Nel corso dell'Anno del Signore 2017 i nostri soldati hanno tenuto alto l'onore del Tricolore attraverso le Missioni Internazionali, l'impegno a fianco delle popolazioni del centro-Italia colpite dal terremoto e vari servizi sul territorio.
Molti giovani hanno indossato l'uniforme e molti altri si stanno preparando ad indossarla.
Tutti loro sanno - e sono ben consapevoli - che essere un militare richiede sacrificio, abnegazione, impegno, formazione e costante addestramento.
Il militare non termina la propria formazione al Reparto Addestramento Volontari ma si completa giorno dopo giorno con l'aiuto e la collaborazione dei suoi ufficiali, dei suoi commilitoni e della popolazione civile.
Dagli Ufficiali impara la disciplina, l'etica, la tecnica, la compostezza e tutto ciò che serve ad un soldato per essere operativo e pronto a servire la Nazione sempre, comunque e dovunque.
Dai Commilitoni apprende la difficile arte della convivenza che obbliga persone sconosciute a dover vivere assieme ventiquattrore al giorno, sette giorni su sette. Con i commilitoni affronta percorsi formativi, cammini addestrativi, momenti punitivi, spazi di gioia e goliardia, e tutto ciò che nasce spontaneo in un gruppo di persone accomunate dall'amore per la Patria.
Dalla Popolazione Civile acquisisce consapevolezza del fatto che il suo operato sarebbe nullo se non fosse rivolto a persone fragili, deboli, bisognose di essere difese, accolte e tutelate.
Il militare italiano, qualunque grado porti sulle spalline, è un mix di formazione, responsabilità ed abnegazione. Tanto il Generale quanto il Volontario in Ferma Prefissata, infatti, sono personificazione del Tricolore e del sangue versato dagli Italiani che non ci sono più.
Ciascun soldato, in qualsiasi caserma si trovi, è chiamato a portare cuciti sul cuore i nomi e le storie dei militari italiani Caduti nell'adempimento del proprio dovere.
L'uniforme vegetata, che i soldati indossano ogni mattina per andare in caserma, è composta da "macchie" di diverse sfumature di verde. Mi è sempre piaciuto pensare che ad ogni "macchia" corrisponda il nome, la vita e la storia di un Caduto delle Forze Armate.
Spesso, troppo spesso, mi imbatto in Associazioni Combattentistiche e d'Arma che danno per scontate le vite di chi è caduto in servizio oppure - cosa davvero seccante - mi interfaccio con sindaci e rappresentanti delle istituzioni che considerano "mercenario" chi partecipa alle Missioni Internazionali di Nato e Onu.
In moltissime occasioni mi sono sentito dire: "Vanno all'estero per pagare il mutuo perché, sai, le missioni all'estero sono molto ben pagate".
A queste persone ed alle loro offensive esternazioni non voglio dare troppo peso perché, per citare qualcuno di molto saggio, "non sanno quello che dicono".
Desidero che l'Anno del Signore 2018 sia un anno all'insegna della memoria e del rispetto di chi "è andato avanti" nell'adempimento del proprio dovere a difesa delle libere istituzioni e della popolazione civile.
I giovani che oggi frequentano le scuole superiori hanno bisogno di esempi da seguire e di personaggi ai quali ispirarsi. Papa Paolo VI era solito dire che gli uomini di oggi non hanno bisogno di maestri ma di testimoni e asseriva anche che se i giovani accettano dei maestri lo fanno solo perché riconoscono in essi degli autentici testimoni di qualcosa di grande.
I militari italiani - e su questo non ho alcun dubbio - sono testimoni di valori quali la democrazia, la solidarietà, la condivisione, l'aiuto a chi soffre, la costanza, il senso del dovere, ... e tutto ciò in cui la nostra Repubblica Italiana crede ed ha creduto nella propria storia.
Di fronte a chi sventola fazzoletti rossi e bandiere arcobaleno mi intenerisco perché prendo atto di quanto ci sia ancora da fare nel cammino dell'informazione su ciò che viene quotidianamente compiuto dagli uomini delle Forze Armate sul territorio nazionale ed estero.
Con il presente colgo l'occasione per ringraziare quei militari che svolgono funzioni di polizia ventiquattr'ore su ventiquattro, in tutte le province d'Italia, nelle ambasciate, nei consolati e in tutte le realtà diplomatiche ed istituzionali che l'Italia ha all'estero.
Mi riferisco senza ombra di dubbio ai militari dell'Arma dei Carabinieri che, sotto lo sguardo materno della Virgo Fidelis, servono il Popolo Italiano in mille e molteplici forme garantendo così la sicurezza nazionale e la maggior vivibilità nelle nostre città.
Ai membri dell'Esercito Italiano, dell'Arma dei Carabinieri, della Marina Militare e dell'Aeronautica Militare giunga il mio più sincero ed accorato GRAZIE per il servizio svolto, per l'abnegazione quotidiana e per l'alta professionalità con le quali - ogni giorno - mettono a repentaglio lo loro vita per garantire l'incolumità della nostra.
A loro ed alle loro famiglie garantisco la mia personale vicinanza nella preghiera e il sicuro spazio su questo Blog per narrarne le gesta quotidiane ed eroiche affinché le future generazioni possano conoscere ed apprezzare ciò che essi fanno per onorare concretamente il Tricolore.
Viva l'Italia, viva le Forze Armate, onore ai Caduti!
Andrea Elia Rovera
Responsabile della Memoria Storica
del CMCS degli Alpini Giorgio Langella
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