Visualizzazioni totali

lunedì 3 febbraio 2020

In memoria dell'Ispettore Filippo Raciti, Caduto della Polizia di Stato

Carissimi amici dal "Cuore Alpino", non scrivevo più nulla da parecchie settimane perché aspettavo di avere qualche argomento davvero importante che mi costringesse a mettermi alla tastiera e a dar sfogo ai miei sentimenti patriottici.
L'argomento di oggi coinvolge due mondi: il mondo del Comparto Sicurezza e quello del Calcio. Non di rado, in occasione di partite calcistiche considerate "calde", ci troviamo dinanzi ad immagini cruente che i telegiornali ci propinano alle ore dei pasti. Vediamo sempre lo stesso film. Gruppi di frustrati e facinorosi tifosi che si scagliano con inaudita violenza contro le Forze dell'Ordine, precettate per il servizio di sicurezza nelle zone degli stadi.
Questa stessa scena si è venuta a creare il 2 febbraio 2007 a Catania. Quel giorno, nella città etnea, si disputava il derby di Sicilia fra Catania e Palermo. A compiere il servizio d'ordine nei pressi dello stadio c'era il X Reparto Mobile della Polizia di Stato coordinato dai Funzionari della Questura e della Prefettura di Catania. In quella giornata, un Ispettore di Polizia è rimasto a terra a seguito di un'aggressione perpetrata dagli ultrà frustrati e facinorosi di cui sopra. Il nome di questo eroe è Filippo Raciti, Ispettore di Polizia, membro del X Reparto Mobile, marito e padre di due figli.
Come sempre accade quando un eroe lascia questa terra per ricongiungersi al Padre, anche questa volta la sua morte non è stata vana. Il "caso Raciti" ha scosso pesantemente il Ministero dell'Interno, la Federazione Italiana Gioco Calcio e tutto il mondo dello sport. La morte dell'Ispettore Raciti ha costretto il mondo delle Istituzioni ad interrogarsi su come poter impedire che altre morti di poliziotti in servizio possano accadere. Da quel 02 febbraio 2007 molte regole e molte tradizioni che vigevano nel mondo delle manifestazioni sportive sono cambiate. Si sono intensificati i controlli pre-partita, raddoppiati i controlli agli ingressi onde evitare che oggetti contundenti e/o esplosivi possano essere introdotti negli stadi, sono nati i Daspo, ... tutte misure che, prima di allora, non erano assolutamente neppure immaginabili.
La Questura di Catania, nel ricordare il suo valoroso Ispettore Caduto in Servizio, ieri, ha dichiarato: "Il rinnovare della memoria di Filippo Raciti, vittima del dovere e medaglia d'Oro al valor civile, rappresenta per noi tutti un esempio dove la morte di un servitore dello Stato, ha radicalmente cambiato il mondo del calcio a Catania e non solo". Parole sincere, parche ma al contempo celebrative di un eroe che vive nel cuore dei suoi cari, nel ricordo dei suoi colleghi e nelle leggi fatte "ad hoc" per rendere gli stadi dei luoghi più sicuri.
Oltre al comunicato, la Polizia di Stato ha voluto rendere gli Onori all'Ispettore Raciti presso il Cimitero di Acireale dove riposano le sue spoglie mortali e deporre una corona d'alloro presso il Monumento a lui dedicato nella "Tribuna Vip" dello Stadio "Massimino".
Oggi, lunedì 03 febbraio 2020, la conduttrice tv Caterina Balivo ha voluto invitare nella sua trasmissione "Vieni da me", in onda su RaiUno, Fabiana Raciti, figlia dell'Ispettore deceduto, per farle raccontare la sua storia. La giovane Fabiana, visibilmente emozionata, ha dichiarato: "Il colpo mortale è stato il colpo contundente di un sottolavello. Quella sera furono tante le aggressioni subite dalle forze dell’ordine, sono immagini che non posso dimenticare né del pre né del post. Appena appresa la notizia, sono andata a vedere papà e gli ho dato l’ultimo saluto. Sono felice che oggi le cose siano migliorate e che la sua morte sia servita, non è possibile tollerare quella ferocia per una partita di calcio. 
Papà non era severo, era rigido per deformazione professionale ma era il migliore dei papà. Amava tantissimo fare il poliziotto, era nato per farlo: era un bravo poliziotto ed un bravo genitore, cercava di combinare i due talenti per trasmetterci dei valori, quanto lui quanto mia madre. Il giorno del suo compleanno veniva in secondo ordine, era usanza che facesse regali a me ed a mio fratello, era un elogio a noi anziché a se stesso".
Carissimi, oggi più che mai, dobbiamo essere consapevoli del valore della Memoria Storica di chi non c'è più. L'Italia ha la brutta abitudine di dimenticare e gettare nell'oblio e nell'indifferenza quanti sono morti nell'adempimento del dovere. Si ricordano persone che nulla hanno a che fare con la nostra storia e le nostre tradizioni ma si ignorano e dimenticano volentieri quanti sono morti indossando una divisa.
"Cuore Alpino" ed il sottoscritto sono antipatici proprio per questo; obbligano l'opinione pubblica a non calare il sipario sulla storia eroica di chi non c'è più. Qui non si tace e non si lascia spazio ad insulse interpretazioni. Qui non ci interessa se il Caduto era figlio di un ricco o se era simpatico ai più. Qui i Caduti vengono ricordati senza essere categorizzati in "Serie A" o "Serie B".
Grazie di cuore per aver letto questo mio post. Se volete e potete condividetelo con i vostri contatti WhatsApp, Telegram, Instagram e Facebook, condividendolo magari sulle vostre bacheche. Il miglior modo per far ricordare i Caduti è quello di far circolare le loro storie.
Viva l'Italia, viva la Polizia, onore all'Ispettore Filippo Raciti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile delle Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella

P.S.
Per approfondire la figura dell'Ispettore di Polizia Filippo Raciti e restare informati sulle cose che lo riguardano potete visitare la sua Pagina Facebook cliccando qui.

Nessun commento:

Posta un commento