Carissimi amici dal "Cuore Alpino", in questa caldissima giornata che conclude il mese di luglio, vi scrivo per raccontarvi della bellissima, significativa e toccante visita che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ha fatto alla Scuola di Applicazione di Torino il 24 luglio scorso.
In questa importantissima Caserma nella quale si formano gli Ufficiali che dovranno assumere funzioni di comando, al momento, si sta svolgendo il 4° Corso per Ufficiali subalterni riservato ai Tenenti prossimi alla nomina a Capitano. Gli allievi di questo corso, grazie alle molteplici competenze che gli vengono fornite, entreranno a far parte di qualche Reggimento con il grado di Capitano e l'incarico di Comandante di Compagnia.
Il Generale di Corpo d'Armata Salvatore Farina, accompagnato dal Generale di Divisione Salvatore Cuoci, Comandante della Scuola di Applicazione, ha voluto essere a Torino per incontrare quelli che saranno i futuri Comandanti di Compagnia dell'Esercito Italiano per esortarli ad essere sempre fedeli all'Istituzione di cui sono membri ed istruirli sull'importanza dell'incarico che verrà loro affidato. Il Comandante di Compagnia, infatti, è un leader che ha il delicatissimo compito di indirizzare, guidare e motivare gli uomini e le donne della sua Compagnia affinché sappiano ben operare anche nelle situazioni più critiche ed incerte.
Con la sua consueta fermezza e la sua grande professionalità, il Generale C.A. Farina, durante il suo discorso, ha detto: "l'esser Comandanti di soldati richiede un impegno grandissimo, la vostra motivazione e l'eterogeneità delle esperienze che portate, sono il vero valore aggiunto e i vostri colleghi più giovani ne sapranno trarre tanto". Parole parche, semplici ma ricche di una grande esperienza che solo un Comandante esperto e competente può pronunziare con sicurezza e credibilità dinanzi alla Bandiera d'Istituto della Scuola di Applicazione, decorata di Medaglia d'Argento al Valore Militare.
La Scuola di Applicazione, erede del patrimonio storico-militare delle Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazioni del 1739, continua ad essere punto di riferimento della Forza Armata per quel che concerne la Formazione Universitaria ed Accademica degli Ufficiali che dovranno solcare i più importanti teatri nazionali ed internazionali. All'interno di questo grande Istituto Militare si insegnano valori quali l'esempio, la condivisione delle esperienze professionali, l'abnegazione totale ed incondizionata, la coesione delle competenze e lo spirito di corpo.
Ciascuno di questi valori è frutto della grande esperienza e della fruttuosa carriera che i docenti dell'Istituto hanno maturato nell'Esercito a servizio della Patria e del Popolo Italiano.
Il Generale C.A. Salvatore Farina, con il quale ho avuto l'onore ed il privilegio di scambiare qualche parola il 13 novembre 2018 nella Caserma "Pio IX" di Roma, in occasione della Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, è un uomo animato da sincero amore per la Patria, forte senso di riverenza per le Istituzioni e grande passione per il suo lavoro, la sua professione e l'uniforme che indossa. Chi lo conosce bene, chi frequenta lo Stato Maggiore dell'Esercito sa che egli non guarda mai l'orologio ma lavora ardentemente, senza sosta, per onorare l'importante incarico affidatogli e la Forza Armata di cui egli è, a pieno titolo, un padre responsabile.
Carissimi, prendiamoci qualche minuto per fare un po' di silenzio ed affidare alla Madonna della Neve, Protettrice delle Truppe Alpine, i novelli Comandanti di Compagnia e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano affinché essi possano, in concordia ed unione d'intenti, continuare a proteggere il Popolo Italiano e glorificare il bene più grande che abbiamo: il Tricolore.
Con l'affetto che da sempre mi lega a voi miei lettori mi congedo assicurandovi il mio misero ma sincero ricordo nella recita del Santo Rosario.
Viva l'Italia, viva l'Esercito, onore al Tricolore!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella
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