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venerdì 11 novembre 2016

Nassiriya, per non dimenticare.

Carissimi, questa sera con la morte nel cuore vi ricordo che 13 anni fa l'Italia veniva ferita, amputata, depauperata di un gran numero di suoi figli.
Mercoledi 12 novembre 2003 alle ore 10:40 (ora di Bagdad) le ore 8:40 italiane, la sede dell'Arma dei Carabinieri di stanza a Nassiriya è stata attentata e dilaniata da fredda e ignobile mano islamica.
I Carabinieri erano stati allocati nell'ex-Camera di Commercio della città. Di fronte alla porta carraia della Caserma si sono presentati un camion cisterna ed un'auto che - guidati da quattro kamikaze - hanno forzato il posto di blocco ed hanno fatto esplodere il tutto con l'ausilio dei circa 300kg di esplosivo che trasportavano. La fortissima detonazione ha fatto sì che esplodessero anche le auto parcheggiate e l'armeria della Caserma.
Questa vile azione terroristica ha strappato alla Patria 12 Carabinieri, 5 Militari dell'Esercito e 2 Civili italiani. In quell'attentato l'Italia ha perso degli uomini, in quel tragico momento l'Italia ha perso degli eroi, dei figli.
Il giorno 17 novembre dello stesso anno un giornalaccio arabo con sede in Londra ha pubblicato una viscida rivendicazione che attribuiva "la carognata" all'organizzazione islamica denominata "Al Qaeda".
Carissimi, a conclusione di questa breve quanto sofferta lettera, vorrei farvi una richiesta: non smettete mai di ricordare le vittime di Nassiriya.
L'effusione del loro sangue non può e non deve essere vana. L'odio propagandato e sponsorizzato dall'Islam non può e non deve trionfare. I nostri eroi che servono la Patria nelle Forze Armate sono la parte sana della nostra Nazione che - senza di loro - varrebbe certamente meno di quel poco che già vale.
Con dolore e costernazione, Elia.

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