Ieri pomeriggio, all'interno del Carcere di Sanremo, "una decina di detenuti, di origini africane, che occupavano tre celle, hanno scatenato una rissa dove sono stati usati, come arma, alcuni sgabelli". A fare questa dichiarazione è stato il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (S.A.P.Pe.) che, ancora una volta, si trova a dover rendere noto che la Polizia Penitenziaria è in sofferenza organica. Nonostante ciò, gli agenti della Penitenziaria, sono riusciti a sedare la violenta rissa e a dividere gli aggressivi galeotti.
Michele Lorenzo, Segretario del S.A.P.Pe. Liguria, dichiara: "Ora auspichiamo che la Direzione intervenga applicando il procedimento disciplinare e anche penale. Ad aumentare il rischio di criticità a Sanremo è la circostanza relativa alla presenza di 270 detenuti invece, dei 230 previsti, oltre alla possibilità offerta ai detenuti di vivere con le celle aperte, quindi liberi di circolare all’interno del loro reparto. Così si amplifica il pericolo che viene originato da una popolazione detenuta particolarmente esagitata oltretutto poco può fare la Polizia Penitenziaria con le poche unità in servizio che ce la mettono tutta per garantire la sicurezza ed incolumità; è bene ricordare che la Polizia Penitenziaria non ha in dotazione strumenti per sedare situazioni simili. Sicuramente la pistola taser sarebbe servita, il solo sapere che tale dispositivo è nelle disponibilità, già sarebbe un elemento di persuasione.
È indiscutibile l’escalation negativa quanto pericolosa della gestione delle carceri liguri, ormai contraddistinti giornalmente da eventi critici come aggressione al personale, risse, autolesionismi, portati a compimento da una popolazione detenuta sempre più predisposta al rigetto delle regole penitenziarie. Quindi cosa si aspetta a rivedere il sistema penitenziario? Serve una rivisitazione che consenta in primis la possibilità ai detenuti stranieri (circa il 30%) di scontare la pena nei loro paesi d’origine, oltre a non detenere in carcere soggetti altamente psichiatrici che poco o nulla assimilano del processo rieducativo collegato alla detenzione.
L’umanità della pena non è certamente quella attuale, oggi è garantita dalla Polizia Penitenziaria, per questo è necessario un potenziamento dell’organico e con la dotazione di strumenti tecnologici.
Senza la Polizia Penitenziaria il pianeta carcere crollerebbe". (Fonte: Sanremo News)
Per l'ennesima volta la Polizia Penitenziaria ha dovuto far da sé quel che invece dovrebbe esser fatto in modo organico e sinergico da forze dell'ordine, magistratura e Ministero dell'Interno. E' ormai chiaro che la popolazione carceraria è esageratamente multietnica. Simbolo, questo, del fatto che gli immigrati presenti sul nostro suolo nazionale sono sempre più inclini a violare le leggi e a mancare di rispetto alla nostra cultura ed alle nostre tradizioni. Il 30% della Popolazione Carceraria ormai è composta da immigrati che, oltre ad aver violato le norme, vivono in carceri italiane sulle spalle dei contribuenti italiani che, non c'è bisogno lo scriva io, sono già sufficientemente schiacciati da una pressione fiscale pressoché vergognosa.
Fino a quando dovremo continuare a farci carico della delinquenza degli altri Paesi? Fino a quando dovremo mantenere Centri di Accoglienza, Centri di Identificazione, ...? Gli Italiani - da nord a sud - iniziano ad essere stanchi di dover mantenere queste persone. Siamo pieni di Italiani senza lavoro, genitori che non trovano posto nelle Scuole dell'Infanzia, anziani abbandonati a se stessi... ma continuiamo a sostenere e farci carico degli immigrati. Questa, a mio avviso, è italianofobia!
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Viva l'Italia, viva la Polizia Penitenziaria!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella
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