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domenica 22 marzo 2020

L'economia italiana, gli italiani in difficoltà, l'immigrazione incontrollata ed il Covid-19. Quale futuro per l'Italia?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", siamo chiusi in casa da parecchi giorni per via di questa pandemia da Covid-19 che sta mietendo più vittime di una guerra a viso aperto.
Stando in casa, e non avendo molto da fare, sono quotidianamente informato da telegiornali, radiogiornali e siti web sull'evolversi della situazione. Quel che sta accadendo è angosciante ma, nonostante ciò, molti italioti scrivono che dobbiamo aprire i seminari vuoti per accogliere i senzatetto (maggior parte dei quali stranieri) ma io mi pongo un quesito: "perché mettere nei seminari cattolici della gente che cattolica non è?".
Quando abbiamo avuto i terremoti di Amatrice, de L'Aquila, ... chi è venuto ad aiutarci?
Il Prefetto Guido Bertolaso ha sputato il sangue per coordinare l'emergenza. Ricordo che correva come un pazzo per salvare quante più vite possibile. Mi ricordo che stava decine di ore nelle tende per coordinare tutta la macchina dell'intervento. Non si è risparmiato. E' stato settimane lontano dalla sua casa e dai suoi affetti ma a nessuno è interessato.
In Albania, poche settimane fa, hanno avuto il terremoto e l'Italia ha mandato una Colonna mobile di Vigili del Fuoco a soccorrerli. Dove sono oggi gli albanesi? Cosa stanno facendo per noi?
Mi spiace ma non sono d'accordo a continuare a tenere nel mio Paese tutti questi stranieri che sono buoni solo a prendere ma quando c'è da dare battono in ritirata.
Mi chiamano razzista? Non mi importa.
Mio nonno ha fatto la Prima Guerra Mondiale da interventista volontario e la Seconda Guerra Mondiale da Ufficiale. Aveva 80anni quando morì e continuava a cantare con gli occhi lucidi: "Il Piave mormorò: non passa lo straniero".
In Italia, attualmente, non solo lo straniero passa indisturbato ma la fa anche da padrone. Ci sono centinaia di padri separati che faticano a vivere dignitosamente per via degli assegni di mantenimento che debbono corrispondere alle ex-mogli. Ci sono uomini che per non far mancare il necessario ai propri figli si sono ridotti a vivere in camper, roulotte o a dormire in macchina.
Ci sono italiani che, dal 2008 ad oggi, hanno dovuto chiudere aziende, pagare cartelle esattoriali al limite dell'usura. Ci sono migliaia di italiani che hanno perso il posto di lavoro e non ne hanno più trovato un altro.
Ci sono italiani che vivono in modo indecoroso a casa loro, in Italia.
E poi c'è l'altra faccia della medaglia.
Ci sono tutti quegli immigrati che partono dal loro paese, pagano dei trafficanti di uomini per essere imbarcati, arrivano nelle acque territoriali europee e vengono fatti sbarcare da O.N.G. e O.n.l.u.s. sulle coste italiane.
Questi immigrati arrivano nei nostri porti ed, immediatamente, vengono visitati da capo a piedi. Gli vengono forniti abiti e materiali per l'igiene personale. Vengono portati in strutture ricettive dove iniziano le pratiche per l'Asilo Politico o chissà che altro. In queste strutture hanno cibo, letto, acqua calda, psicologo, interprete, ... e tutto a carico del Popolo Italiano.
A questi immigrati vengono dati i nostri stessi diritti. Frequentano le scuole, usufruiscono del Servizio Sanitario Nazionale, hanno ricoveri ospedalieri e interventi chirurgici gratis, ...
Il problema è che per la costruzione, la manutenzione e la gestione ordinaria di scuole, A.s.l. e ospedali, ... gli immigrati non hanno versato un solo euro di tasse!
Il welfare italiano è al collasso perché si trova a dover assistere molte più persone di quelle che in fase programmatica aveva immaginato di dover trattare. Oltretutto nelle mense scolastiche e negli ospedali i servizi di ristorazione debbono trovare alternative alla carne di maiale perché gli immigrati di origine islamica non la mangiano.
I crocefissi appesi ai muri e i presepi esposti nei luoghi pubblici urtano la sensibilità di questi ospiti che nessuno ha invitato ma che ci tocca mantenere. La Sinistra Italiana non perde occasione per identificare in costoro "risorse" e "povera gente" ma agli italiani nessuno pensa.
Stiamo perdendo la sovranità e l'identità nazionale un pezzetto alla volta e non possiamo che batterci il petto e dire "mea culpa". Siamo pronti a spalancare i nostri servizi e le nostre risorse a chiunque viene da fuori ma se dobbiamo aiutare un italiano in difficoltà ce ne guardiamo bene dal farlo.
Ora, sia come sia, in Italia vi è una pandemia chiamata Covid-19 (o Coronavirus) e il nostro Sistema Sanitario sta in affanno. Agli Operatori Sanitari e di Polizia mancano le mascherine con filtri protettivi e i dispositivi di protezione individuale ma nessuno si prodiga per procurarglieli nell'immediato. In fondo, non son mica arrivati dal mare con tanto di scorta di O.N.G. e sinistroidi al seguito...
Vedere nei Tg le nostre Forze Armate e di Polizia in mezzo alla strada, munite di sola mascherina chirurgica, mi strazia il cuore. Stiamo esponendo al contagio centinaia di soldati, carabinieri e poliziotti che - finita l'emergenza - torneranno ad essere il bersaglio di sinistra, anarchici e centri sociali vari.
Gli stranieri - francesi, polacchi, tedeschi, spagnoli, austriaci - hanno dimostrato il rispetto che hanno per il nostro Paese. Ci hanno mancato di rispetto in diversi modi ed in diversi tempi e noi dovremmo continuare a fare gli "amiconi" di costoro?
Dobbiamo stare in Europa per veder svilire e maltrattare la nostra Bandiera?
Dobbiamo stare in Europa per mettere a rischio i nostri soldati che - durante l'Operazione "Strade Sicure" - vengono spesso vilipesi dagli immigrati presenti dove loro hanno il picchetto?
Se non voler veder vilipendere la propria Nazione e la propria Bandiera significa essere razzista allora sì, sono razzista!
In un momento in cui ci sono migliaia di morti italiani, miei fratelli, sangue del mio sangue, non posso e non voglio aprire le mie mani ed il mio cuore a nessuno che non sia italiano.
Viva l'Italia, viva le Forze Armate, onore ai nostri Italiani deceduti per questa pandemia!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgia Langella

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