dal personale di reparto sia il cosiddetto "frame work" delle Special Operation Trance Forces Interforze. 

"Io sono del 9". Dico subito, a scanso di equivoci che il 9 Reggimento d'Assalto "Col Moschin" è IL reparto di punta, il più grande reparto, il più capace, il più stimato, il piano mirato non solo dell'Esercito Italiano. Incursori, voi siete l'onore dell'Esercito e delle Forze Armate italiane, anche di tutta Italia. 

Voi direte: "è chiaro che dici questo, sei il Comandante del 9". Ma queste parole non sono le mie, queste parole le ha dette il signor Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Salvatore Farina, il 24 Giugno 2018. 

"Io sono del 9". Fieri figli di quell'Italia che costantemente adempie alle proprie responsabilità, assolvendo ai propri doveri, ai propri compiti istituzionali e le missioni assegnate senza esitazioni - a prescindere - e, fedeli alle parole del Capitano Zaninelli diciamo: "Signor Comandante, io me ne frego; si fa ciò che si ha da fare per la Patria". 

Nel ringraziare tutte le Famiglie del personale del 9, riservo un GRAZIE particolarmente sentito alla mia famiglia: mia moglie Rachele e mia figlia Giulia. Grazie per tutto il supporto che mi hanno dato in questi anni e, a causa della mia assenza, per tutti quegli abbracci, baci mai dati e per quelle coperte mai rimboccate. Vogliate accettare un semplice Presente! in segno di profonda gratitudine. 

Esprimo tutta la mia riconoscenza a voi Ufficiali, Sottufficiali, Volontari e Soldati del 9 per avermi sempre trattato da Comandante e per avermi fatto sentire, in ogni circostanza, il vostro Comandante. Infine, consentitemi di ringraziare il mio Comandante, Generale di Brigata Caruso, grazie!

Amato 9, Addio! Servirti è stato un privilegio. Viva i Reparti d'Assalto, viva il 9 Reggimento d'Assalto, viva tutti i Figli del 9 Caduti in Operazioni, periti in addestramento, deceduti in servizio, viva l'Esercito, viva l'Italia!". (Colonnello Incursore Giuliano Angelucci, Comandante cedente del 9 Reggimento d'Assalto "Col Moschin", 13 marzo 2020, video integrale qui)

Carissimi, questo discorso l'ho ascoltato, riascoltato, letto e riletto più volte ma ogni volta ne sono rimasto ammirato. Gli Arditi, gli Incursori del 9 "Col Moschin" sono delle autentiche macchine da guerra ma, lo avete potuto percepire, sono uomini con un cuore grande, uno spirito libero ed un fulgido pensiero. Uomini come gli Incursori non solo sono il nostro vanto, il nostro orgoglio e la nostra speranza ma sono soprattutto personificazione vivente del Tricolore.

Grazie per il vostro seguito.

Andrea Elia Rovera

Responsabile della Memoria Storica del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

 

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