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domenica 19 luglio 2020

Immigrazione Islamica: risorsa o pericolo?

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", in questi giorni - come già vi ho scritto il giorno 16 - il Partito Radicale e le Sardine si sono mobilitati per cercare di spiegarci i motivi per i quali - secondo loro - l'Immigrazione e gli Immigrati non siano dei reali problemi per la nostra Nazione.
Ovviamente non sono d'accordo ma andiamo per gradi.
Ieri pomeriggio, in una bella giornata di sole, dinanzi alla Cattedrale di Santa Maria del Bosco, qui a Cuneo, Radicali e Sardine si sono radunati per manifestare le loro tesi pro-immigrazione. Nonostante la nostra sia purtroppo una città di sinistra, i manifestanti erano pochissimi come potrete vedere dal link della notizia riportata da "CuneoDice.it - Quotidiano Online".
I manifestanti hanno sostenuto che "Non è vero che ospitiamo i migranti in albergo. I centri di accoglienza straordinaria sono strutture temporanee cui il Ministero dell’Interno ha fatto ricorso dal 2014. E' falsa la tesi secondo cui le spese per l’immigrazione tolgono risorse per il welfare: I costi complessivi sono inferiori al 2% della spesa pubblica, e gli stranieri sono in gran parte contribuenti. Un cenno, sul “mini-dossier”, anche per il tema del terrorismo: Le vittime del terrorismo di matrice islamica nell’Europa occidentale sono meno dell’1% del totale. I paesi più colpiti sono Afghanistan, Iraq, Nigeria, Siria, Niger e Somalia. Inoltre in Italia i musulmani sono meno di un terzo del totale degli stranieri, in Europa solo il 5,8% della popolazione è di religione islamica". (Notizia completa qui)
Monsignor Bashar Warda, Arcieparca della Chiesa Cattolica di Rito Caldeo, nel 2016, intervistato da Giovanni Masini e Gabriele Orlini de "Il Giornale" ha dichiarato: "Non c'è problema tra Cristianesimo e Islam, perché dovremmo trascinare il Cristianesimo in questo conflitto? L'Islam ha un problema con tutto il mondo, non solo con il Cristianesimo. Hanno un problema con il mondo intero perché vogliono imporre la Sharia. Il dialogo, di conseguenza, dev'essere con il mondo intero, non solo con i cristiani. Chi dice che l'Europa è cristiana? Gli europei stessi negano la loro identità cristiana. I musulmani dicono che l'Europa è cristiana, ma bisognerebbe chiedere agli europei se si sentono cristiani o meno; credo che darebbero una risposta diversa da quella islamica. L'Islam sostiene che l'Occidente oggi abbia perso l'orientamento e uno stile di vita. L'Islam sostiene di essere la soluzione, di avere la soluzione per l'Occidente. L'Islam sostiene che la Sharia sia la soluzione".
Già da queste parole dell'Arcivescovo possiamo capire che sicuramente l'Islam non è una religione con cui sia possibile dialogare ma proseguiamo.
Quando il giornalista chiede a Monsignor Warda: "Cos'ha il Cristianesimo più dell'Islam?" si sente rispondere: "Non c'è religione in grado di dare quello che dà il Cristianesimo, cioè l'amore. Possono raccontarti del potere, della ricchezza, della felicità... ma nessuno di loro ti parlerà dell'amore. Noi possiamo e l'abbiamo dimostrato. Sono 2000 anni che questo amore viene vissuto e che il sangue viene versato, per questo amore". (Intervista completa qui)
Prima che qualcuno possa dirmi che le parole di un Arcivescovo Cattolico non sono da considerarsi valide perché "di parte" mi accingo a riportare le parole di una persona di fede islamica a cui viene chiesta una cosa semplice: "Che cosa succede a chi si toglie il velo?".
"Aspettavo la mia morte. Una prigione, una stanza, il mio spazio è tutto lì. Mesi e mesi, anni e anni. Tapparelle chiuse, abbassate, buio, buio, buio". Questa è solo l'introduzione. Il drammatico racconto continua: "Buio, per Amira, è il ricordo degli anni di matrimonio. Segregata come una schiava dal suo ex-marito con cui si è trasferita dal Maghreb dieci anni fa, ventenne, appena sposata". Dopo una doverosa precisazione e descrizione della situazione Amira continua: "Voleva che io metto il burqa ma io l'ho rifiutato sempre. Era proprio fissato su questa questione perché per lui la donna deve essere tutta coperta. La cosa assurda è che una volta mi ha detto: 'mi fa piacere se dormi tutta coperta perché se morirai e vengono ti troveranno coperta'. E' una cosa un po' assurda".
