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giovedì 15 giugno 2017

Onore alla Taurinense impegnata in Afghanistan, Iraq e Libia

Carissimi, dopo qualche giorno di silenzio torno a scrivervi per parlarvi dei nostri amati militari della Taurinense che il 26 maggio ci hanno salutati in una toccante cerimonia che si è tenuta presso la Caserma "Monte Grappa" di Torino, sede della Brigata.
Devo confessarvi che è stata un'esperienza unica ed irripetibile che porterò in un posto speciale del mio cuore per sempre.
Vedere tre reggimenti compostamente schierati pochi giorni prima di partire per i contingenti internazionali nei quali sarà impiegata la Brigata non ha prezzo. In quelle rigide colonne di soldati in mimetica ed anfibi c'erano figli, mariti, fratelli, padri, cittadini, ... pronti a servire la Patria nonostante il dolore di dover lasciare in Italia i propri affetti.
Qualche sinistroide ben pensante continua a chiamarli "mercenari" e a dire che partono per le missioni all'estero solo perché "profumatamente pagati". A questi personaggi non merita neppure dare risposta perché solo chi ha conosciuto un soldato italiano sa cosa ci sia davvero nel suo cuore e nella sua testa.
In quei frangenti non ho potuto non pensare ai soldati della Taurinense che sono partiti per le missioni ma purtroppo vi sono tornati in una bara avvolta nel Tricolore perché uccisi da vili attentanti terroristici di matrice islamica.
In modo particolare il mio pensiero è andato al Caporal Maggiore Capo Scelto del 2 Reggimento Alpini Giorgio Langella, caduto a Kabul (Afghanistan) il 26 settembre del 2006.
Con me e come me anche il Generali alpini Bonato e Biagini hanno voluto ricordare i Caduti della Brigata e hanno fatto sentire la loro sincera vicinanza ai famigliari presenti quel giorno alla "Monte Grappa".
Mentre andavo da Cuneo a Torino per prender parte alla cerimonia, scorrevano nella mia mente i volti degli Alpini che conosco personalmente e delle loro mogli/compagne che per sei mesi dovranno stare lontani pur avendo i cuori costantemente legati ed in apprensione l'uno per l'altra. Le missioni internazionali, infatti, non coinvolgono solo il soldato ma anche e soprattutto la sua famiglia che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto è pervasa da un mix di orgoglio e terrore per il proprio caro impegnato in terra straniera.
Un particolare ricordo l'ho rivolto a Giulia, moglie di un Alpino e mia ex insegnante, che segue con amore ed apprensione non solo suo marito ma tutti i nostri militari impegnati in Italia ed all'estero. Persone così andrebbero insignite delle più alte onoreficenze repubblicane visto che in questo Paese sono più gli italioti che criticano le forze armate che gli Italiani che le onorano e le rispettano.
In questi mesi in cui i nostri eroi saranno oltre oceano vi chiedo di recitare Tre Ave Maria ogni giorno:

  1. una per il 2 Reggimento Alpini di Cuneo che in Afghanistan assumerà il comando del Train Advise Command, nell'ambito della missione Nato Resolute Support. 
  2. una per il 3 Reggimento Alpini di Pinerolo che in Iraq assumerà la guida della Task Force a protezione della diga di Mosul
  3. una per il 9 Reggimento Alpini de L'Aquila che a Misurata, in Libia, assumerà il comando della della Task Force impegnata nella missione Ippocrate di aiuti alla popolazione.

Questi tre Reggimenti rappresentano il meglio della nostra Nazione, il sano della nostra società, l'orgoglio della nostra Bandiera.
Viva l'Italia, viva gli Alpini, onore ai soldati della "Tau"!
Andrea Elia Rovera
Resposabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

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