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giovedì 14 novembre 2019

Il Beato Teresio Olivelli, un Alpino morto per amore

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", questa sera voglio parlarvi della storia di un Ufficiale Alpino che è stato beatificato in virtù del suo grande amore e del suo cuore immenso. La sua breve esistenza terrena è durata solo 29 anni ma il segno che egli ha lasciato è stato profondo ed indelebile.
Teresio Olivelli è nato il 7 gennaio 1916 a Bellagio, in Provincia di Como. Cresce in un ambiente profondamente cristiano fatto di studio, sport, e impegno caritatevole. Dopo gli studi superiori va a Milano per frequentare il Corso di Laurea in Giurisprudenza. Purtroppo però l'Italia si trova nel pieno dei tumulti bellici che devastano l'Europa e Mussolini si trova costretto dagli eventi a fare l'alleanza con la Germania nazista di Hitler.
Teresio non condivide la scelta fatta dal Duce ma per senso del dovere ed amor di Patria chiede ed ottiene di partire per la Campagna di Russia come Ufficiale Alpino. La sua motivazione è riassunta in poche ma profondissime parole: "Non ho eroici furori. Solo desidero di fondermi nella massa, in solidarietà col popolo che senza averlo deciso, combatte e soffre".
Questa sua motivazione viene vissuta concretamente nella vita al fronte. Mangia poco per lasciare razioni più sostanziose a chi ha fame, crea piccoli cenacoli di preghiera in luoghi improvvisati per diffondere la speranza in una terra apparentemente abbandonata da Dio, chiacchiera per ore con tutti i commilitoni in modo da farli sfogare e non farli crogiolare fra gli orrori della Guerra.
Nel 1943, dopo atroci sofferenze, riesce a lasciarsi le steppe russe alle spalle e a rientrare in Italia. La situazione che trova nel comasco è tremenda. Teresio non può stare con le mani in mano perché il Vangelo lo sprona ad aiutare chi sta peggio. Oltretutto, dopo aver servito la Patria nel glorioso Corpo degli Alpini, non può scrollarsi di dosso le responsabilità che gli sono ormai proprie. Decide, anche se non ne condivide interamente gli ideali, di unirsi alla Resistenza Lombarda: non come guerrigliero arrabbiato ma bensì come cristiano, compiendo una vera e sincera "rivoluzione dell'amore". A differenza dei "compagni" di resistenza, Teresio non commette omicidi, non tortura e non stupra. La sua azione di resistenza è fondata sul principio di "ribellione per amore" che deve portare alla crescita spirituale, all'amore fraterno ed alla sussidiarietà in favore di chi è più sfortunato. Tutte le persone che hanno la fortuna di incontrarlo vengono raggiunte da questi insegnamenti ma Teresio non si accontenta di raggiungere una manciata di persone. Pur sapendo a cosa va incontro fonda, con altri temerari, il giornale clandestino "Il Ribelle" che - ben presto - arriva nelle mani dei gerarchi nazisti presenti sul territorio italiano. Questi non tollerano che qualcuno possa parlare di rivoluzioni e ribellioni fondate sull'insegnamento di Cristo. L'Alpino Olivelli viene immediatamente inserito fra gli esponenti pericolosi per il Reich con l'accusa di essere un "esponente cattolico ambrosiano".
Il 27 aprile 1944 Teresio Olivelli viene arrestato a Milano e - senza esser sottoposto a regolare processo - viene deportato al Campo di Concentramento di Fossoli prima e di Hersbruck, in Germania, poi. In quest'ultimo Campo di Concentramento Olivelli viene barbaramente ucciso il 17 gennaio 1945 da un branco di gerarchi nazisti che non accettano il suo atteggiamento di "buon samaritano" verso i gli altri internati. Teresio, infatti, difende i compagni maltrattati, aiuta quanti non riescono a portare a termine le fatiche e crea momenti clandestini di preghiera nelle baracche.
Dopo l'uccisione i gerarchi non perdono tempo e gettano il corpo di Teresio Olivelli in un forno crematorio.
La Chiesa Cattolica, il 3 febbraio 2018 beatifica l'Alpino Teresio Olivelli per esser stato ammazzato in odio alla fede.
Carissimi, come sapete il mondo partigiano non mi rappresenta e non gode della mia stima. Il 25 aprile non festeggio perché non credo ci sia nulla da festeggiare ma dinanzi alla storia di un uomo grande e corretto come il Beato Teresio Olivelli mi tolgo il cappello e abbasso lo sguardo.
I partigiani continuano a non rappresentarmi ma le singole persone, quelle che hanno fatto il loro dovere di Italiani e di Cristiani, hanno tutto il mio rispetto e la mia venerazione.
Grazie ancora di cuore per il grande seguito che date a questo mio blog. Siete stupendi.
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

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