La giornalista allora pone un'altra domanda: "Lui è cambiato quando siete venuti qua?". Amira risponde: "Quando arrivano qua, non lo so, barba lunga, vestito lungo, ... Ora non si integrano fra di loro, interpretano la religione e il Corano come vogliono, ... Lui voleva altre mogli e questo a me non andava bene". Amira ha divorziato la marito fanatico e, ovviamente, è stata ripudiata dalla Comunità Islamica.
"Amira, quali sono stati i "no" che ti hanno fatto più male?". "Per la scuola soprattutto, poi per andare dal medico, è stato anche "no" per parlare con la mia famiglia, "no" anche per parlare con un'amica, per uscire, io "no" l'ho sentito sempre. Io ho vissuto violenza sessuale, dentro di me c'era come un urlo ma fuori non potevo manifestare il mio dolore. Se una verrà violentata in strada secondo me non soffrirà come se a farlo sarà stato suo marito".
Ma non finisce qui. Amira subisce un'ultima ed aberrante umiliazione. Il marito la picchia violentemente per essere andata dal medico senza chiedergli il permesso. "Mio marito mi ha chiesto: 'Tu sei andata al medico?'. Gli ho risposto: 'Si, sono andata al medico'. Lui ha ribattuto: 'Tu non puoi andare al medico; muori ma non puoi andare senza il mio permesso'. Gli ho fatto presente: 'Ti ho chiamato, tu non mi hai risposto'. Allora lui mi ha picchiata. Poi, per fortuna, si è ricordato che era l'orario della preghiera per andare a pregare. Io lì sono riuscita a chiedere aiuto".
La giornalista chiede: "L'Islam dice questo?". Amira risponde: "No. L'Islam dice: 'non devi picchiare la donna' e invece loro [gli uomini] dicono 'no, tu devi picchiarla'. Per questo io dico a tutte le donne musulmane: leggete bene il Corano e l'interpretazione del Corano".
Amira ha preso tante botte, troppe. Per le botte è finita in ospedale ed ha subito un'operazione chirurgica alla testa. Ha trovato la forza ed il coraggio di denunciare il suo aguzzino. C'è stato un processo penale ma la sentenza stupisce. Suo marito è stato condannato per lesioni personali ma assolto dall'accusa di maltrattamenti. Amira racconta: "Mi ha detto: 'io ti porterò morta. Ti tolgo la tua vita'. Ma come si può permettere a una persona di dire questa cosa? Come mai non è stato condannato?".
Il Magistrato, nelle motivazioni della sentenza, scrive: "Tuttavia, con riguardo a condotte culturalmente orientate, quali quelle attinenti la gestione dei rapporti interpersonali nell'ambito di una coppia coniugale, non pare potersi escludere che prima di affrancarsi dal marito e prendere consapevolezza dei propri diritti e della possibilità di scegliere di vivere secondo i modelli occidentali, accettasse volontariamente una condizione di vita che comprendeva privazioni e limitazioni (nel mostrare parti del proprio corpo o comunque nel presentarsi ad uomini estranei all'ambito famigliare) in adesione alla sua cultura d'origine". Secondo il Tribunale, in pratica, all'inizio ad Amira questo trattamento andava bene poi ha cambiato idea e quindi il marito non ha colpe.
La giornalista conclude l'intervista con una domanda che ha una risposta agghiacciante: "Come ti considera oggi la comunità islamica?". Amira risponde: "Come una prostituta, come una donna di strada. Mi vedono così. E questo mi fa male". (Intervista completa qui)
Carissimi, questo mio post, l'ennesimo sull'Islam vuol essere un monito a non credere che tutti sono belli, buoni e santi. Tra le persone di cultura islamica sicuramente ci sono persone buone, generose e rispettose delle donne ma quante sono sulla totalità? Amira racconta chiaramente che anche se il Corano non parla di maltrattamenti alle donne gli uomini lo fanno lo stesso e, a suo dire, sono in molti a farlo.
E' questa la gente che vogliamo accogliere? E' questa la gente che vogliamo come vicina di casa? E' questa la gente con cui vogliamo condividere il luogo di lavoro?
Ognuno mediti e si dia una risposta.
Grazie per l'attenzione che dedicate a queste mie lettere e a questo mio Blog. Non vi ringrazierò mai abbastanza.
Viva l'Italia, viva il Cristianesimo!
Andrea Elia Rovera

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