Carissimi amici dal "Cuore Alpino", poc'anzi ho preso atto del fatto che in Italia è ormai pressoché impossibile esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria opinione senza incappare nell'accusa di revisionismo storico.
C'è infatti una frase di Benito Mussolini che, ogni volta che viene pronunciata, fa rizzare i capelli della Sinistra e delle Associazioni Partigiane. La frase "tremenda" risulta essere: "Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere". Con queste parole l'allora Capo del Governo Italiano Benito Mussolini concluse il suo Discorso alla Città di Torino il 23 ottobre 1932.
Leggendo, come faccio ogni giorno, i giornali locali per vedere cosa accade nella mia terra, mi sono imbattuto in una notizia, a mio avviso, poco consona ai tempi di precarietà e di paura che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Le priorità al momento sono altre!
La Redazione di "Cuneo Dice" scrive che a Scarnafigi: "Nei giorni scorsi la Giunta del sindaco Riccardo Ghigo ha fatto restaurare una frase di Benito Mussolini dipinta lungo il muro di cinta del castello: "Camminare, costruire e se è necessario combattere e vincere". Il primo cittadino ha spiegato che i lavori sono stati inseriti in un contesto più ampio (sono state riviste 15 opere, soprattutto di altre epoche) con il fine di rendere più bello il paese e creare un itinerario turistico. Una ‘giustificazione’ che non ha convinto tutti, suscitando le reazioni di alcuni residenti prima, dell’Anpi poi, e ora del Partito Democratico". (Leggi qui la notizia completa)
A leggere queste poche righe mi è sorta spontanea una domanda: "Per quale motivo si deve osteggiare un sindaco che cerca di portare nel suo comune un pubblico sempre più ampio, al fine di aumentare le entrate di commercianti, ristoratori, ecc?". In fondo, come leggiamo nell'articolo "il sindaco ha spiegato che i lavori [hanno] il fine di rendere più bello il paese e creare un itinerario turistico".
Che le frasi scritte durante il Ventennio Fascista interessino i turisti stranieri non è un mistero, infatti, molti studenti di Harvard, Oxford, Cambridge, ... nelle loro tesi di laurea sull'architettura italiana del '900 riportano spesso le frasi e le scritte che il Governo Mussolini fece realizzare nelle varie aree della nostra Penisola.
Nel Salento, ad esempio, è ancora possibile trovare tombini dell'acquedotto con su impresso il Fascio Littorio. Questo non significa essere filo-fascisti, pro-deportazione, o chissà che altro ma solamente riconoscere alla storia ciò che essa stessa è stata.
Oggi, ad esempio, in quasi tutte le edizioni quotidiane dei telegiornali ci vengono forniti dati calcolati magistralmente dall'I.S.T.A.T. che - per inciso - è stato istituito nel 1926, in pieno Regime Fascista. Eppure scuole, università, organi di informazione citano l'I.S.T.A.T. ed i suoi dati senza rinnegarne il governo fondatore.
A mio avviso, un Sindaco che mira a valorizzare il suo territorio per creare economia, lavoro e sviluppo utilizzando anche una scritta di periodo fascista non è da criminalizzare ma da capire nel contesto in cui lo fa.
A Cuneo, per esempio, quando si sale la scalinata che conduce all'Ufficio del Sindaco vi è una grande targa marmorea riportante l'Epigrafe al Camerata Kesselring di Pietro Calamandrei. Calamandrei fu un Partigiano e Politico eletto nelle fila del Partito Socialista Democratico Italiano. Pur non condividendo le sue idee e le sue visioni politiche non mi sento oltraggiato da una sua gigantesca epigrafe posta nel palazzo più importante della città. Anzi, credo fermamente che la pluralità di pensiero e di espressione sia la base fondante del costrutto democratico.
A mio modesto parere, rimuovere o coprire le scritte del Ventennio Fascista sarebbe un atto di negazionismo storico-architettonico. Per di più il rinnegamento della propria storia è poco incline all'approfondimento culturale in quanto se l'Italia è quello che è oggi lo deve anche a quel Ventennio (bello o brutto che possa esser stato).
Una nazione, esattamente come una persona, è figlia della sua progenie. Noi non abbiamo lo stesso modo di pensare dei britannici perché non abbiamo avuto la loro stessa storia politica, religiosa, militare, ecc... Una scritta su un muro all'ingresso del paese - secondo me - non è né pericolosa, né apologetica, né tanto meno una minaccia per la democrazia.
Eppure il Partito Democratico - legittimamente in Democrazia - la pensa diversamente. In una nota scrive infatti: "sconcerto e forte preoccupazione per la vicenda del restauro delle frasi fasciste apposte sul muro di cinta del castello, proprio all’entrata di Scarnafigi. Sconcerto per il modo con cui questo intervento è stato deciso e realizzato. Capiamo le esigenze di salvaguardia storica dei segni del nostro passato, ma crediamo altresì che ben altre debbano essere le priorità degli interventi pubblici. C’è forte preoccupazione per queste nostalgie per il ventennio fascista, che ultimamente è confermata da troppi segnali e che noi respingiamo in modo netto e deciso. Il PD provinciale dà pieno appoggio alle iniziative degli Scarnafigesi a difesa di uno spazio politico democratico e antifascista, contrastando la deriva di destra che l’attuale amministrazione sta tentando di imporre alla comunità di Scarnafigi".
Sinceramente non so se il Sindaco voglia imporre una "deriva di destra" alla sua città. In fondo, come leggiamo nell'articolo, sono state restaurate e riportate all'antico splendore 15 opere (tra cui quella della contesa). Se l'intento del Sindaco fosse stato fazioso, secondo me, avrebbe restaurato solo quella riportante le parole di Mussolini.
Carissimi, a conclusione, credo che in un momento storico come il nostro sia prioritario occuparsi di lavoro, sviluppo, welfare, sanità e formazione. Per me sono fonte di "sconcerto e forte preoccupazione" la disoccupazione giovanile, il dilagare di sostanze stupefacenti, l'aborto, l'eutanasia, la persecuzione dei Cristiani nel mondo, i tanti agenti della Polizia Penitenziaria che si suicidano ogni anno, i militari colpiti da stress post-traumatico, i Caduti in servizio, ... il resto passa in secondo piano.
Grazie per il vostro seguito, Elia.
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